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Petrolio

Petrolio, prezzi in salita ma recupero lento

Per garantire il monitoraggio della produzione di petrolio, il Comitato misto di controllo ministeriale (JMMC) di Opec+ si riunirà giovedì 18 giugno e ogni mese fino a fine 2020

Prezzi del petrolio in aumento ma con miglioramenti che saranno molto lenti nel tempo. Barclays ha aumentato, infatti, le previsioni del prezzo del petrolio di 4 dollari al barile, anche se ha sottolineato che il suo andamento di crescita nel tempo sarà molto cauto. Ma non tutti i previsori sono dello stesso parere, mentre Opec+ prosegue il giro di riunioni con cadenza mensile per monitorare gli sforzi dei paesi aderenti.

LE PREVISIONI DI BARCLAYS

Reuters ha riferito, infatti, che Barclays si aspetta che il greggio Brent raggiunga una media di 41 dollari al barile quest’anno, con il West Texas Intermediate a 37 dollari al barile. Tuttavia, nel terzo trimestre, la banca prevede che il greggio Brent sarà scambiato a una media di 37 dollari al barile e il WTI a 34 dollari al barile.

Al momento, entrambi i benchmark di riferimento petrolifero sono scambiati al di sotto di 40 al barile al barile con Brent a circa 37,68 dollari al barile e WTI a 35,43 dollari al barile.

INDICI ATTESI IN CALO

Ma sempre entrambi gli indici “dovrebbero scendere nuovamente all’inizio della settimana malgrado un rialzo prolungato”, ha sottolineato Oilprice. Il rally, infatti, non è stato abbastanza forte da sostenere l’ottimismo iniziale, per via delle mosse di Opec+.

RIALZO DEI PREZZI IN ESAURIMENTO PER MORGAN STANLEY

A conferma è arrivata la previsione di Morgan Stanley che ha avvertito che il rialzo dei prezzi si sarebbe esaurito presto. All’inizio del mese, la banca d’affari aveva affermato che l’aumento dei prezzi poi verificatosi la scorsa settimana “appare principalmente basato sull’offerta anziché sulla domanda, ed è discutibile di quanto possano rafforzarsi le raffinerie in questo contesto”.

Nonostante i continui sforzi di fissazione del mercato nell’offerta da parte del gruppo Opec+, è improbabile, insomma, secondo l’istituto americano, che il consumo mondiale di petrolio ritorni ai livelli pre- pandemia di coronavirus fino alla fine del prossimo anno.

Altre preoccupazioni su una correzione del prezzo del petrolio includono lo shale americano che ha riavviato la produzione all’aumentare dei prezzi, nonché il forte aumento della produzione di petrolio che si avrà quando l’Opec e gli alleati inizieranno a ridurre i tagli, ha affermato sempre Morgan Stanley.

ANCHE GOLDMAN SACHS RIBASSISSTA

Anche Goldman Sachs ha messo sotto sorveglianza il prezzo del petrolio e nelle sue previsioni, la banca di investimento è piuttosto ribassista in questo momento. Citando l’incertezza sulla ripresa della domanda di petrolio, la scorsa settimana Goldman ha affermato che si aspettava un Brent in rapida discesa a 35 dollari al barile, poiché le aspettative su un rapido rimbalzo della domanda di petrolio si sono rivelate troppo ottimistiche.

AL VIA RIUNIONI DI OPEC+

Intanto, a partite da questa settimana un panel di monitoraggio dell’Opec+ si incontrerà per discutere dei tagli alla produzione in corso per verificare il grado di compliance, ma non prenderà alcuna decisione in merito al taglio che è stato prorogato fino alla fine di luglio, secondo quanto riferito da Reuters.

Il Comitato misto di controllo ministeriale (JMMC), che comprende membri dell’Opec e del gruppo di paesi non Opec, si riunirà giovedì 18 giugno, nell’ambito di un programma di riunioni mensili fino alla fine dell’anno per discutere la situazione sul mercato petrolifero e il rispetto dei tagli.

L’Opec+ ha concordato sabato  di estendere i tagli record di produzione  di 9,7 milioni di barili al giorno di un mese, fino alla fine di luglio.

Inoltre, il mercato del petrolio estremamente volatile e la traiettoria altamente incerta della ripresa della domanda globale hanno costretto il gruppo Opec+ a tenere le riunioni del JMMC ogni mese fino alla fine del 2020.

Questo panel tuttavia, non può decidere la politica di produzione del gruppo Opec+, può solo fare raccomandazioni da prendere in considerazione durante le riunioni congiunte Opec e non Opec hanno affermato le fonti di Reuters.

GLI IMPEGNI DELL’IRAQ

Nel frattempo, il secondo più grande produttore Opec, l’Iraq, che è anche il membro meno conforme all’accordo Opec+, ha ribadito che è impegnato nei tagli. Il nuovo ministro del petrolio iracheno, Ihsan Abdul Jabbar Ismaael, ha confermato in una telefonata con il suo omologo saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, il “pieno impegno” dell’Iraq per i tagli, ha dichiarato il cartello petrolifero n un comunicato stampa. L’Iraq conferma “il suo impegno nei confronti degli adeguamenti volontari alla produzione di petrolio di giugno e luglio 2020, nonché degli adeguamenti volontari per il periodo successivo alla fine di luglio, nonostante le sfide economiche e finanziarie”, ha detto Ismaael al ministro saudita dell’energia.

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