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Ravenna

Ravenna trema per lo stop alle trivelle ma guarda alla decarbonizzazione

Crescono gli investimenti miliardari per la cattura della CO2 e lo sfruttamento del vento al largo della costa della città romagnola

“Le parole del ministro allo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, non lasciano dubbi: ‘Abbiamo deciso di superare l’idea della mappa che doveva definire dove è consentito e dove no trivellare, per vietarlo ovunque. Questo non si poteva fare col Milleproroghe e ci sarà quindi una norma ad hoc’. Dopo il tentativo, fallito, di inserire un articolo nel Milleproroghe per tombare definitivamente la produzione di gas italiano, ieri è tornato alla carica il ministro in persona, esponente del M5S. La preoccupazione a Ravenna è alle stelle, perché l’estrazione del gas è il principale settore economico, dove questa attività va avanti da 70 anni”. Lo scrive il Resto del Carlino in un articolo di oggi.

SI GUARDA ALLE RINNOVABILI

“Contemporaneamente si guarda alla transizione e a progetti concreti per le rinnovabili. Sulla carta nautica le piattaforme hanno nomi di donna: Armida, Diana, Angela, Angelina o sigle come Rm 4 o Pc (che sta per Porto Corsini) o cognomi famosi declinati al plurale come ‘le Garibaldi’. Sono le piattaforme che producono gas dal 1950, gestite dal distretto centrosettentrionale di Eni che ha sede a Marina di Ravenna. Al largo della Romagna ce ne sono 47 e producono 4,4 miliardi di metri cubi di gas, pari all’80% del gas italiano. Poca cosa ormai rispetto ai 15,2 miliardi di metri cubi consumati dagli italiani nel 2017. II resto è importato dall’estero a costi crescenti”, prosegue il quotidiano

PERSI 1500 POSTI DI LAVORO

“In compenso, Croazia, Macedonia e Montenegro ‘succhiano’ il gas italiano dai giacimenti ai limiti delle acque internazionali di fronte a Ravenna. Gli ultimi progetti di sviluppo al largo di Ravenna, tutti realizzati ben oltre le 12 miglia, hanno portato più di 1 miliardo di euro di nuovi investimenti al settore energetico nazionale (periodo 2007-2016) e da 4 anni si sono azzerati con impatto sull’economia italiana. Il settore dell’energia ha già perso quest’anno 1500 posti di lavoro, che portano a oltre 5mila quelli lasciati per strada negli ultimi anni”, sottolinea ancora il quotidiano

I PROGETTI DI DECARBONIZZAZIONE IN CORSO A RAVENNA

“(…) Ai progetti che portano verso la decarbonizzazione, utilizzando nel frattempo il gas, lavorano i big dell’energia, Eni e Saipem, ma anche aziende locali. E’ il caso della Rosetti Marino, che progetta la bettolina dual fuel e lo sviluppo dell’idrogeno, o della Righini che produce anche pale per i campi eolici del Nord Europa, o Qint’x, partner di Saipem nello sfruttamento del vento al largo di Ravenna. Sul progetto CO2, Eni ha previsto un investimento iniziale di 2 miliardi, destinati a salire in tutt’Italia anche alla luce del recentissimo accordo con Saipem per realizzare altri impianti come quello su Ravenna. Una prima fase comprende la cattura e lo stoccaggio di parte delle emissioni provenienti dalle centrali a gas di Casal Borsetti e del polo chimico di Versalis di Ravenna. L’avvio è previsto entro il 2022. II giacimento individuato per lo stoccaggio di CO2 è quello di Porto Corsini Mare Ovest, collegato alla centrale di Casalborsetti”.

“A proposito dello sfruttamento del vento al largo di Ravenna, il progetto eolico prevede l’installazione di circa 56 turbine su fondazioni fisse sul fondo del mare in due siti differenti. La potenza installata sarà pari a circa 450MW. All’impianto lavorano Saipem e le ravennati Agnes e Qint’x”, ha concluso il quotidiano.

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