Ecco la memoria depositata in Senato da Arera
“L’Autorità accoglie, dunque, con favore il richiamo alla coerenza nella pianificazione degli investimenti contenuto nel PNRR, nonché alle necessarie riforme di accompagnamento. L’Autorità condivide, inoltre, la priorità evidenziata dal Governo di investire o di favorire i territori che patiscono i maggiori ritardi,affiancando alla pianificazione infrastrutturale investimenti sulla professionalità delle classi manageriali delle aree depresse del Paese”. È quanto si legge nella memoria che Arera ha depositato per la 10a Commissione Industria, commercio, turismo, 5a Bilancio e 14a Politiche dell’Unione europea del Senato in relazione al Pnrr.
IL FOCUS DI ARERA
L’Autorità ha focalizzato, innanzitutto, l’attenzione del Parlamento “sull’indicazione della Commissione europea a individuare un organismo pubblico e indipendente che ‘certifichi’ i costi, la cosiddetta ‘independent validation by an independent public body’” – si legge nella memoria -. Mentre con specifico riferimento ai settori dell’energia elettrica e del gas naturale lo sviluppo delle infrastrutture, l’Autorità ritiene che “i costi d’investimento debbano essere efficienti e sostenibili, le priorità d’intervento degli operatori debbano essere allineate alle esigenze del sistema e i livelli di qualità del servizio debbano convergere in tutte le aree del Paese allineati verso quelli delle aree meglio servite. Di notevole rilievo in questo contesto anche l’integrazione del sistema elettrico e quello del gas, progressivamente a sempre più basso contenuto di CO2, al fine di sfruttare al meglio le opportunità che le differenti tecnologie rendono disponibili.L’applicazione dell’idrogeno verde su scala industriale, se gestita in maniera non efficiente, rischierebbe, almeno nel breve-medio periodo, di distrarre le risorse destinate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dall’obiettivo di decarbonizzazione del sistema elettrico, predominante e con vantaggi maggiori su tale scala temporale. In tale fase è, quindi, opportuno che le energie rinnovabili siano valorizzate attraverso il contributo diretto alla decarbonizzazione del sistema elettrico, valutando,in aggiunta,anche tecnologie alternative per la decarbonizzazione del settore dell’idrogeno, quali la cattura e il sequestro della CO2, impiegabili nel breve periodo a costi inferiori.Risulta, altresì, essenziale valutare la sostenibilità ambientale ed economica delle diverse tecnologie disponibili, in una logica imprescindibile di analisi costi-benefici”.
Arera sottolinea inoltre “l’esigenza che la pianificazione e il successivo sviluppo infrastrutturale dei diversi comparti della filiera energetica (produzione, accumulo, trasmissione, distribuzione, vendita e flessibilità della domanda) avvenga in modo coordinato, sia nei tempi sia nella scelta degli investimenti e della loro localizzazione, al fine di garantire il perseguimento degli obiettivi al minimo costo. Per esempio, in merito agli interventi e agli investimenti nelle energie rinnovabili, questa Autorità valuta prioritaria l’individuazione tempestiva delle cosiddette ‘aree idonee’ per lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Con riguardo al settore del ciclo dei rifiuti, si ravvisano elementi critici riguardo “alla programmazione e alla organizzazione. I primi inducono a valutare modalità innovative che tengano conto, simultaneamente, degli incentivi degli operatori ad investire nello sviluppo di infrastrutture adeguate, soprattutto nelle aree caratterizzate da deficit impiantistici maggiori, e di misure idonee al superamento di inerzie procedurali, talvolta generate da una discrasia tra obiettivi definiti e strumenti messi a disposizione”.
Relativamente al settore idrico, invece, Arera ritiene prioritarie “iniziative volte al rafforzamento della governance e alla semplificazione del Piano nazionale degli interventi: le prime sono rivolte alle realtà che, anche a valle dei monitoraggi previsti dall’attività di regolazione stabilmente svolta nel settore, abbiano evidenziato carenze nella predisposizione di atti di programmazione e di rendicontazione idonei; le seconde mirano a rendere maggiormente efficace il processo di elaborazione e di attivazione di una programmazione settoriale elaborata a livello nazionale. Il citato sistema di riforme, tuttavia, appare una condizione necessaria, ma non sufficiente, per il superamento delle criticità rilevate nell’ambito del monitoraggio istituzionale. Per rafforzarne l’efficacia, alla luce delle carenze infrastrutturali riscontrate e del conseguente fabbisogno di investimenti, si segnala l’opportunità di rimodulare le risorse allocate alla componente ‘Tutela del territorio e della risorsa idrica’, pari a 1,5 miliardi di euro, mediante l’apporto di finanziamenti aggiuntivi sotto forma di contributi nonché tenendo conto delle potenzialità e dell’effetto leva del Fondo di garanzia per le opere idriche”.
LE COMPETENZE DI ARERA A DISPOSIZIONE
“La spinta ad una visione intersettoriale dei settori energetici e ambientali, funzionale anche ad uno sviluppo efficiente delle connesse infrastrutture, sollecita una governance regolatoria unitaria, sia nella fase di pianificazione sia in quella di sviluppo e di gestione”, ha sottolineato Arera. In questo contesto, “l’Autorità mette a disposizione le proprie competenze ed esperienze maturate nel tempo, al fine di garantire scelte di investimento improntate all’efficienza e alla sostenibilità,senza perdere di vista un’equilibrata gestione economica e finanziaria dei servizi. In sintesi, la trasversalità, l’indipendenza e il modello d’azione dell’Autorità, ne fanno un interlocutore privilegiato, a disposizione del Parlamento e del Governo, anche in virtù delle competenze sviluppate con una visione multisettoriale e integrata dei settori regolati, necessaria e funzionale alla transizione ecologica. Nel quadrodelle componenti della Missione 2 sopra richiamate, i settori regolati rappresentano ambiti prioritari per la destinazione dei fondi”.
L’Autorità accoglie, dunque, “favorevolmente il richiamo alla coerenza nella pianificazione degli investimenti contenuto nel PNRR, nonché il richiamo alle necessarie riforme di accompagnamento. Al riguardo, si segnala che, in base all’esperienza propria del Regolatore, tale coerenza potrà essere garantita prestando attenzione ai livelli di pianificazione esistenti di natura strategica o operativa”.
TRE PRIORITA’ TRA CUI SUD E RIEQUILIBRIO TERRITORIALE
Il PNRR, secondo le indicazioni contenute nella bozza all’esame del Parlamento, “individua poi tre priorità trasversali, tra cui il Sud e il riequilibrio territoriale,che coincide con uno dei principali obiettivi strategici fissati dal Regolatore. Infatti, l’Autorità ha più volte segnalato la presenza di un Paese a più velocità e ha già attivato strumenti regolatori ad hoc, quali la regolazione incentivante nei settori energetici e ambientali, caratterizzata anche da regole asimmetriche,che tengano conto delle condizioni di partenza nelle singole realtà, in un’ottica di convergenza fra le diverse aree del Paese. La disciplina della qualità e gli esperimenti regolatori introdotti dall’Autorità hanno, per esempio,tra gli scopi,quello di focalizzare gli sforzi delle imprese a riavvicinare le aree con minori livelli qualitativi agli standard nazionali.Si condivide, inoltre, la priorità richiamata dal Governo di investire o di favorirei territori che patiscono i maggiori ritardi affiancando alla pianificazione infrastrutturale investimenti sulla professionalità delle classi manageriali delle aree depresse del Paese”.
ENERGIA RINNOVABILE, IDROGENO E MOBILITÀ SOSTENIBILE
Per quanto riguarda la componente più corposa del piano “Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile” “nell’ottica di integrazione sistemica sopra richiamata vale ricordare, a mero titolo di esempio, l’importanza della realizzazione di capacità di accumulo, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di consumo di energia rinnovabile posti dall’Unione europea e più volte richiamata nel PNIEC – ha rammentato Arera -. Grande importanza in questo contesto riveste anche l’integrazione del sistema elettrico e quello del gas, oggi gas naturale e in futuro idrogeno, al fine di sfruttare al meglio le opportunità che le differenti tecnologie rendono disponibili.È essenziale valutare la sostenibilità ambientale ed economica delle diverse tecnologie disponibili, in una logica imprescindibile di analisi costi-benefici, soprattutto in un contesto in rapida e continua evoluzione per effetto dello sviluppo tecnologico e dell’evoluzione degli obiettivi legati al processo di decarbonizzazione. È essenziale che la pianificazione e il successivo sviluppo infrastrutturale dei diversi comparti della filiera energetica (produzione, accumulo, trasmissione, distribuzione, vendita e flessibilità della domanda) avvenga in modo coordinato, sia nei tempi sia nella scelta degli investimenti e della loro localizzazione, al fine di garantire il perseguimento degli obiettivi al minimo costo”. In tal senso “risulta di particolare rilevanza che l’analisi costi-benefici sia svolta secondo una metodologia standardizzata e che consenta sempre più di analizzare con una visione integrata i due settori, elettricità e gas naturale, in particolare per quanto attiene agli scenari di evoluzione della domanda e dell’offerta”.
RIFORME E INVESTIMENTI
Arera “valuta prioritaria l’individuazione tempestiva delle cosiddette ‘aree idonee’ per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, anche al fine di rendere efficiente ed efficace il meccanismo delle aste definito nei regimi di sostegno attuali e,quindi, di garantire il raggiungimento degli obiettivi individuati in sede europea al minimo costo e in aderenza al PNIEC”. Inoltre, l’Authorirty “segnala che, oltre alla citata possibile criticità in materia di aiuti di Stato, per quanto attiene agli stoccaggi elettrici, l’indeterminatezza in ordine alla tipologia e alla localizzazione degli interventi non consente una valutazione del contributo degli stessi che, come sottolineato in precedenza, non può che essere svolta in maniera integrata con lo sviluppo del sistema elettrico ed in particolare delle reti. Infine,pur riconoscendo il valore della promozione di tecnologie innovative off-shore, l’Autorità rileva chetali tecnologie potrebbero forse trovare migliore collocazione in altri ambiti del PNRR destinati, per esempio,alla ricerca e allo sviluppo tecnologico”.
Arera vede poi “con estremo favore l’opportunità offerta dal PNRR per un rafforzamento massivo delle reti collocate nel Sud del Paese. Ma “rileva che gli interventi infrastrutturali previsti sembrano essere limitati unicamente alle reti di distribuzione” mentre non ritiene, tuttavia, possibile prescindere dal necessario sviluppo anche della rete di trasmissione e dei sistemi di accumulo”.Tanto che, ammette, “di maggiore interesse, nel quadro del PNRR, potrebbe essere la valutazione degli accumuli da pompaggio”.
Pertanto, pur valutando questi obiettivi di rilievo per il Paese e prodromici allo sviluppo di una filiera italiana nel settore, “l’Autorità propone di valutare l’opportunità di spostare tali interventi ad altri ambiti del PNRR precipuamente dedicati alla ricerca e allo sviluppo industriale (per esempio,Missione 4) e di destinare, almeno una parte delle risorse, ad interventi di sviluppo del sistema energetico tesi all’efficientamento dei costi posti a carico della collettività”.
RIFIUTI
Nel settore rifiuti l’Autorità ribadisce che “il raggiungimento dei nuovi target sulla gestione dei rifiuti, fissati in sede comunitaria, non può prescindere dal superamento della grave carenza infrastrutturale sia del comparto del trattamento sia di quello del recupero dei rifiuti”. “La perdurante carenza infrastrutturale che si registra nel Paese non appare,tuttavia,riconducibile ad un contenuto interesse ad investire, quanto ad elementi non ottimali nelle scelte di programmazione delle opere necessarie – ammette Arera -. A tal proposito,l’Autorità ritiene che valutare forme di semplificazione e di accelerazione, quali la riduzione dei termini procedimentali e di previsione di poteri sostitutivi, potrebbe rivelarsi un’opzione efficace.Per una corretta adozione a livello territoriale delle scelte di programmazione e di gestione del servizio, l’Autorità reputa necessaria un’accelerazione del processo di costituzione degli Enti di governo dell’ambito e della concreta operatività degli stessi”.
Infine, nell’ambito del processo di adozione del “Programma nazionale per la gestione dei rifiuti” l’Autorità ritiene auspicabile “il rafforzamento del coinvolgimento del Regolatore nazionale che, da un lato, può fornire un importate contributo sulla base dei dati e delle informazioni in proprio possesso e, dall’altro, può efficacemente operare scelte volte al sostegno della transizione ecologica, tramite la propria azione regolatoria”.
SETTORE IDRICO
L’Autorità ritiene opportuno porre in risalto che, “dalla ricognizione condotta dalla medesima nello scorso mese di settembre ai fini dell’aggiornamento della sezione ‘acquedotti’ del Piano nazionale, è emerso un fabbisogno di investimenti aggiuntivo, per il prossimo quinquennio,di circa 10 miliardi di euro (riferito a circa 1.200 progetti/interventi), prevalentemente concentrato nelle regioni del Centro e del Sud Italia”.
Al riguardo, si segnala che l’Autorità “può efficacemente proseguire l’attività di individuazione degli interventi necessari e urgenti per la mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche. Efficacia che verrebbe rafforzata promuovendo una gestione più efficiente dei rapporti con la molteplicità di amministrazioni coinvolte nell’iter di adozione del citato Piano nazionale. Peraltro, ai fini del perseguimento degli obiettivi riconducibili alla componente ‘Tutela del territorio e della risorsa idrica’, appare di fondamentale rilevanza il prospettato rafforzamento della governance del settore idrico, anche attraverso l’identificazione di ‘misure per la piena attuazione degli affidamenti nel servizio idrico integrato’. L’Autorità auspica che l’iniziativa si traduca in elementi che superino i pur significativi profili meramente formali, per giungere a configurare situazioni gestionali dotate delle necessarie capacità organizzative e realizzative”. E segnala “l’opportunità di rimodulare le risorse allocate alla componente in esame pari a 1,5 miliardi di euro, mediante l’apporto di finanziamenti aggiuntivi sotto forma di contributi, nonché tenendo conto delle potenzialità e dell’effetto leva del richiamato Fondo di garanzia”.