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Perché il piano Ue per “diluire” le norme ESG rischia un’ondata di contenziosi

La revisione pianificata della direttiva sulla due diligence per la sostenibilità aziendale (CSDDD) eliminerebbe l’obbligo per le aziende di attuare piani di transizione, compromettendo le possibilità dell’UE di raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni.

Il piano dell’Unione Europea di ridurre la portata delle nuove normative ESG apre le porte a un’ondata di contenziosi, e questo perché le aziende non sarebbero più tenute ad agire in modo da rispettare la legge sul clima dell’Unione. L’allarme arriva da oltre 30 giuristi provenienti da università dell’UE e del Regno Unito, tra cui Oxford e Cambridge, che chiedono all’Unione europea di riconsiderare la prevista revisione dei requisiti di due diligence ESG, in una lettera indirizzata al Parlamento europeo.

Il piano dell’UE di semplificare la direttiva sulla due diligence nella sostenibilità aziendale (CSDDD), proposto come parte di un disegno di legge omnibus presentato dalla Commissione europea a febbraio, “è davvero rischioso”, ha affermato Thom Wetzer, direttore fondatore dell’Oxford Sustainable Law Programme e uno degli esperti di diritto dietro la lettera, spiega Bloomberg.

GLI OBIETTIVI CLIMATICI SONO INSUFFICIENTI PER LA MAGGIOR PARTE DEI PRINCIPALI EMETTITORI DI CO2

La semplificazione pianificata dall’UE ha una portata di vasta portata. Di particolare interesse per i giuristi che hanno redatto la lettera è il trattamento dei cosiddetti piani di transizione. Questi dovrebbero richiedere alle aziende di documentare come intendono ridurre le emissioni in linea con l’obiettivo di zero emissioni nette dell’UE entro il 2050, sancito dalla legge.

Tuttavia, l’attuale formulazione della proposta omnibus sembra eliminare l’obbligo per le aziende di attuare piani di transizione. Ciò comprometterebbe le possibilità dell’Ue di rispettare il proprio diritto interno, secondo quanto riferisce la lettera.

Senza un obbligo chiaramente espresso per le aziende di attuare effettivamente i loro piani di transizione, “sarebbe molto difficile per l’UE raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni”, ha affermato Wetzer. “Sarebbe un passo indietro”.

PER L’UE LA NUOVA FORMULAZIONE ALLINEA MEGLIO I REQUISITI DELLA CSDDD CON LE ALTRE NORMATIVE ESG

Un portavoce della Commissione Europea ha affermato che la formulazione proposta allinea meglio i requisiti della CSDDD con le altre normative ESG. Chiarisce inoltre che i piani, che sarebbero soggetti a supervisione, devono includere azioni di attuazione.

STATI MEMBRI CHIEDONO DA TEMPO DI RIDURRE GLI ONERI NORMATIVI

Gli Stati membri, tra cui Germania e Francia, hanno esercitato pressioni per ridurre le normative, temendo che le aziende europee siano troppo gravate da obblighi normativi per competere con i rivali statunitensi e asiatici. I negoziati sono destinati a proseguire per mesi, e una proposta definitiva difficilmente arriverà prima della fine dell’anno.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha chiarito di voler ridurre la burocrazia, con il probabile risultato di snellire il quadro dei requisiti ambientali, sociali e di governance nell’Unione.

ANCHE GLI USA LAMENTANO L’EXTRATERRITORIALITA’ DELLE NORME UE

Allo stesso tempo, l’Europa subisce pressioni anche da parte degli Stati Uniti affinché limitino la cosiddetta extraterritorialità del suo corpus normativo. Ad aprile, la Camera di Commercio statunitense ha inviato una lettera all’amministrazione Trump in cui criticava le normative UE sui piani di transizione, definendole un esempio di eccesso normativo.

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