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GNL

Perché il passaggio dell’Europa al Gnl potrebbe spingere altri paesi a tornare al carbone

Nonostante gli sforzi dell’Europa per prendere le distanze dal gas russo, le importazioni di Gnl russo sono aumentate del 40% nella prima metà dell’anno.


Il passaggio dell’Europa dall’importazione di gas tramite gasdotto al GNL sta rimodellando il mercato globale del gas liquefatto, ponendo un limite permanente ai prezzi. Ciò significa che alcuni acquirenti potrebbero essere esclusi definitivamente da questo mercato rivolgendosi altre fonti di energia, come il carbone in una sorta di effetto domino.

L’EUROPA HA BISOGNO DI 300 MLN DI MC DI GAS AL GIORNO

Secondo lo stratega delle materie prime della Bank of America Francisco Blanch, l’Europa ha bisogno di circa 300 milioni di metri cubi di gas naturale su base giornaliera. Per ottenerli, deve offrire prezzi sufficientemente alti da attirare venditori sul mercato spot, visto che gli acquirenti asiatici si concentrano su contratti di consegna di Gnl a lungo termine.

NON TUTTI POSSONO FARE ACQUISTI SUL LUNGO TERMINE

Ma non tutti possono soddisfare le proprie esigenze con accordi a lungo termine. Il mese scorso, il Pakistan, ad esempio,  ha annullato  una gara per le consegne spot di Gnl per il prossimo anno dopo aver ricevuto solo due offerte, entrambe con un premio del 30% rispetto ai prezzi di mercato.

IL CASO DEL PAKISTAN (E DI ENI)

Il paese ha anche un accordo a lungo termine. Eppure, si legge su Oilprice, nel gennaio di quest’anno, la società con cui ha firmato l’accordo, Eni, ha dichiarato che non sarebbe stata in grado di consegnare il carico di Gnl concordato per febbraio a causa di circostanze indipendenti dalla sua volontà, vale a dire l’incapacità del fornitore di gas liquefatto di garantire i volumi contrattuali.

Il motivo per cui il fornitore di Eni, rimasto anonimo, non è riuscito a fornire i volumi contrattuali è stato che ai prezzi che il Gnl stava ottenendo in quel momento, sebbene in calo rispetto ai massimi storici dello scorso anno, induceva alcuni fornitori a violare i contratti a lungo termine piuttosto che perdere l’opportunità di realizzare un profitto facile e veloce sul mercato spot.

Casi come questo dipingono il quadro di un mercato spietato con un’offerta appena sufficiente a coprire la domanda, e questo solo perché l’Europa è riuscita a ridurre il consumo di gas negli ultimi 12 mesi. Anche se il calo del consumo di gas è stato principalmente il risultato di un calo dei consumi industriali dovuto al ridimensionamento delle attività delle imprese in un contesto di prezzi energetici proibitivi.

AUMENTANO LE FORNITURE DI GNL RUSSO VERSO L’EUROPA

Tuttavia, anche con una domanda inferiore, l’Europa è un grande consumatore di Gnl, così grande, infatti, da non poter fare a meno del gas russo in forma liquida. Mentre l’anno scorso i funzionari governativi si davano pacche sulle spalle per aver abbandonato con successo il gas russo, quest’anno i cargo tracker hanno portato notizie imbarazzanti per tutti in Europa: le importazioni di conbustibile liquefatto russo nella prima metà dell’anno erano aumentate del 40%  . Nello stesso periodo, oltre la metà della produzione di Gnl della Russia è andata verso l’Europa.

I RISCHI PER IL VECCHIO CONTINENTE

Anche questo non è bastato a riportare i prezzi del gas ai livelli prebellici. Non solo, ma, come osservato da Blanch di BofA, “l’Europa fa ormai eccessivo affidamento sul Gnl per il suo fabbisogno energetico” e “i prezzi devono rimanere robusti durante tutto l’anno o rischiare un rapido cambiamento nella traiettoria delle scorte”.

In altre parole, se i prezzi dovessero scendere per qualche motivo, gli importatori di energia più poveri probabilmente piombrebbero su tutti i volumi disponibili, minacciando la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Europa.

SI GUARDA AL CARBONE

In uno scenario più probabile, tuttavia, gli importatori di energia più poveri tornerebbero al carbone, che è molto più economico del Gnl. Si tratta di una svolta piuttosto ironica per l’Europa, che, in quanto portabandiera della transizione energetica, ha lavorato duramente per convincere il resto del mondo ad abbandonare gli idrocarburi più inquinanti a favore del gas naturale più pulito e a basse emissioni.

 

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