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Gas

Perché la Lituania non russa più col gas russo e il Cremlino non demorde sul rublo

Il Cremlino ha ribadito che il regime di pagamento in rublo per il gas naturale varato dal presidente Vladimir Putin è il prototipo che il Paese estenderà anche ad altre grandi esportazioni

La Russia procede spedita nel suo piano di far pagare in rubli le forniture di gas naturale. Dal canto suo l’Europa si sta attrezzando per cercare di svincolarsi sempre di più dalla morsa energetica russa e un paese c’è già riuscito: si tratta della Lituania, primo Stato membro europeo ad assicurarsi l’indipendenza dalle forniture russe.

GAS LITUANO SOLO IN GNL

Tutto il gas per il consumo interno lituano sarà importato, infatti, tramite il terminale di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) nel porto di Klaipeda, ha affermato il ministero dell’Energia in una nota raccolta da Reuters.

“Da questo mese in poi, niente più gas russo in Lituania”, ha twittato sabato il presidente lituano Gitanas Nauseda, dicendo che il paese sta spezzando “i legami energetici con l’aggressore”. “Se possiamo farlo noi, anche il resto d’Europa può farlo”, ha aggiunto.

PROSEGUE IL TRANSITO VERSO KALININGRAD

Il terminale GNL di Klaipeda, chiamato Independence, è stato inaugurato nel 2014 per porre fine a un monopolio russo sulla fornitura di gas che l’allora presidente Dalia Grybauskaite definì una “minaccia esistenziale” per il paese. La Lituania, tuttavia, non pone fine al transito del gas russo nell’enclave di Kaliningrad. Sabato sera il sito web della rete del gas della Lituania ha mostrato all’incirca la stessa quantità di gas in entrata dalla Bielorussia che veniva esportata a Kaliningrad.

IL CREMLINO RIBADISCE: SOLO PAGAMENTI IN RUBLI. ANCHE PER ALTRE MATERIE PRIME

Nel frattempo il Cremlino ha però ribadito che il regime di pagamento in rublo per il gas naturale varato dal presidente Vladimir Putin è il prototipo che il Paese estenderà anche ad altre grandi esportazioni perché l’Occidente ha suggellato il declino del dollaro Usa congelando i beni russi, ha sottolineato sempre Reuters.

La principale risposta economica di Putin finora è stata proprio l’ordine del 23 marzo per il pagamento in rubli delle esportazioni di gas russe, che comunque consente agli acquirenti di pagare nella valuta contratta che viene poi scambiata in rubli dalla Gazprombank.

“È il prototipo del sistema”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov alla televisione di stato russa Channel One a proposito del sistema di pagamento del rublo per il gas. “Non ho dubbi che sarà esteso a nuovi gruppi di merci”, ha detto Peskov senza fornire tempistiche.

LA SLOVACCHIA STA CON L’EUROPA

In ogni caso anche paesi riluttanti come la Slovacchia, hanno assicurato che agiranno all’unisono con l’Unione europea contro le richieste di pagamento in rubli del gas russo. In precedenza nel paese dell’Est si era sollevato il problema dell’approvvigionamento di combustibile. Il ministro dell’Economia Richard Sulik, ricostruisce Reuters, aveva affermato che il Paese avrebbe lavorato insieme all’Europa sul fronte russo, ma che la Slovacchia non si sarebbe potuta permettere di essere tagliata fuori dai flussi di gas russi e se avesse dovuto pagare in rubli lo avrebbe fatto. “Il gas (flusso) non deve fermarsi… Se c’è una condizione per pagare in rubli, allora paghiamo in rubli”, aveva detto Sulik in un programma di dibattito domenicale sull’emittente pubblica RTVS.

Il primo ministro Eduard Heger ha però ribadito domenica a sera in un post su Facebook che “l’unità è fondamentale” in momenti di crisi come questi e che anche la Slovacchia non avrebbe accettato di pagare in rubli.

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