“È nella fusione che l’Italia può fare la differenza – ha osservato Rampelli – perché anche se fossero superati tutti gli ostacoli politici, burocratici, territoriali per costruire tra 15 anni un reattore nucleare da fissione, resteremmo sempre la retroguardia di questa tecnologia”.
“Sul nucleare ci sono due vie davanti all’Italia, la fissione e la fusione. Sulla prima ben vengano la ricerca e il coinvolgimento di Eni ed Enel nei consorzi che gestiscono fuori dall’Italia questa tipologia di produzione, ma sono certo che non sarà possibile realizzare reattori nucleari sul nostro territorio, grandi, piccoli o medi che siano. Non riusciamo nemmeno a individuare i siti per lo stoccaggio dei rifiuti sanitari a bassissimo contenuto di radioattività, figurarsi una centrale…”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia partecipando agli Stati Generali sull’Ambiente. Rampelli – nel corso del suo intervento – ha toccato tutti i temi dell’agenda globale: energia, nucleare, clima e rifiuti. Una posizione che fa il paio con quanto dichiarato dalla premier Giorgia Meloni nel corso del suo intervento a Baku di una settimana fa.
COSA AVEVA DETTO MELONI: “SERVE MIX BILANCIATO DI ENERGIA E UTILIZZARE TUTTE LE TECNOLOGIE DISPONIBILI”
“Abbiamo bisogno di un mix bilanciato di energia, dobbiamo usare tutte le tecnologie disponibili non solo quelle rinnovabili ma anche gas, biofuel, idrogeno e cattura dalla CO2 e in futuro la fusione nucleare che potrebbe produrre energia pulita, sicura e illimitata. L’Italia è in prima linea sulla fusione nucleare e nel quadro della nostra presidenza G7 abbiamo organizzato il primo incontro al mondo del Fusion Energy Group sponsorizzato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica – aveva detto la premier -. Vogliamo rilanciare questa tecnologia che potrebbe cambiare le carte in tavola e trasformare l’energia in un’arma geopolitica. Lavoriamo poi per una nuova diplomazia energetica per moltiplicare le opportunità di cooperazione tra il Nord e il Sud del mondo. I nostri destini sono interconnessi e dalle connessioni energetiche possiamo trarre grandi opportunità. Questo è il motivo per cui il Climate energy nexus è uno dei pilastri del nostro impegno per l’Africa. La strada della cooperazione peer-to-peer che stiamo seguendo”.
NUCLEARE: È NELLA FUSIONE CHE L’ITALIA PUÒ FARE LA DIFFERENZA
Parole ribadite da Rampelli che ha parlato di fusione ma appunto si è mostrato scettico sulla possibilità di costruire reattori tradizionali anche di piccola taglia, di cui si parla tanto in questo periodo: “È nella fusione che l’Italia può fare la differenza – ha osservato Rampelli – perché anche se fossero superati tutti gli ostacoli politici, burocratici, territoriali per costruire tra 15 anni un reattore nucleare da fissione, resteremmo sempre la retroguardia di questa tecnologia. Mentre essere la settima potenza più industrializzata e avere una capacità di ricerca scientifica importante ci consente di essere avanguardia del nucleare pulito. Questo deve essere il nostro obiettivo strategico: arrivare per primi alla fusione”.
DIVERGENZE CON LA POSIZIONE DEL MINISTRO PICHETTO?
La posizione espressa oggi da Fratelli d’Italia rappresenta comunque una novità importante, come ha ribadito il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli. Una posizione “che dovrebbe portare come conseguenza a una modifica del PNIEC (Piano Nazionale Energia e Clima). Al momento, attraverso il ministro Pichetto Fratin, il PNIEC prevede una quota di energia nucleare da fissione. Registro però una discrepanza evidente tra la posizione del ministro dell’Ambiente e dell’Energia, esponente di Forza Italia, e quella del partito della premier Meloni. Pichetto Fratin vuole puntare sul nucleare da fissione, mentre Fratelli d’Italia si oppone e guarda alla fusione.”
PICHETTO: ENTRO FINE ANNO INQUADRAMENTO LEGGE SUL NUCLEARE
Intanto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto in un video messaggio al termine degli Stati generali su ambiente ed energia di Fratelli d’Italia, è tornato a ribadire il percorso intrapreso: “Tornare al nucleare richiederà impegno e convinzione, coraggio e determinazione. Entro fine anno presenteremo un inquadramento legislativo confidando che entro il 2025 si trasformi in un sistema organico di norme che consentano un nuovo percorso per il nostro paese”.
GLI INDUSTRIALI DI ITALIA, FRANCIA E GERMANIA RIBADISCONO IL LORO SI AL NUCLEARE
Da Parigi, intanto, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, nel corso del forum economico trilaterale che riunisce le associazioni imprenditoriali di Italia, Francia e Germania ha ribadito il suo sostegno al nucleare necessario, assieme ad altri interventi, per salvare le imprese del vecchio Continente. Il comunicato congiunto dei leader delle Confindustrie europee fa riferimento su 4 priorità: aumentare la competitività dell’industria europea, garantire un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico in tutte le iniziative entro un anno, sostenere tutte le tecnologie a basse emissioni di carbonio, tra cui l’energia nucleare, le energie rinnovabili, i gas a basse emissioni di carbonio e l’idrogeno e armonizzare i clean industrial deal.
LA POSIZIONE DI RAMPELLI SU RINNOVABILI E RIFIUTI: L’ITALIA PUÒ ESSERE AVANGUARDIA IN TUTTO
Per il resto Rampelli ha ricordato che “il surriscaldamento c’è, innegabile, dipenderà pure da cicli indipendenti dall’essere umano, ma se noi possiamo limitare questo fenomeno, anche solo parzialmente, con le nostre scelte, abbiamo il dovere di farlo per le future generazioni. Basta con idiote posizioni negazioniste”.
“Anche sull’energia – ha precisato Rampelli- occorre partire dal risparmio, che è questione di educazione ecologica, precedente alle scelte tecnologiche. Non si può pensare di continuare ad accrescere la domanda di energia come se non ci fosse un limite creando gravi problemi ambientali e arricchendo in maniera esponenziale i gestori di energia, senza oltretutto che l’Autority preposta riesca a difendere adeguatamente gli interessi dei consumatori”.
“Occorre anche ricordare- ha poi puntualizzato Rampelli – che la prima fonte rinnovabile di energia non sono il fotovoltaico o l’eolico, che ci costano un patrimonio e distruggono agricoltura e paesaggio, ma l’idroelettrico che già oggi, senza investimenti e senza il meccanismo della riconduzione forzata, assorbe il 18% del nostro fabbisogno producendo energia ad alto potenziale, buona anche per l’industria pesante (diversamente dalle altre). Dunque prima di avventurarsi nella difficile ‘scalata del cielo’ occorre essere pragmatici e puntare al 35% di energia prodotta dalle centrali idroelettriche, difendendole dal rischio delle gare europee.
“Il modello di sviluppo globalista è in crisi e va superato urgentemente- ha aggiunto- Le materie prime iniziano a scarseggiare, reperirle è sempre più costoso, impattante dal punto di vista ambientale e sociale oltreché fortemente energivoro. Di conseguenza bruciare i rifiuti, cioè la materia prima seconda, è una totale follia, oltretutto nociva per la salute. Tant’è che nelle direttive europee si prescrive agli Stati nazionali l’economia circolare, cioè il modello della riduzione, del recupero, del riuso dei rifiuti”.
“Perché non riusciamo a perfezionarlo e a renderlo performante? Per assenza di adeguati investimenti, al 90% assorbiti dagli inceneritori. Infatti i soldi della tassa sulle ‘fonti assimilate di energia’ che tutti noi paghiamo sulla bolletta energetica finiscono lì. Per togliere i rifiuti dalla strada e avviarli ai percorsi di recupero i fondi cosiddetti CIP 6 andrebbero traslati sulla differenziata, che funziona per miracolo perché appunto non gode dei 4 miliardi l’anno con cui si sostengono i sedicenti termovalorizzatori, che non sarebbero economicamente sostenibili”.
“Portare una parte dei 4 miliardi sul processo circolare – ha concluso – farebbe funzionare i consorzi di recupero come orologi, risolvendo a monte anche il problema dei cassonetti in strada. Un orrore per le nostre città piene di arte e di bellezza. Resta il fatto che a monte occorre mettere in campo strumenti efficaci per la riduzione dei rifiuti”.
PROCACCINI: NOSTRA MISSIONE INVESTIRE SUL NUCLEARE DA FUSIONE
Nel frattempo si sono chiusi i due giorni degli Stati Generali dell’ambiente e dell’energia di Fratelli d’Italia organizzati dai gruppi parlamentari di Camera e Senato con la collaborazione del gruppo ECR a Sabaudia. Una nuova ecologia, possibile e pragmatica, ma che non impedisce di sognare: l’energia delle stelle, quella nucleare da fusione, è il concetto finale ribadito dall’evento. Per FdI l’imperativo è mettersi alle spalle l’ideologia green della sinistra europea, che tanti danni ha prodotto in questi anni, tracciando una nuova strategia verso il futuro fatta da “una visione realista, pragmatica ma anche appassionata dell’ambiente” ha detto Nicola Procaccini, copresidente di ECR Group e responsabile del Dipartimento Ambiente ed Energia di FdI, facendo un bilancio dell’iniziativa.
“Questi due giorni sono serviti per dire che esiste un’ecologia dei conservatori italiani ed europei, che parte dalla considerazione che la nostra missione politica è conservare la terra che abbiamo ricevuto in eredità, e che il nostro dovere è trasmetterla integra e pulita ai nostri figli” ha continuato Procaccini. Guardando in particolare all’Italia Procaccini ha precisato che “la nostra energia, il nostro mix energetico deve necessariamente prendere atto della realtà e di quelle che sono le condizioni geopolitiche”. Questo significa “attenzione a tutte le energie rinnovabili possibili ma anche della necessità di approvvigionarsi alle fonti fossili”. Attenzione alla realtà che però non impedisce di coltivare un grande sogno che per Procaccini deve essere “l’energia che deriva dalla creazione delle stelle da cui si è generato l’universo. Questa energia può finalmente essere a disposizione degli esseri umani, certamente rinnovabile, pulita, sicura, infinita. Questa deve essere la nostra missione, investire sulla fusione nucleare”.