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Zolfo

Petrolio, perché gli Usa saranno protagonisti. Report Aie

Nel rapporto “Oil 2018” l’Agenzia internazionale per l’energia mette al primo posto la sicurezza energetica

Nei prossimi tre anni la produzione di greggio degli Stati Uniti coprirà l’80% della crescita della domanda petrolifera mondiale. Ciò grazie allo shale oil che garantirà un flusso imponente di risorse. Lo rileva l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nel rapporto “Oil 2018 – che si occupa delle previsioni di mercato per i prossimi cinque anni –, precisando che a coprire il resto della crescita della domanda mondiale ci penseranno Canada, Brasile e Norvegia. Secondo l’Aie, infatti, la crescita della produzione petrolifera da parte di questi quattro paesi può essere in grado di mantenere il mondo ben rifornito e di soddisfare in modo adeguato la domanda petrolifera globale fino al 2020 anche se dopo tale data saranno necessari maggiori investimenti per aumentare la produzione.

IL POST-2020: SERVONO PIU’ INVESTIMENTI NELL’UPSTREAM

Il rapporto dell’Aie rileva, infatti, che nonostante il calo dei costi, saranno necessari ulteriori investimenti nel settore petrolifero per stimolare la crescita dell’offerta dopo il 2020. L’industria petrolifera deve riprendersi ancora dal calo biennale e senza precedenti verificatosi nel periodo 2015-2016 e la stessa Agenzia internazionale per l’energia rileva, per ora, aumenti di spesa nell’upstream solo negli Usa. “Gli Stati Uniti apporranno il loro timbro sui mercati petroliferi mondiali per i prossimi cinque anni – ha dichiarato Fatih Birol, Direttore Esecutivo dell’Aie -. Ma, come abbiamo più volte sottolineato, il debole quadro globale degli investimenti rimane fonte di preoccupazione. Saranno necessari maggiori investimenti per compensare il declino dei giacimenti petroliferi – il mondo deve sostituire ogni anno 3 milioni di barili al giorno, l’equivalente del Mare del Nord – e nel contempo soddisfare una forte crescita della domanda”.

LE PREVISIONI AL 2023: DOMANDA A 6,9 MLN DI BARILI AL GIORNO

Stimolati dalla crescita economica localizzata in Asia e dalla ripresa dell’industria petrolchimica negli Stati Uniti, la domanda petrolifera mondiale aumenterà di 6,9 milioni di barili al giorno entro il 2023 raggiungendo quota 104,7 milioni di barili al giorno secondo le stime Aie. Le previsioni dicono, infatti, che la Cina rimarrà il motore principale della crescita della domanda, anche se politiche più rigorose di freno all’inquinamento atmosferico potrebbero rallentarne la crescita. “La crescente penetrazione degli autobus elettrici e degli autocarri Gnl avrà un impatto maggiore sul contenimento del consumo di carburante rispetto all’elettrificazione dei veicoli passeggeri”, rileva l’Agenzia internazionale dell’energia. Un discorso simile, secondo l’Aie, può essere fatto anche per gli Stati Uniti: gli standard di risparmio del carburante per le autovetture “limiteranno la domanda di benzina con una crescita proveniente dal settore petrolchimico, che è fiorente grazie all’etano a basso costo”. Entro il 2023, rileva ancora l’agenzia, la nuova capacità globale di produzione petrolchimica rappresenterà il 25% della crescita della domanda petrolifera. Nel frattempo, però, una nuova norma sui combustibili per uso marittimo con un tenore di zolfo inferiore che entrerà in vigore nel 2020 “sta creando incertezza sul mercato”.

OFFERTA MONDIALE NEL 2023 SARA’ DI 6,4 MLN DI TONNELLATE AL GIORNO

L’Aie prevede che la capacità globale di produzione petrolifera crescerà di 6,4 milioni di barili al giorno per raggiungere i 107 milioni di barili al giorno entro il 2023. “Grazie alla rivoluzione dello shale oil, gli Stati Uniti si posizioneranno in testa, con una produzione totale che raggiungerà quasi i 17 milioni di barili al giorno” sempre nel 2023, rispetto ai 13,2 milioni di barili al giorno nel 2017. La crescita sarà guidata dal bacino del Permiano, dove la produzione dovrebbe raddoppiare entro il 2023. Il percorso per garantire questo numero di barili supplementari ai mercati mondiali è chiaro, spiega Aie: grazie ai nuovi investimenti in pipeline e in altre infrastrutture per ridurre le attuali strozzature, la capacità di esportazione di greggio statunitense raggiungeranno i quasi 5 milioni di barili al giorno entro il 2020, con Corpus Christi che consoliderà la sua posizione come principale sbocco del petrolio nordamericano verso l’estero.

CRESCITA OPEC DA MEDIO ORIENTE. VENEZUELA IN DECLINO

Praticamente tutta la crescita della produzione Opec proverrà dal Medio Oriente: “In Venezuela, la produzione petrolifera è diminuita di oltre la metà negli ultimi 20 anni e il declino è destinato ad accelerare – stima l’Aie –. Il netto calo della produzione nel paese verrà compensato dai ‘guadagni’ in Iraq, con una crescita della capacità petrolifera dell’Opec di soli 750mila barili al giorno entro il 2023. Se non vi sarà una modifica dei fondamentali, l’effettivo ammortizzatore della capacità inutilizzata globale scenderà a solo il 2,2% della domanda entro il 2023, il numero più basso dal 2007”.

AlgeriaGARANTIRE SICUREZZA ENERGETICA RIMANE CRUCIALE

Oil 2018 ha esamina, infine, anche una serie di altri argomenti, tra cui le questioni relative alla qualità del greggio derivanti dal rapido aumento della produzione statunitense, dai cambiamenti nei flussi commerciali e dall’aumento delle eccedenze di capacità di raffinazione a livello mondiale. “In particolare le rotte globali del commercio petrolifero si stanno spostando verso est, dato che Cina e India stanno sostituendo gli Stati Uniti come principali importatori di petrolio. Con il petrolio trasportato via mare che viaggia su lunghe distanze, la sicurezza energetica, una delle missioni principali dell’Aie, rimarrà più che mai cruciale”.

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