L’AIE ha annunciato che introdurrà dei nuovi meccanismi per stabilizzare i prezzi, promuovere una maggiore trasparenza e facilitare gli scambi commerciali tra i Paesi con eccesso di GNL verso i luoghi che ne hanno bisogno
I mercati globali del GNL attualmente si trovano in un prolungato stato di flusso. La guerra russa in Ucraina ha creato delle ondate nei mercati energetici globali e l’instabilità ha comportato una significativa volatilità dei prezzi. Sebbene i prezzi del GNL di recente siano diminuiti, sono ancora estremamente elevati, pari al doppio del prezzo medio degli ultimi 5 anni, imponendo una forte pressione sugli importatori netti del combustibile fossile.
DALL’AIE NUOVI MECCANISMI PER STABILIZZARE PREZZI GNL
Proprio questa settimana, l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha annunciato che introdurrà dei nuovi meccanismi per stabilizzare i prezzi, promuovere una maggiore trasparenza e facilitare gli scambi commerciali tra i Paesi con eccesso di GNL verso i luoghi che ne hanno bisogno. “L’AIE istituirà un organismo per condividere e analizzare le informazioni sugli acquisti e sulla domanda prevista di gas naturale nei diversi Paesi e per emettere raccomandazioni ai 31 membri dell’agenzia”, ha riferito Nikkei Asia lo scorso fine settimana.
LA VOLATILITÀ DEL MERCATO GNL
La volatilità del mercato globale del GNL – scrive Haley Zaremba su Oilprice – ha avuto un impatto particolarmente forte sul Giappone, che dipende dalle importazioni di gas naturale, assolutamente fondamentale per la sicurezza energetica del Paese, poiché rappresenta quasi un terzo del mix energetico nazionale.
Il Giappone sta lavorando duramente per ridurre questa dipendenza – così come le possibilità di shock – sia accumulando scorte di GNL, sia riducendo la sua quota nel mix energetico complessivo. Il governo nipponico ha incoraggiato il settore privato ad acquistare enormi volumi di GNL per mantenere sempre una scorta di 100 milioni di tonnellate. Inoltre, si prevede che entro il 2030 il gas naturale rappresenterà il 20% del mix energetico del Giappone, rispetto all’attuale 30%.
LO SCENARIO NEL MERCATO GIAPPONESE
A causa di questa combinazione di fattori – l’aumento dell’offerta e la riduzione del consumo di GNL – il Giappone potrebbe ritrovarsi con un problematico surplus di riserve di gas naturale, un problema ironico per un Paese che praticamente non produce nulla di tutto questo. A causa di quella che potrebbe rivelarsi una correzione e un acquisto eccessivo di forniture di GNL nel prossimo futuro, le aziende giapponesi si stanno affrettando ad investire nei mercati di tutta l’Asia per trovare potenziali acquirenti.
“La domanda giapponese di GNL è incerta, ma il governo vuole garantire un’offerta stabile a lungo termine”, ha dichiarato di recente all’agenzia Reuters Yoko Nobuoka, analista senior di LSEG. “Sviluppare la propria capacità commerciale e creare un mercato del gas a livello asiatico contribuirebbe ad aumentare la sicurezza energetica e a coprire i rischi del surplus di GNL”. Ciò segnerebbe un’enorme inversione di ruolo per il Giappone, che fino allo scorso anno – quando venne superato dalla Cina – era il maggiore acquirente di GNL al mondo.
I CONSUMI E LA DOMANDA IN ASIA
Il consumo di gas naturale è aumentato vertiginosamente in tutta l’Asia negli ultimi mesi, poiché le temperature estreme hanno stimolato la domanda. Con l’arrivo dei mesi estivi, si prevede che i prezzi aumenteranno ulteriormente, esercitando una forte pressione sulle economie asiatiche emergenti. La domanda è aumentata vertiginosamente nell’Asia meridionale – dove le temperature sono state e probabilmente continueranno ad essere pericolosamente calde – e altri Paesi, tra cui Filippine e Vietnam, di recente hanno iniziato ad importare GNL per la prima volta, rendendo il mercato ancora più affollato.
LA NECESSITÀ DI UN MERCATO GNL STABILE
La creazione di un mercato del GNL stabile e sicuro è quindi di fondamentale importanza per la sicurezza energetica dell’intero continente asiatico. È anche di vitale importanza per i piani di decarbonizzazione di molte Stati asiatici. Nela regione molti mercati contano su un maggiore utilizzo del gas naturale come “combustibile ponte” per aiutare le economie regionali ad abbandonare il carbone e il petrolio più inquinanti verso le energie rinnovabili ed altre alternative a zero emissioni di carbonio, come l’energia nucleare.
Tuttavia, vi è una notevole quantità di resistenze contro questa strategia, che molti esperti climatici considerano una misura inadeguata e che potrebbe anche sfociare nel greenwashing. Alcuni recenti dibattiti hanno messo in dubbio se il gas naturale sia davvero meno intensivo di carbonio rispetto ad altri combustibili fossili; tuttavia, nei prossimi mesi e anni il GNL resterà al centro delle strategie energetiche di molti Paesi, e il mercato – per non parlare del clima – è destinato a restare caldo.