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Perché il settore idroelettrico è un valore per l’Italia

Oggi alla Camera si è svolto un convegno, organizzato da Elettricità Futura, sull’idroelettrico, un settore strategico per la sicurezza nazionale e l’indipendenza energetica del nostro Paese

Nella mattinata odierna, nella Sala della Regina di Montecitorio, si è svolto il convegno “Idroelettrico, un valore per l’Italia”. L’evento, organizzato da Elettricità Futura e moderato da Monica Maggioni, è stato aperto dai saluti istituzionali del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. Tra gli altri, erano presenti il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Elettricità Futura, Gianni Vittorio Armani, il coordinatore del GT Energia di Confindustria, Aurelio Regina e il presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Alberto Gusmeroli.

IL CONVEGNO SULL’IDROELETTRICO ORGANIZZATO DA ELETTRICITÀ FUTURA

L’incontro ha riunito i rappresentanti delle istituzioni, della politica, delle Regioni, dei sindacati e di altre associazioni del settore in un dibattito sul comparto italiano dell’idroelettrico, un settore strategico per la sicurezza nazionale e l’indipendenza energetica che genera elettricità rinnovabile programmabile e crea notevoli benefici per i cittadini e le imprese in termini di riduzione dei costi dell’energia, tutela dei territori e sviluppo dell’economia.

FONTANA: L’IDROELETTRICO OFFRE INDISCUTIBILI VANTAGGI ECONOMICI, SOCIALI ED AMBIENTALI

“Fin dalla realizzazione della prima centrale italiana a Porto d’Adda, nel 1895, l’energia idroelettrica ha rivestito un ruolo chiave nell’economia locale e nazionale, stimolando lo sviluppo industriale e la crescita dell’occupazione. Nel 2023, i 4.800 impianti attivi sul territorio nazionale hanno permesso di soddisfare il bisogno di oltre 15 milioni di famiglie, generando un valore complessivo pari a circa due miliardi di euro”. Lo ha dichiarato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha aggiunto: “la filiera garantisce elevati livelli occupazionali, dando lavoro a circa 12.000 professionisti altamente specializzati. Anche grazie al notevole contributo offerto dall’idroelettrico, le fonti rinnovabili lo scorso anno hanno registrato il dato di copertura della domanda più alto di sempre. Si tratta di numeri importanti, che restituiscono il valore di un comparto di assoluta eccellenza e dagli indiscutibili vantaggi economici, sociali ed ambientali. Nel contribuire al processo di decarbonizzazione. Questa fonte rinnovabile svolge anche una funzione irrinunciabile nell’ambito delle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici e di mitigazione dei loro effetti negativi. Tra tutte le tecnologie energetiche, quella idrica ha infatti la più bassa intensità emissiva nel ciclo di vita”.

FONTANA: BISOGNA DEFINIRE UNA STRATEGIA CONDIVISA PER IL FUTURO DEL SETTORE

“Altamente integrabile con altre fonti pulite come l’eolico e il solare, la programmabilità dell’energia idroelettrica le consente inoltre di adeguarsi alle variazioni della domanda fornendo stoccaggio, flessibilità operative ai sistemi elettrici essenziali per la stabilità e la sicurezza della rete”.

Per Fontana “significativo è il legame che si instaura tra imprese elettriche e territorio, con rilevanti ricadute per la loro crescita socioeconomica e turistica. Il comparto si è infatti dimostrato un formidabile volano per lo sviluppo di aree montane, rurali e di intere comunità, oltre ad essere uno dei principali motori dell’innovazione. L’uso di tecnologie all’avanguardia, come sistemi di monitoraggio avanzati e algoritmi intelligenti, permette di sfruttare al meglio le risorse disponibili, massimizzare l’efficienza e diminuire gli sprechi.

Occorre però tener conto dei potenziali elementi di criticità, come la corretta gestione dei corpi idrici, la conservazione delle biodiversità e la riqualificazione degli impianti più vecchi. Sotto quest’ultimo profilo pesa il fatto che oltre il 50% della capacità installata in Italia supera i 50 anni di vita e che 11,5 GW di potenza installata risalgono a prima del 1960. Anche la siccità registrata negli ultimi anni rappresenta un’ulteriore e impegnativa sfida per questo settore. Tutti questi aspetti devono essere affrontati con serietà e trasparenza, in un clima di proficuo dialogo tra istituzioni pubbliche e soggetti privati. Sono convinto che, soprattutto nell’attuale contesto geopolitico in cui si sta ridisegnando il panorama della sicurezza energetica, sia più che mai necessario definire una strategia condivisa per il futuro dell’idroelettrico”.

PICHETTO: DOBBIAMO TORNARE A REALIZZARE INVASI IN ITALIA

“L’idroelettrico è una delle energie storiche del nostro Paese. In un contesto energetico difficile, lo scorso anno l’idroelettrico ci ha dato un buon contributo per superare i 50 terawattora, che significa un qualcosa di rilevante a livello di Paese, poiché ha comportato minori importazioni di gas”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

Pichetto ha ricordato che “c’è poi la grande sfida del rinnovo. Sono 50 anni che non facciamo invasi, e ci accorgiamo di quanto ormai sia una condizione di arretratezza, in un Paese che ha due terzi di aree collinari e montane, quindi condizioni di favore per creare invasi. Invasi che in questo periodo avrebbero una valenza enorme: prima una valenza ambientale rispetto al cambiamento climatico, perché con gli invasi si raccoglie l’acqua quando ne arriva troppa e la si rilascia quando c’è la siccità, e questo è un effetto diretto sul cambiamento climatico”.

PICHETTO: IL SETTORE IDROELETTRICO DEV’ESSERE GESTITO DA PRODUTTORI NAZIONALI

“Sull’idroelettrico dobbiamo riutilizzare in un modo più efficace gli invasi che abbiamo e dobbiamo ammodernare la nostra struttura storica. Tutto questo è legato chiaramente alla sfida anche delle concessioni. Su questo abbiamo avuto un primo risultato con l’articolo 7 del DL Concorrenza 2022, che prevede alcuni percorsi sulle gare e, nell’ambito delle gare, gli strumenti che la nostra legislazione permette, quella del project…”.

“Però – ha aggiunto Pichetto – siamo rimasti all’angolo rispetto alla maggior parte dell’Europa, perché noi non abbiamo possibilità di rinnovo con contrattazione, che può essere uno dei percorsi – non l’unico – rispetto a quelle che sono scelte e competenze regionali per la riassegnazione. Io ritengo però che la prima sfida sia mantenere in mani nazionali di produttori di energia, e non puramente in mani finanziarie, quello che è un patrimonio enorme, cioè il nostro idroelettrico”.

ARMANI (EF): È LA RISORSA CHE CONSENTE DI MODULARE DOMANDA E OFFERTA

“L’idroelettrico – ha spiegato il presidente di Elettricità Futura, Gianni Vittorio Armani – è un’infrastruttura che ha attraversato 6 generazioni di italiani e ha trasformato il Paese. È stata l’infrastruttura che ha consentito la prima industrializzazione in Italia. Non il carbone, come nel Nord Europa o Inghilterra, ma l’idroelettrico”.

“Poi – ha aggiunto -, con l’evoluzione del sistema e dell’elettrico ha consentito di modulare e seguire la domanda per permettere a grandi impianti, in particolare nucleari, ma anche a gas e a carbone, di poter essere più efficienti e produrre a ciclo continuato, e oggi è la risorsa che consente di modulare non solo per la domanda, ma anche per l’offerta e per la produzione, lì dove le opportunità maggiori di riduzione del costo dell’energia sono legate a fonti che dipendono da sole e vento, che sono variabili. L’idroelettrico è un settore che rappresenta il 35% delle energie rinnovabili in Italia, è la fonte principale di energia decarbonizzata: 40 terawattora, equivalenti al fabbisogno di 15 milioni di famiglie, e rappresenta anche un terzo del patrimonio idrico da bacini artificiali d’Italia: 4 miliardi e 400 milioni di metri cubi di acqua sono archiviati e garantiti da impianti che producono non solo energia, ma distribuiscono anche acqua potabile. Inoltre, è un settore che dà lavoro a 12.000 persone.

ARMANI (EF): SERVONO INVESTIMENTI, ANCHE PER LA DIGITALIZZAZIONE

“Oggi – ha detto ancora il presidente di Elettricità Futura –, all’alba della transizione energetica, è importante pensare a questa infrastruttura non come un’infrastruttura che ha finito il suo ciclo. È un’infrastruttura che ha bisogno di investimenti: solo l’80% della capacità degli invasi autorizzata oggi è effettivamente sfruttata, quindi c’è un potenziale ancora per crescere”.

“C’è la sfida della digitalizzazione: queste sono infrastrutture che sono state concepite 150 anni fa, quando non c’erano nemmeno i sistemi di telecomunicazione. La trasformazione che può consentire la digitalizzazione è incredibile. Quelli idroelettrici sono impianti che si integrano perfettamente con le fonti non programmabili e consentono di aumentare quella quota di penetrazione delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico che consente di spiazzare più gas e quindi di produrre più rinnovabile e consumare meno gas, e quindi ridurre anche i prezzi del gas”.

REGINA (CONFINDUSTRIA): L’IDROELETTRICO È STATO LA CHIAVE PER LA NOSTRA EMANCIPAZIONE INDUSTRIALE

Secondo il coordinatore del GT Energia di Confindustria, Aurelio Regina, “l’idroelettrico è una grande infrastruttura che ha dato benessere e sviluppo industriale. Nel momento in cui uscivamo dalla guerra, l’idroelettrico è stato la chiave per l’emancipazione del Paese. Oggi se possiamo vantare la settima economia nel mondo e il quarto Paese esportatore lo dobbiamo anche a quel periodo felice che ha permesso l’industrializzazione del Paese”.

“Il dibattito sull’idroelettrico – ha aggiunto Regina – va inserito nel contesto di un processo in cui l’Europa si pone il tema di come garantire agli investitori di infrastrutture energetiche un profilo di investimento di lungo periodo e, allo stesso tempo, strumenti economici in grado di ridurre il profilo di rischio. La transizione energetica richiede una visione strategica di lungo periodo, e per quanto può sembrare paradossale, io credo che sia gli utenti che i produttori siano chiamati ad un ruolo fondamentale da giocare in comune”.

GUSMEROLI: È UN’ENERGIA STRATEGICA, MA SERVONO INVESTIMENTI

Infine è intervenuto il presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, che ha spiegato: “l’idroelettrico è un’energia strategica per il nostro Paese, e il tema degli investimenti è fondamentale. L’idroelettrico ha contribuito fortemente all’elettrificazione delle ferrovie, un tema nodale per il nostro Paese. Il tema della transizione energetica ed ecologica impatterà su milioni di persone: serve un approccio pragmatico che tuteli l’industria e i posti di lavoro, ma anche l’economia e la crescita dei territori. La grande sfida della politica è che dovrà guardare al bene di un sistema che non è solo una transizione energetica scevra da temi di sostenibilità economica, sociale e occupazionale”.

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