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Petrolio

Petrolio: Prezzi più alti e domanda più forte nel 2022. Ecco le previsioni

Il prossimo anno vedrà una domanda di petrolio ancora più forte, nonostante un calo temporaneo durante il primo trimestre. Cosa dicono gli analisti

La domanda di petrolio ha subito un duro colpo lo scorso anno quando il coronavirus si è diffuso in tutto il mondo e ha iniziato a provocare lockdown. Poi l’onda si è ritirata e la domanda di petrolio ha iniziato a riprendersi, molto più velocemente di quanto ci si aspettasse. Nonostante la spinta alla transizione verde, la domanda continuerà a riprendersi anche nel prossimo anno e in quelli successivi. Molti previsori, tra cui BP, nel 2020 sostenevano che il picco del petrolio fosse già passato e che quello che dovevamo aspettarci era un mix di energie più rinnovabili. In realtà con il calare dei casi di Covid-19 nei mercati chiave, la domanda di greggio ha comincaito ad aumentare ed è rimbalzata così forte che ha portato l’allarme di possibili carenze.

PERICOLO DI SOTTOINVESTIMENTI

L’Arabia Saudita ha recentemente avvertito che il sottoinvestimento nella nuova produzione di petrolio e gas potrebbe portare a prezzi più alti e a crisi di approvvigionamento. “Ci stiamo dirigendo verso una fase che potrebbe essere pericolosa se non si spende abbastanza per l’energia”, ha detto all’inizio di questo mese il ministro dell’Energia del Regno, il principe Abdulaziz bin Salman secondo quanto riportato da Oilprice.

COSA STANNO FACENDO LE BANCHE

Anche le banche stanno contribuendo a una discrepanza tra le previsioni della domanda e le realtà dell’offerta a causa della crescente pressione a voler bloccare gli affari con l’industria petrolifera e del gas.

Gli analisti delle banche di investimento sembrano aspettarsi prezzi più alti a causa della forte domanda e dell’offerta non così forte. Damien Courvalin di Goldman Sachs ha dichiarato all’inizio di questo mese che il Brent avrebbe potuto raggiungere i 100 dollari l’anno prossimo, si legge su Cnbc. Gli analisti di Morgan Stanley hanno invece ridotto le previsioni per il petrolio del primo trimestre 2022, citando preoccupazioni relative a omicron, ma hanno alzato le previsioni per il terzo trimestre da 85 a 90 dollari al barile di Brent, ha suggerito Reuters.

Il BMO Markets canadese, sottolinea Bloomberg, prevede che la domanda di petrolio raggiungerà un record il prossimo anno e rimarrà forte anche nei prossimi anni, nonostante un calo temporaneo nel primo trimestre, sempre a causa della variante omicron del coronavirus.

LA POSIZIONE DI OPEC

Parlando di omicron, l’Opec ha ampiamente spazzato via quella che gli altri vedono come una nuova minaccia per le economie globali e la domanda di petrolio. Il cartello, nel suo ultimo Monthly Oil Market Report, ha effettivamente alzato le sue previsioni di domanda per il primo trimestre del prossimo anno, nonostante il previsto rilascio di riserve da parte di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, volto a frenare il rally dei prezzi del petrolio iniziato alla fine 2020 e ha spinto i benchmark a massimi di oltre 80 dollari al barile in ottobre. Secondo il cartello, l’effetto dell’omicron sulla domanda di petrolio sarà “mite e di breve durata, grazie al fatto che il mondo è meglio attrezzato per gestire il COVID-19 e le relative sfide”, si legge su Reuters.

Courvalin di Goldman sembra essere d’accordo con questo punto di vista. “Se questa è un’altra ondata come quelle che abbiamo visto prima, allora è un colpo negativo per la crescita economica nel primo trimestre del 2022”, ha detto di recente a Reuters. “Ma se ci fosse una successiva ripresa, la domanda di petrolio, che ha toccato brevemente i livelli pre-COVID all’inizio di novembre, sarebbe a nuovi massimi record per la maggior parte del 2022”.

“Se le precedenti ondate di Covid-19 sono indicative, ci sarà una ripresa anche dopo questa ondata. Un potenziale problema sarà la capacità dei fornitori di soddisfare questa domanda oltre il breve termine. Gli investimenti nella nuova produzione di petrolio sono effettivamente diminuiti considerevolmente, e molti nel settore, soprattutto le supermajor, sono ancora cauti nell’usare più petrolio e gas, quindi puntano invece sulla capacità di energia rinnovabile”, ha evidenziato ù.

Tuttavia, questo potrebbe giocare loro un brutto scherzo lungo la strada. “Se la crisi energetica europea ci ha insegnato qualcosa, è il fatto spiacevole che anche l’Europa verde e sostenibile è ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili. E l’Europa non è tra i principali consumatori di petrolio: è l’Asia emergente che ha questo piacere, e tutte le previsioni indicano che questa domanda crescerà ulteriormente nei prossimi anni”, ha specificato ancora Oilprice.

D’altronde basta vedere i dati. La capacità inutilizzata dell’OPEC+ era di 5,11 milioni di barili al giorno a ottobre di quest’anno, secondo la US Energy Information Administration. Tuttavia, la capacità inutilizzata non è statica e la cifra di ottobre è in realtà un calo sostanziale dall’inizio del 2021, quando la capacità inutilizzata nel cartello era stata di 9 milioni di barili al giorno. E potrebbe scendere ulteriormente a meno di 4 milioni di barili al giorno entro la fine del prossimo anno.

ANCHE L’AIE SOLLECITA PIU’ PETROLIO

Questo stato di cose ha spinto l’Agenzia Internazionale per l’Energia, a sollecitare maggiori investimenti nella nuova produzione di petrolio nonostante sia una sostenitrice delle energie pulite. “Quanto grave sia la situazione a causa di questa discrepanza lo dimostra il fatto che pochi mesi prima l’Aie aveva chiesto la fine di tutti i nuovi investimenti nel petrolio e nel gas per far raggiungere al mondo gli obiettivi della transizione. Quindi sembra che il prossimo anno vedremo una domanda di petrolio ancora più forte, anche con un calo temporaneo durante il primo trimestre mentre faremo i conti con la variante omicron. E mentre la domanda cresce più forte, la crescita dell’offerta continuerà a restare indietro sotto la pressione degli investitori ESG e del governo. I mercati petroliferi avranno sicuramente un anno interessante nel 2022”, ha concluso Oilprice.

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