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Auto Elettriche

Pnrr, in Gazzetta bando da oltre 350 mln per bonus colonnine elettriche

Previsto l’incentivo per la realizzazione nei centri urbani di almeno 13.755 infrastrutture di ricarica veloci per veicoli elettrici.

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica con i criteri e le modalità per la concessione dei benefici a fondo perduto previsti dalla Missione 2, Componente 2, Investimento 4.3, del PNRR, al fine di incentivare la realizzazione nei centri urbani di almeno 13.755 infrastrutture di ricarica veloci per veicoli elettrici.

LE RISORSE

Le risorse finanziarie destinate alla copertura dei benefici è pari a 353.159.625 euro, cui si provvede mediante l’utilizzo delle risorse del PNRR e ripartite per il 2023, il 2024 e il 2025 con 127.116.925 euro e 98.925.775 euro per il 2025.

SUPPORTO DI UN SOGGETTO GESTORE

Per l’attuazione dell’investimento e la definizione di misure di efficientamento amministrativo, ci si potrà avvalere del supporto tecnico-operativo di un soggetto gestore attraverso una convenzione sottoscritta dal Ministero dell’Ambiente.

CHI ACCEDE AGLI INCENTIVI

Al fine di garantire la necessaria esperienza e affidabilità per una corretta gestione e un ottimale funzionamento delle infrastrutture nel tempo, “accedono alle agevolazioni le imprese o gli RTI che, alla data di presentazione dell’istanza di ammissione al beneficio stesso, dimostrano di aver gestito infrastrutture di ricarica operative sul territorio dell’Unione europea, in misura pari ad almeno il 5 per cento del numero di infrastrutture di ricarica per cui hanno presentato istanza e che sono stati selezionati” si legge nel decreto.

QUALI SONO I PROGETTI AMMESSI

I progetti ammissibili al beneficio quelli avviati successivamente alla data di presentazione dell’istanza di ammissione al beneficio, “garantiscono, per ciascuno degli ambiti e per ciascuno dei lotti, la realizzazione del numero minimo di infrastrutture di ricarica stabilito, sono forniti del preventivo di connessione. Qualora le infrastrutture di ricarica siano ubicate presso stazioni di rifornimento di carburanti tradizionali e l’istanza di ammissione al beneficio di cui al presente decreto sia presentata da un soggetto diverso dal gestore della stazione, sono corredati da un accordo con il gestore della stazione per la realizzazione delle nuove infrastrutture redatto secondo uno schema tipo – si legge nel decreto -; qualora le infrastrutture di ricarica siano ubicate presso aree private ad accesso pubblico, sono corredati da un accordo con il proprietario per la realizzazione delle nuove infrastrutture, redatto secondo lo schema tipo”. Infine devono rispettare dei requisiti tecnici.

LE SPESE AMMESSE AL BENEFICIO

Sono ammissibili al beneficio le spese, al netto di IVA, per: “a) l’acquisto e la messa in opera di stazioni di ricarica da almeno 90 kW di potenza, ivi comprese le spese per l’installazione delle colonnine, gli impianti elettrici, le opere edili strettamente necessarie, gli impianti e i dispositivi per il monitoraggio. Per tale voce di costo si considera un costo specifico massimo ammissibile pari a 50.000 euro per infrastruttura di ricarica; b) i costi per la connessione alla rete elettrica come identificati dal preventivo per la connessione rilasciato dal gestore di rete, nel limite massimo del 20 per cento del costo totale ammissibile per la fornitura e la messa in opera delle stazioni di ricarica, di cui alla lettera a); c) le spese di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi e i costi sostenuti per ottenere le pertinenti autorizzazioni, nel limite massimo del 10 per cento del costo totale ammissibile per la fornitura e messa in opera della infrastruttura di ricarica di cui alla lettera a)”, spiega ancora il decreto.

E QUELLE NON AMMESSE

Non sono, in ogni caso, ammissibili al beneficio a) i costi delle unita’ locali di produzione o stoccaggio di energia elettrica; b) le spese relative all’acquisizione di terreni e altri beni immobili, nonchéé gli eventuali costi connessi a diritti reali e/o personali di godimento, quali, a mero titolo esemplificativo, l’affitto, la locazione e la servitù; c) le spese per consulenze di qualsiasi genere; d) le spese per imposte, tasse e oneri di qualsiasi genere”, si legge nel testo.

COME VENGONO EROGATI I CONTRIBUTI

Le agevolazioni sono concesse in forma di contributo in conto capitale per un importo non superiore al 40 per cento delle spese ammissibili nei limiti delle risorse finanziarie disponibili per ciascuna annualità in relazione a ciascun ambito ed entro i massimali stabiliti dal regolamento di esenzione. I soggetti beneficiari non hanno individualmente accesso a un finanziamento di importo maggiore del 30 per cento dello stanziamento complessivo di ciascun bando previsto per ciascuna delle annualità e non sono cumulabili con altri incentivi pubblici o regimi di sostegno, conclude il decreto.

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