“Chiediamo fortemente che questo sistema venga stabilizzato. Preferiremmo avere anche meno del 110% ma prolungato negli anni”
“Siamo molto soddisfatti sulla normativa del 110% perché nell’ultimo mese e mezzo sono stati specificati i contenuti ma per quanto riguarda i tempi di durata è fondamentale prolungare: abbiamo ristrutturazioni edilizie in Italia” che procedono al ritmo del “2% sarebbe bene passare al 3% anche per raggiungere gli obiettivi europei al 2050 più rapidamente e questa attività non può essere raggiunta in 2-3 anni”. Lo ha detto Vittorio Cossarini presidente di AssoESCo (Associazione italiana delle energy service company e degli operatori dell’efficienza energetica), in audizione nella commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, a proposito delle norme sul bonus 110% previsto dal dl Rilancio.
LE ESCO COME AGGREGATORI
“Sul mercato ci sono diversi operatori alcuni di quali possono fungere da aggregatori cioè una Esco che fa da conduttore di catene di valore locali in cui ci siano professionisti, imprese edili, istituti finanziari per affrontare il mercato. Ovviamente non si può costruire in un anno quindi chiediamo fortemente che questo sistema venga stabilizzato. Preferiremmo avere anche meno del 110% ma prolungato in più anni”, ha detto Cossarini.
ORIZZONE PIU’ AMPIO
“La misura potrebbe produrre effetti più rilevanti su un orizzonte più ampio, quindi la possibilità di un’eventuale proroga al 2022-23, in modo da far rientrare i progetti del bonus tra quelli da promuovere per la destinazione delle risorse del Recovery Fund, potrebbe garantire uno sviluppo ancor di più dell’efficientamento energetico di tutto il parco immobiliare italiano e potrebbe aiutare il raggiungimento degli obiettivi europei in materia in energia e clima”, ha precisato Simona Ferrari, vicepresidente di Assoesco.