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gas stoccaggi

Perché, nonostante l’alto livello degli stoccaggi, in Europa permangono rischi sull’approvvigionamento di gas

Secondo gli analisti, le preoccupazioni per un’altra interruzione della fornitura dalla Russia e per le interruzioni non pianificate in Norvegia – che oggi è il maggior fornitore di gas dell’Europa – manterranno i mercati in tensione e i prezzi elevati verso la fine dell’anno

In Europa negli ultimi tre mesi i prezzi del gas naturale sono aumentati del 40%, nonostante l’Ue sia uscita dalla stagione invernale con un livello record di gas ancora negli stoccaggi. L’aumento dei prezzi durante la cosiddetta stagione intermedia – quando la domanda di gas domestico è bassa – è il risultato delle preoccupazioni per le interruzioni dell’offerta e dell’aumento delle importazioni di GNL in Asia a causa dei prezzi spot più bassi e delle ondate di caldo in alcune parti della Cina, così come in India e in altri Paesi del sud-est asiatico.

I maggiori flussi di GNL diretti in Asia – scrive Tsvetana Paraskova su Oilprice – hanno lasciato l’Europa con meno importazioni in primavera, e il notevole surplus negli stoccaggi europei, pur essendo ancora a livelli record e ben al di sopra delle medie stagionali, si è ridotto dalla fine della stagione di riscaldamento.

I RISCHI SULL’APPROVVIGIONAMENTO DI GAS IN EUROPA

Ecco allora che permangono dei rischi per l’approvvigionamento di gas in Europa, come hanno dimostrato i picchi più recenti dei prezzi di riferimento del continente. Secondo gli analisti, l’Europa probabilmente riempirà gli stoccaggi prima della scadenza del 1° novembre per il secondo anno consecutivo, ma le preoccupazioni per un’altra interruzione della fornitura dalla Russia e per le interruzioni non pianificate in Norvegia – che oggi è il maggior fornitore di gas dell’Europa – manterranno i mercati in tensione e i prezzi elevati verso la fine dell’anno.

I LIVELLI RECORD DEGLI STOCCAGGI INIZIANO A DIMINUIRE

Secondo i dati di Gas Infrastructure Europe, all’11 giugno i siti di stoccaggio di gas dell’Unione europea erano pieni al 72,3%. La stagione di rifornimento è iniziata, e l’Ue ha aumentato i livelli negli stoccaggi rispetto al 58% di fine inverno, che già di per sé rappresentava un livello record di gas disponibile per la fine di una stagione di riscaldamento, grazie ad un inverno più mite e una domanda debole da parte dell’industria.

Ora che la stagione di rifornimento è in pieno svolgimento, l’inizio è stato insolitamente lento: secondo i dati compilati dall’analista di Reuters John Kemp, è stato il secondo inizio più lento dal 2012 e ben al di sotto della media stagionale decennale. L’eccedenza delle scorte di gas, rispetto alla media decennale, si è ridotta all’inizio di giugno rispetto alla fine della stagione di riscaldamento, il 31 marzo.

Ciononostante, i livelli degli stoccaggi continuano ad essere ben al di sopra delle medie stagionali, ed è probabile che l’Europa raggiungerà il suo obiettivo di riempimento completo ben prima della scadenza del 1° novembre. Tuttavia, l’accumulo di gas più lento del solito ha esercitato una pressione al rialzo sui prezzi europei, che nelle ultime settimane ha riflesso anche i rischi per l’approvvigionamento da parte di Norvegia e Russia. In più, l’Asia sta aumentando la concorrenza per la fornitura di GNL, poiché le ondate di caldo colpiscono il sud e il sud-est del continente, dirottando i carichi lontano dall’Europa.

I RISCHI SULLE FORNITURE FANNO AUMENTARE I PREZZI DEL GAS IN EUROPA

A giugno i prezzi di riferimento del gas naturale in Europa sono già aumentati in due occasioni, perché il mercato temeva degli shock sull’offerta. In primo luogo, i futures olandesi del gas naturale TTF ad inizio giugno sono aumentati del 10% in un solo giorno, raggiungendo il livello più alto in 6 mesi, mentre la fornitura dalla Norvegia è crollata a causa di interruzioni non pianificate.

L’hub Sleipner, al largo della Norvegia, è stato chiuso, interrompendo per diversi giorni anche le operazioni nell’impianto di lavorazione onshore di Nyhamna. L’hub offshore Sleipner Riser è un punto di connessione per le condotte che collegano l’impianto di Nyhamna, sulla costa occidentale della Norvegia, con il terminal di Easington, nel Regno Unito. L’interruzione non pianificata ha evidenziato la vulnerabilità dell’Europa, che fa affidamento sulle importazioni di gas naturale da quando la Norvegia è diventata il principale fornitore di gas europeo, dopo l’invasione russa dell’Ucraina e il crollo delle esportazioni russe.

L’INCERTEZZA SULLE FORNITURE RUSSE

Questa settimana, l’incertezza sulla restante fornitura di gas russo attraverso i gasdotti verso l’Europa ha fatto lievitare i prezzi presso l’hub olandese. Mercoledì mattina i prezzi sono aumentati del 3%, dopo che la tedesca Uniper ha rescisso i contratti di fornitura di gas russo, lasciando il mercato preoccupato per i restanti flussi dalla Russia all’Europa. L’annuncio di Uniper e il recente avvertimento di OMV – secondo cui Gazprom potrebbe interrompere la fornitura di gas all’Austria a causa di una sentenza di un tribunale straniero che potrebbe interrompere i pagamenti di OMV a Gazprom Export – hanno riacceso le preoccupazioni sulla possibilità che Gazprom potrebbe ridurre ulteriormente le forniture russe.

I PREZZI DEL GAS IN ASIA E GLI STOCCAGGI EUROPEI

Secondo Wood Mackenzie, dal momento che i prezzi in Europa sono aumentati del 40% in tre mesi e i prezzi spot del GNL in Asia si aggirano intorno ai massimi di 6 mesi, i prezzi asiatici più elevati nel breve termine potrebbero creare degli ostacoli alla crescita della domanda di GNL in Asia. “La minore domanda europea ha depresso i prezzi e spinto il GNL in Asia, con le importazioni verso la sola Cina in aumento del 22%”, ha affermato Lucy Cullen, direttore ricerca EMEA Gas & LNG Research di Wood Mackenzie.

“Guardando al futuro, è probabile che i prezzi elevati forniranno alcuni ostacoli alla crescita della domanda asiatica a breve termine. Di conseguenza, i livelli degli stoccaggi europei sono sulla buona strada per raggiungere la piena capacità entro la fine di settembre e restare tali fino ad ottobre”, ha aggiunto Cullen.

Tuttavia, l’Europa si trova ancora ad affrontare dei rischi di approvvigionamento, il maggiore dei quali è sul gas russo, “sia attraverso un’interruzione anticipata dei flussi attraverso l’Ucraina o come conseguenza di procedimenti arbitrali pendenti tra le società energetiche europee e Gazprom”. Inoltre, secondo Cullen la manutenzione norvegese non pianificata o estesa è destinata a svolgere un ruolo più significativo sui prezzi del gas in Europa e sul ritmo di riempimento degli stoccaggi.

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