Dopo il no della Corte dei Conti, Meloni convoca un vertice e prepara la delibera per superare lo stop. I sindacati insorgono: “Inaccettabile attacco alla legalità”.
È scontro frontale tra Governo e magistratura contabile sul Ponte sullo Stretto. La decisione della Corte dei Conti di negare il visto di legittimità alla delibera del Cipess ha scatenato una durissima reazione dell’esecutivo, che ha immediatamente convocato un vertice d’urgenza a Palazzo Chigi e annunciato di voler andare avanti a ogni costo, anche forzando le procedure. Una mossa che ha provocato l’immediata levata di scudi dell’Associazione Nazionale Magistrati e della CGIL, che denunciano un “attacco alla legalità” e un “clamoroso fallimento di competenza”.
SALVINI: “ANDIAMO AVANTI, CANTIERI PONTE A FEBBRAIO 2026”
A guidare la controffensiva del Governo è il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che al termine del vertice si è presentato davanti ai giornalisti con un messaggio chiaro: “Sono tranquillo e determinato. Nella riunione con Meloni e Tajani mi hanno dato mandato di andare avanti, sono convinto che dopo 160 anni i cantieri partiranno”. Il no della Corte, secondo il Ministro, causerà solo un piccolo ritardo: “Mi sarebbe piaciuto partire con i cantieri a novembre, invece partiremo a febbraio” del 2026. Salvini ha poi aggiunto: “Senza nessuno scontro tra poteri dello Stato daremo tutte le informazioni che ci vengono richieste. Ci lavoro da tre anni, ci lavorerò per 3 anni e due mesi e poi in sette anni l’Italia avrà un’opera unica al mondo”.
CIUCCI: ASPETTIAMO DI VEDERE COSA NON CONVINCE CORTE
“Noi riteniamo di aver risposto a tutti quanti i rilievi, vediamo quali tra queste risposte non hanno convinto la Corte e in base a questo potremo valutare il passo successivo, convinti e fiduciosi di poter avere assolutamente la registrazione” ha detto l’amministratore delegato di Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, all’uscita di Palazzo Chigi. “Io sono un tecnico, non un politico, quindi tecnicamente siamo convinti di aver rispettato tutte le normative, italiane ed europee, al massimo dell’impegno”, ha precisato.
CORTE CONTI: SU DELIBERA CIPESS VALUTATI SOLO PROFILI GIURIDICI
Proprio questa mattina, con una nota, la Corte dei conti ha precisato che tramite la Sezione di controllo di legittimità s”i è espressa, nella giornata di ieri, su profili strettamente giuridici della delibera CIPESS, relativa al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del “Ponte sullo stretto”, senza alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera. Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei conti. Le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica che, tuttavia, deve svolgersi in un contesto di rispetto per l’operato dei magistrati”, ha precisato la magistratura.
LA STRATEGIA DEL “VISTO CON RISERVA” PER BYPASSARE I GIUDICI
La strada per superare lo stop è già tracciata. Come anticipato dalla Sottosegretaria Matilde Siracusano, il Governo si appresta a varare “una deliberazione specifica del Consiglio dei ministri” per attestare che l’opera risponde a “interessi pubblici di rilevanza superiore”. Questo atto obbligherebbe la Corte dei Conti a registrare la delibera con un “visto con riserva”, una formula che, pur lasciando la responsabilità politica in capo al Governo, renderebbe il provvedimento pienamente esecutivo. “A causa di questa vicenda perderemo un po’ di tempo”, ha ammesso la Siracusano, “ma eviteremo che questo Paese venga screditato di fronte a chi è pronto ad investire”.
L’ANM INSORGE: “DANNOSA DELEGITTIMAZIONE DEI CONTROLLI”
La reazione del mondo delle toghe è stata immediata e durissima. La Giunta esecutiva centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati ha espresso “solidarietà piena ai colleghi della Corte dei Conti ingiustamente attaccati”, sottolineando che i magistrati hanno semplicemente svolto una funzione prevista dalla legge “a tutela della cittadinanza”. Per l’ANM, la “delegittimazione” dei controlli è “dannosa perché certifica la totale insofferenza al controllo di legalità”, compito “ineludibile delle magistrature”.
LA CGIL: “DIETRO LA PROPAGANDA, UN FALLIMENTO DI LEGALITÀ”
Ancora più duro l’affondo della CGIL, che parla di “prova definitiva” di un “clamoroso fallimento di legalità, trasparenza e competenza”. Per il segretario confederale Gino Giove, “non sono le toghe a bloccare il Paese, ma l’inadeguatezza di chi governa”. Il sindacato elenca tutte le criticità che la Corte avrebbe smascherato: dal progetto vecchio di quindici anni riesumato senza gara, ai costi che rischiano di superare i 20 miliardi, fino ai rischi sismici e ambientali. “Ignorare i rilievi per pura ostinazione politica”, avverte Giove, “significherebbe trasformare un errore amministrativo in un danno certo per lo Stato”.
LE CRITICITÀ TECNICHE: DAL VENTO AI TERREMOTI, FINO ALLE NAVI TROPPO ALTE
Al di là dello scontro istituzionale, restano sul tavolo le numerose e pesanti criticità tecniche che hanno portato allo stop. Le osservazioni degli esperti, riassunte nel provvedimento della Corte, sono un elenco impressionante: la necessità di ulteriori analisi sulla resistenza al vento e ai terremoti, vista l’alta sismicità dell’area e la presenza di faglie attive sotto i piloni; i dubbi sulla qualità degli acciai innovativi; le pesanti criticità ambientali che hanno già portato a ricorsi a livello europeo. E, non da ultimo, il problema dell’altezza del ponte: secondo numerosi esperti, tra cui il presidente di Federlogistica, l’impalcato sarebbe troppo basso per consentire il passaggio delle moderne navi portacontainer e da crociera, rischiando di tagliare fuori un porto strategico come Gioia Tauro.


