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Saipem e Gazprom chiudono la partita su South Stream

Risolto amichevolmente l’arbitrato relativo al contratto di installazione della pipeline mai realizzata

Si avvia verso una soluzione il contenzioso tra Saipem e South Stream, la società olandese controllata da Gazprom, nato dopo la cancellazione del contratto tramite cui il colosso russo del gas aveva affidato al contractor italiano la realizzazione del tratto offshore del gasdotto South Stream.

ARRIVA L’ACCORDO

Le due aziende, rende noto Saipem, “sono arrivate a un accordo per risolvere amichevolmente l’arbitrato relativo al contratto di installazione del South Stream Offshore Pipeline stipulato il 14 marzo 2014”.

CAO: NON RESTA CHE ATTENDERE CHE IL DOCUMENTO FINALE VENGA SOTTOSCRITTO

Lo stesso amministratore delegato di Saipem, Stefano Cao, parlando durante la conference call a commento dei risultati del primo trimestre 2019, si era detto “fiducioso su una risoluzione in tempi piuttosto brevi”. Che sono arrivati. “Il processo è articolato e sta andando avanti con soddisfazione reciproca, immaginiamo di arrivare ad una decisione in tempi brevi se non molto brevi, non resta che attendere che il documento finale venga sottoscritto”, le parole di Cao.

L’OBIETTIVO ERA COMPLETARE LA TRANSAZIONE AMICHEVOLE ENTRO LA FINE DI MARZO 2019

Entrambe le società, come aveva rivelato Saipem presentando il preconsuntivo 2018 qualche mese fa, avevano “espresso la comune intenzione di negoziare – on a without prejudice basis – la transazione amichevole dell’arbitrato in corso da novembre 2015. Lo stato delle negoziazioni – si leggeva – è considerato ‘promettente’ da parte di entrambe le parti ed entrambe condividono l’obiettivo di completare le negoziazioni della transazione amichevole dell’arbitrato entro la fine di marzo 2019”.

LA VICENDA HA ORIGINE NEL 2015

Il contenzioso ha avuto origine dopo la decisione del Governo di Mosca tra la fine del 2014 e il 2015 di abbandonare il progetto South Stream – a favore del Turkish Stream – che avrebbe dovuto collegare la Russia con l’Europa passando attraverso il Mar Nero. La decisione originata anche da dissidi con l’Europa, portò Gazprom a rescindere il contratto, già firmato, con Saipem, che dovette fare i conti con mancati introiti per oltre 1 miliardo di euro nel solo 2015: da qui la richiesta di indennizzo italiana respinta da South Strem BV che sosteneva di aver già pagato i noli di Castoro 6 e del Saipem 7000 rimasti inattivi per il recesso del contratto. In seguito è stato avviato un arbitrato che ha portato Saipem a richiedere 678 milioni di euro di danni e da parte dell’azienda russo-olandese a replicare con un contro-ricorso da 541 milioni di euro.

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