“Sulla mobilità sostenibile, e in particolare quella elettrica, sembrano mancare interventi a sostegno della domanda e dell’offerta. Sulla prima non c’è alcun elemento, sull’offerta si può immaginare una modulazione sulle voci a beneficio dell’industria. La domanda non è solo un sostegno a chi deve acquistare un’auto elettrica, ma è anche un supporto all’industria che deve vendere, soprattutto all’industria nazionale italiana che sta puntando inesorabilmente sull’elettrico”. Lo ha detto all’ANSA Dino Marcozzi, Segretario generale di Motus-E, l’associazione italiana che raggruppa oltre 60 stakeholder del mondo automotive, energia e servizi per la mobilità elettrica.
“Germania, Francia e Spagna hanno inserito il sostegno alla domanda all’interno del loro Piano nazionale di ripresa e resilienza – spiega ancora Marcozzi -. I tedeschi stanno adottando un Pnrr di soli 29 miliardi, e all’interno di questo dedicano 2,5 miliardi a sostegno degli acquisti di auto elettriche e ibrido plug in, oltre ai 700 milioni di euro già allocati a budget. Inoltre, hanno stanziato 2 miliardi per la trasformazione dell’industria automotive, e 1 miliardo per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica pubblica, a cui si aggiungevano già 1,5 miliardi di euro nel budget nazionale. Nel Pnrr tedesco troviamo 800 milioni per lo sviluppo e la ricerca in tema di mobilità elettrica e 300 milioni di euro di riduzione di tasse a favore delle auto “a zero emissioni. Parliamo di un mercato, quello tedesco, in cui la penetrazione dell’elettrico è 5 volte superiore rispetto a quello nostro, e ciò nonostante ancora supportato dal Governo con incentivi strutturali”.
“Il sostegno alla domanda – conclude Marcozzi – non deve essere inteso come una regalia, ma come un sostegno all’industria nazionale dell’automotive”.