Un’interrogazione di Fabrizio Rossi a Mase e Mic chiede al Governo di porre “un freno alla moltiplicazione dissennata di progetti Fonti energia rinnovabili”
Sapere se il Governo intende “adottare iniziative di competenza volte a porre un freno alla moltiplicazione dissennata di progetti Fonti energia rinnovabili la cui realizzazione dovrebbe avere come scopo ultimo quello di salvare l’ambiente dal cambiamento climatico ma che per fare ciò deturpa già da oggi territori unici al mondo per bellezza del paesaggio e biodiversità, trasformandoli in aree industriali potenzialmente oggetti di ulteriori assalti speculativi”. È quanto ha chiesto in un’interrogazione in Commissione rivolta al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e al ministro della Cultura Alessandro Giuli il deputato toscano di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi.
“IN TOSCANA AREE IDONEE PER 40 GW BEN AL DI SOPRA DEL FABBISOGNO REALE”
L’iniziativa parte dalla costatazione di quanto sta accadendo in Toscana: “L’obiettivo di riduzione del 55 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2030 comporta per la Toscana un incremento di circa 4,25 gigawatt da fonti rinnovabili; gli impianti eolici di grandi dimensioni vanno installati «in via prioritaria al recupero di aree degradate laddove compatibile con la risorsa eolica e alla creazione di nuovi valori coerenti con il contesto paesaggistico», come ben stabilito dall’allegato 4 del decreto ministeriale 219 del 2010; la scelta di localizzazione della capacità addizionale è tuttora regolata dal decreto legislativo n. 52 del 2006 che impone al proponente di dettagliare la analisi comparata con le soluzioni alternative inclusa la opzione zero; la regione Toscana ha individuato circa 60.000 ettari di aree idonee, che potrebbero ospitare impianti per una capacità stimata fino a 40 gigawatt, ben superiore al fabbisogno reale; nella provincia di Grosseto risultano presentati dieci progetti di parchi eolici industriali per complessivi 104 aerogeneratori alti 200 metri e 658 megawatt, quasi la metà dell’intero obiettivo regionale; quattro di tali progetti risultano promossi da società con capitale sociale di soli 2.500 euro”.
“TUTELARE AREE DI PREGIO”
Ma non è tutto. Secondo Rossi “inchieste giornalistiche (tra cui Il Corriere della Sera e Le Iene) hanno evidenziato criticità sui promotori e sull’adeguatezza tecnico-finanziaria dei progetti; i siti prescelti sono caratterizzati da bassa ventosità e da elevato valore paesaggistico e naturalistico; uno dei progetti («Parco Eolico Scansano») ha già ricevuto parere negativo dalla regione Toscana in sede di VIA per impatto paesaggistico e ambientale sproporzionato; la Maremma Toscana è nota nel mondo per i suoi paesaggi unici e riconoscibili ed ha riscattato un passato di miseria investendo in un’agricoltura di qualità ed in un turismo rivolto agli amanti della natura. Non merita di vedere modificato tutto da queste speculazioni né di vedere trasformate le colline del Morellino in «area industriale» a seguito dell’installazione di queste pale eoliche impattanti”.
Stesso discorso, prosegue per “i comuni di Orbetello, Magliano in Toscana, Scansano, Manciano, Pitigliano e Sorano, della provincia di Grosseto e facenti parti della Maremma Grossetana, sono interessati da dieci progetti di parchi eolici industriali per un totale di 104 torri alte 200 metri ciascuna (4 volte la torre di Pisa) per un totale di 658 megawatt di energia prodotta (quasi la metà di tutto l’obiettivo Fonti energia rinnovabili 2030 della regione Toscana)”.
PER ROSSI SERVONO ANCHE REQUISITI MINIMI DI SOLIDITÀ ECONOMICA, TECNICA E REPUTAZIONALE PER I PREPONENTI DI IMPIANTI PER EVITARE FENOMENI SPECULATIVI
Per questo il deputato di Fratelli d’Italia ha poi chiesto “se il Governo intenda adottare iniziative di carattere normativo volte a introdurre requisiti minimi di solidità economica, tecnica e reputazionale per i preponenti di impianti Fonti energia rinnovabili, analogamente a quanto previsto per gli appalti pubblici” e “quali iniziative di competenza urgenti si intendano adottare per evitare fenomeni speculativi e un eccesso di autorizzazioni aree di pregio non coerenti con la reale capacità di produzione necessaria al 2030”.