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Transizione Africa

Perché l’Africa può battere chiunque sulle nuove energie

Un’analisi del Gruppo di Studi Geopolitici rivela tutti i vantaggi dell’Africa nel promuovere la transizione energetica

La crisi ucraina scatenata dalla guerra di Putin sta sortendo i suoi pesantissimi effetti in ogni angolo del mondo. Anche in Africa. Perché i costi del transito delle merci sono schizzati, perché cibo e rifornimenti hanno prezzi ormai alle stelle. E si stima che i prezzi più alti aumenteranno il costo del petrolio per gli importatori della regione di 19 miliardi di dollari. A dirlo non è l’opinione pubblica, tra l’altro. Bensì il Fondo Monetario Internazionale.

E forse è questo un buonissimo motivo per argomentare dell’altro sul continente africano. Come, ad esempio, che la transizione energetica è estremamente promettente per lo sviluppo economico e sociale dell’Africa. Una proiezione, questa, diffusa dall’Agenzia Internazionale per l’Energia nell’Africa Energy Outlook 2022.

TRANSIZIONE: PERCHÉ L’AFRICA HA SOLO DA GUADAGNARE

Come ripercorso in un’analisi del Gruppo di Studi Geopolitici sulla rivista Le Grand Conitnent, l’energia solare risulta essere la fonte più accessibile nel continente africano. “Le pompe di irrigazione a energia solare sono meno costose da usare rispetto alle pompe diesel e possono migliorare la produttività alimentare e la resilienza alla siccità”, per esempio.

Ma non solo. Ancora di più, in termini di opportunità, può arrivare per la costruzione delle batterie, delle tecnologie dell’idrogeno e delle energie rinnovabili. Perché l’Africa può diventare un attore importante nell’estrazione e nella lavorazione di minerali critici utili a realizzarle.

COME E QUANTO CRESCE LA DOMANDA DI ENERGIA

Inoltre, se è vero che la domanda di energia cresce ovunque, in Africa il discorso vale ancora di più. Il consumo globale di energia è aumentato del 5,8% nel 2021, superando i livelli pre-pandemia mentre la forte crescita delle energie rinnovabili ha ridotto l’uso di combustibili fossili, ha detto l’ultimo Statistic Review di BP. La domanda di petrolio lo scorso anno è stata di 3,7 milioni di barili al giorno al di sotto dei livelli del 2019, guidata principalmente dalla debolezza del settore aeronautico, pari al 33% al di sotto dei livelli pre-pandemia, dice il report.

Secondo la proiezione descritta sulla rivista di Gilles Gressani, “la domanda di energia dell’Africa non è dovuta solo alla crescita della popolazione, ma anche all’aumento dell’attività industriale, commerciale e agricola”. E “la domanda di energia nell’industria, nel trasporto merci e nell’agricoltura aumenterà di quasi il 40% entro il 2030”.

“L’Africa ospita il 60% delle migliori risorse solari del mondo, ma il continente ha attualmente solo l’1% della capacità solare fotovoltaica installata al mondo, meno dei Paesi Bassi. Il solare fotovoltaico, che è già la fonte di energia più economica in molte parti dell’Africa, diventerà la fonte più competitiva in tutto il continente entro il 2030. Le energie rinnovabili – tra cui solare, eolico, idroelettrico e geotermico – rappresenteranno oltre l’80% della nuova capacità di generazione di energia installata fino al 2030”, si legge ancora nello scenario tracciato dal Gruppo Studi.

L’AFRICA TRA GAS…

È vero, tante mosse di BP, Eni, Shell ed altri indicano che progetti in stand-by nel continente potrebbero riavviarsi per rispondere alla crescente domanda globale di energia. Entro la fine del prossimo decennio, l’Africa potrebbe raggiungere il picco di produzione di gas a quota 470 miliardi di metri cubi, sostituendo de facto la Russia.

Anche con il numero di progetti gas in fase di sviluppo o attualmente in ritardo, l’Africa ha ancora un potenziale di produzione significativo. Secondo Rystad Energy, si prevede che il continente africano aumenterà al 2030 la sua produzione di gas da circa 260 miliardi di metri cubi a un massimo di 335 miliardi di metri cubi.

…E RINNOVABILI

Ma è anche vero che “le nazioni africane ricche di energia, ma per il resto sottosviluppate, devono assicurarsi il diritto alla crescita e al potere alla conferenza COP27”. Cioè, la riunione annuale sul clima che si terrà in Egitto a novembre. A dichiararlo sono stati, qualche giorno fa, molti alti funzionari africani presenti all’African Energy Forum di Bruxelles.

“Alla COP27 ci aspettiamo che il G7 e tutti i Paesi sviluppati considerino nella transizione energetica lasciare che i Paesi africani sviluppino gas che finanzi l’elettricità per i nostri cittadini e aiuti a industrializzare i nostri Paesi”.

E ancora: “Vogliamo realizzare progetti e sbloccare finanziamenti. Abbiamo cercato di parlare la lingua del resto del mondo, ma ora il mondo ha bisogno di guardarci e parlare la nostra lingua”. Appuntamento a novembre.

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