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Transizione Energetica Ue

Perché la transizione energetica europea è a rischio con il conflitto tra Russia e Ucraina. Il report Global X

Se le restrizioni continueranno nel prossimo inverno è probabile che ci sarà un razionamento energetico in Europa che potrebbe mettere a rischio la transizione energetica del Vecchio Continente

“È probabile che l’Europa disporrà di energia sufficiente durante questo inverno, ma se le restrizioni continueranno nel prossimo inverno è probabile che ci sarà un razionamento energetico. L’aumento dei prezzi dell’energia aumenta il rischio che le prospettive di crescita in Europa possano deteriorarsi rapidamente e in modo significativo”. È quanto afferma Jon Maier, CIO di Global X in una serie di considerazioni legate all’impatto della guerra in Ucraina, con alcune riflessioni finali su quello che farà la Fed.

LA GUERRA HA PEGGIORATO LA SITUAZIONE

Secondo Maier “prima dell’invasione, l’economia globale stava già affrontando picchi nei prezzi dell’energia. Questa guerra ha solo peggiorato la situazione dell’inflazione, dato il predominio della Russia sui mercati delle materie prime di petrolio, gas, alluminio, palladio e grano. Gli Stati Uniti sono ampiamente indipendenti dalle importazioni russe, il che sostiene e isola i mercati interni dagli impatti diretti. Più preoccupanti sono gli impatti indiretti, in particolare l’impatto sull’Europa e il conseguente effetto a catena. La dipendenza dell’Europa dalla Russia pone gravi rischi al ribasso per la loro economia e rischi moderati per l’economia globale”.

POSSIBILE RALLENTAMENTO DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

In questo contesto “il disinvestimento dal carburante russo potrebbe anche rallentare la transizione energetica in alcuni paesi. In primis la Germania, che sta valutando una lenta uscita dall’energia da combustibili fossili. O accelerare la transizione verso il net zero in altri paesi. Come la Francia, che sta spingendo per una rapida adozione dell’energia nucleare per evitare gravi interruzioni dell’approvvigionamento a lungo termine. Ciò porta a opportunità nell’uranio e in altri ambiti della tecnologia ‘clean’”, ha spiegato il Cio di Global X.

LE AZIENDE STANNO RIDUCENDO IN MASSA L’ESPOSIZIONE SUL MERCATO RUSSO

Dal punto di vista economico “le aziende stanno riducendo in massa l’esposizione alla Russia per evitare il rischio reputazionale e per ridurre l’esposizione all’inevitabilità di future sanzioni – ha proseguito Maier -. Il prezzo degli asset è un forte indicatore del sentimento del mercato e la borsa valori di Mosca (MOEX) è stata chiusa per tutta la settimana, il che rende difficile capire gli impatti. Gli ETF russi sulle borse statunitensi, che possono fungere da proxy per il mercato sottostante, indicano che il mercato è in calo di circa l’80% per l’anno. Un rublo è ora meno dell’equivalente di circa 0,01 dollari Usa. Inutile dire che la fiducia degli investitori in Russia è bassa”.

LA FED PRONTA AD ALZARE I TASSI DI INTERESSE

Per quanto riguarda la Fed “a livello nazionale, le retribuzioni non agricole di febbraio hanno superato il consenso, crescendo di 678.000, e il tasso di partecipazione è salito al 62,3%. Ciò ha fatto scendere il tasso di disoccupazione al 3,8%. Ciò supporta il programma di rialzo dei tassi della Fed e in modo molto trasparente il presidente Powell ha annunciato che la Fed aumenterà i tassi di 25 punti base a partire da marzo. Mentre Putin continua a sorprenderci, le affermazioni di Powell ci tranquillizzano con la sua mossa di aumentare lentamente i tassi di interesse a breve termine. Le stime attualmente prevedono da cinque a sette aumenti quest’anno, a seconda dell’impatto e della durata del conflitto”, ha concluso Maier.

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