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Quanto investirà l’Europa sull’eolico?

La Bei ha investito 27,6 miliardi di euro in tecnologie verdi, implementando oltre 400 mila progetti in Europa

Sono giorni più che mai intensi sul fronte dell’energia. L’Europa ha faticosamente raggiunto l’intesa sull’embargo al petrolio, piegandosi al ricatto ungherese. In Azerbaigian, invece, è in corso un importante forum che sta riunendo tanti addetti ai lavori. 250 aziende provenienti da 31 paesi, tra cui anche l’Italia.

I VASI DI PANDORA

Ma rimanendo sul versante comunitario, le debolezze e le difficoltà dimostrate ancora una volta nei rapporti tra gli Stati membri hanno rinvigorito il peso dell’unanimità. Un problema annoso e sempre di prim’ordine tra quelli da superare. E, sempre da un punto di vista strategico, la questione energetica scoperchiata con la guerra ucraina (oggi al suo centesimo giorno, ndr) ha messo di fronte due approcci opposti. Da un lato quello dell’emergenza, del breve periodo: della necessità di sganciarsi dalla Russia cercando nuovi fornitori, soprattutto. Dall’altro quello di lungo periodo, focalizzato sulla transizione energetica e la svolta verso le rinnovabili.

Sul primo, basta guardare i mercati. Per l’Italia, la dipendenza dalle fonti fossili ha già determinato un drammatico incremento del prezzo della materia prima sul mercato: oltre 590% il prezzo medio di acquisto del gas al Punto di Scambio Virtuale (PSV) a marzo 2022 sul 2021. Per un energy-mix sbilanciato sulla generazione termoelettrica da impianti a gas, ciò ha significato un parallelo e straordinario incremento del Prezzo Unico Nazionale (PUN) fino al 410% nello stesso confronto temporale. L’energia prodotta dalla trasformazione del gas rappresenta infatti quasi sempre il valore marginale del mercato che si riflette sul prezzo di riferimento rilevato sulla borsa elettrica italiana.

Di riflesso, sul secondo approccio, è proprio l’interruzione della catena di approvvigionamento che sta ritardando il percorso verso la sostenibilità. Infatti, i prezzi più elevati, la carenza di forniture e l’incertezza generale sul futuro della pandemia Covid impediscono lo sviluppo di diversi progetti di energia verde.

CI PENSA LA BEI?

Un barlume di speranza, una promessa, arriva dalla Bei. La Banca d’Investimenti dell’Unione europea: il suo organo finanziario, in sostanza.

La Banca europea per gli investimenti ha investito 27,6 miliardi di euro in tecnologie verdi, ha dichiarato Maciej Czura. Secondo il capo dell’Ufficio regionale della BEI per il Caucaso meridionale, ad oggi, la banca ha implementato più di 40.000 progetti in Europa. Tra l’altro, sono in corso lavori su progetti volti alla digitalizzazione e alla trasformazione digitale. “La nostra banca è pronta a sostenere qualsiasi progetto volto a ridurre le emissioni, accelerando la transizione verso le fonti di energia rinnovabile (FER)”, ha detto al Forum sull’energia di Baku.

Eccola, la promessa: la BEI è pronta a investire in progetti per la costruzione di parchi eolici. “Stiamo svolgendo un lavoro appropriato per investire in questi progetti”. Un modo giusto per cominciare a richiudere i vasi.

 

 

 

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