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Gas

Sardegna, a che punto è la dorsale e quando arriverà il gas

Forniture entro fine anno per pochi clienti ma intanto è scontro tra governo e Regione

Dicembre se non addirittura novembre sarà la data entro cui arriverà il metano in Sardegna. “Ma solo per pochi privilegiati – si legge su La Nuova Sardegna -. In realtà già così sarebbe un mezzo miracolo, visti i tempi e il rallentamento dei lavori causa Covid”.

ITALGAS HA COMPLETATO 1.100 KM DI RETE

“Nei giorni scorsi – prosegue il quotidiano – comunque i lavori in tutti i bacini gestiti da Medea (gruppo Italgas) 18 sui 38 in cui è divisa l’isola sono ripresi. Italgas dichiara di aver completato le opere sui 1100 chilometri di rete prevista per poco più di due terzi del totale. Ma per tre bacini, il 7, il 9 e poi il 22, ci sarà una ulteriore accelerazione nei lavori che avverranno comunque in sicurezza (…) Entro la fine del 2020 Italgas completerà la conversione di questi bacini dal gpl a gnl”.

I COSTI E IL SERVIZIO

“I costi? Su questo punto le certezze si riducono ma gli ambienti vicini a Italgas ritengono che la fornitura, che sarà solo per uso domestico, potrebbe avere un costo inferiore rispetto al gpl sino al 30 per cento della attuale bolletta. Il sistema che Italgas metterà in piedi che per sua natura sarà transitori, prevede l’uso di un carro bombolaio, già presente in Sardegna (…) E sarà Gaxa a venderlo al cliente finale, Questo in un primo momento. Poi il carro bombolaio non andrà avanti e indietro lungo il Tirreno ma andrà ad Oristano. Nel porto industriale, infatti in autunno è prevista la messa in esercizio del primo deposito costieri di Higas”, ha proseguito il quotidiano.

PERCHE’ L’ACCELERAZIONE

“Ma perché questa accelerazione e una anticipazione dei piani senza aspettare il completamento del primo deposito costiero? La ragione sta in un certo ‘malessere politico’ che gli amministratori locali hanno prospettato alla stessa Regione”, ha aggiunto La Nuova Sardegna.

SCONTRO TRA GOVERNO E REGIONE

Sempre La Nuova Sardegna, in un altro articolo, dà conto “Ieri, ad esempio se ne è svolto uno
promosso da Conferenza Gnl, che ha visto la partecipazione di ben tre direttori generali del ministero dello Sviluppo Economico. Per la Sardegna sono arrivate novità, anche sorprendenti, ma non del tutto inaspettate. Anche se gli interventi sono stati di pochi minuti, sintetici oltre modo, da parte dei vertici del Mise sono stati lanciati messaggi chiari all’isola e ai suoi governanti. La bomba è stata lanciata. ‘La metanizzazione sarà quella che stabiliremo noi, a Roma’. È stato questo il senso dei loro ragionamenti. Sara Romano direttore generale mercati energetici infatti prima ha detto che ‘il Gnl è lo “strumento principe” per decarbonizzare alcuni consumi industriali e aree come la Sardegna’, salvo poi aggiungere che ‘stiamo studiando un piano di rilancio di alcuni poli (quali?, ndr) industriali in Sardegna mediante Gnl'(…) Non è stato il suo un incidente di percorso. Gilberto Dialuce, dg infrastrutture e sicurezza, è stato ancora più netto. (…) Adesso dice invece che il punto non è ‘tubo sì, tubo no. Vediamo intanto come portarlo il gas: prima pensiamo all’approvvigionamento e poi casomai se c’è uno sviluppo locale su misura delle esigenze. Il tutto avendo in mente il phase out del carbone al 2025 e il rilancio dei poli produttivi’”.

“L’uscita dei due dg del Mise, però non è piaciuta alla Regione, al punto che in serata l’assessore all’industria Pili è stata costretta a replicare. ‘Le affermazioni fatte oggi da alcuni autorevoli dirigenti del Mise, riportando indicazioni delle responsabilità politiche del ministero, lasciano sconcertati. Aver condiviso con questa istituzione un modello di metanizzazione e vederlo così stracciato e stravolto, senza neppure un briciolo di confronto, è inaccettabile. La Regione rivendica una leale collaborazione delle istituzioni centrali dello stato per la realizzazione di ciò che è già stato condiviso ed in parte realizzato: un sistema di approvvigionamento sicuro e robusto che renda disponibile in Sardegna il GNL a condizioni equiparate al resto del territorio nazionale (virtual pipeline), un numero adeguato di depositi costieri alcuni dei quali sono già in costruzione ed altri in fase avanzata di autorizzazione e che operino in regime regolato, una affidabile ed efficace rete di trasporto del gas naturale che consegni il prodotto a tutti i consumatori finali, sia civili che industriali”, ha concluso il quotidiano.

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