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sardegna

Sardegna, via al phase out dal carbone: il decreto del Governo

Definite le opere strategiche per la transizione energetica dell’isola. Due rigassificatori galleggianti e nuove interconnessioni elettriche al centro del piano.

Una svolta storica per la Sardegna. Con la pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), il Governo ha ufficialmente definito l’elenco delle opere e delle infrastrutture strategiche per guidare l’isola fuori dall’era del carbone e verso la decarbonizzazione. Il provvedimento, in Gazzetta Ufficiale, individua un mix di soluzioni che spaziano dal gas naturale liquefatto (GNL) alle rinnovabili, passando per il potenziamento delle reti elettriche, con l’obiettivo di completare il phase-out entro il 2028.

UN PIANO STRATEGICO PER LA TRANSIZIONE DELL’ISOLA

Il decreto, firmato il 10 settembre 2025, nasce dall’esigenza di dare attuazione alle previsioni del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e sostituisce il precedente DPCM del marzo 2022, rimodulato dopo un intenso confronto con la Regione Sardegna. “In attuazione dell’art. 31 del decreto-legge 77/2021”, recita il testo, si individuano “le opere e le infrastrutture necessarie al phase out dell’utilizzo del carbone in Sardegna e alla decarbonizzazione dei settori industriali dell’isola”. Tutte le opere individuate sono definite di “pubblica utilità, indifferibili e urgenti”.

DUE RIGASSIFICATORI GALLEGGIANTI PER GARANTIRE IL GAS

Il cuore della strategia sul gas è la creazione di un “collegamento virtuale” che estende la rete nazionale del trasporto fino alla Sardegna, anche a fini tariffari. Questo sistema si baserà su due nuove Unità Galleggianti di Stoccaggio e Rigassificazione (FSRU), considerate più flessibili e a minor impatto ambientale. Una sarà collocata nell’area portuale di Oristano, per servire il polo industriale e termoelettrico centro-meridionale e i bacini di consumo di Cagliari, Medio Campidano e Sulcis. La seconda FSRU sarà realizzata a Porto Torres, ma la sua costruzione è condizionata alla riconversione a gas della centrale termoelettrica di Fiume Santo. In caso contrario, l’area nord sarà alimentata via camion da Oristano.

IL MODELLO “NAVI SPOLA” PER GLI APPROVVIGIONAMENTI

Il gas arriverà alle due FSRU sarde tramite un servizio di navi spola dedicate (bettoline) che partiranno dai terminali di rigassificazione già operativi sulla costa italiana. Il decreto menziona esplicitamente l’adeguamento del terminale di Panigaglia e del rigassificatore offshore OLT Toscana per consentire il caricamento del GNL su navi di piccola taglia. Questo “collegamento virtuale” garantirà la sicurezza degli approvvigionamenti per gli usi industriali, residenziali e per la produzione termoelettrica.

RETE ELETTRICA: IL RUOLO CHIAVE DEL TYRRHENIAN LINK E DEGLI ACCUMULI

Parallelamente al gas, il piano punta a un massiccio sviluppo delle energie rinnovabili, con un obiettivo per la Sardegna di 6,6 GW al 2030. Per gestire questa nuova capacità e garantire la stabilità della rete dopo l’addio al carbone, sono state individuate opere cruciali affidate a Terna. Tra queste spiccano il Tyrrhenian Link (il cavo sottomarino che collegherà Sardegna, Sicilia e penisola), il potenziamento del collegamento SA.CO.I.III con la Corsica e l’Italia, e la nuova “Hypergrid Dorsale Sarda”. A queste si aggiungono 550 MW di batterie di accumulo già contrattualizzate e l’installazione di nuovi compensatori sincroni.

LA PALLA PASSA AD ARERA E AGLI OPERATORI

Con la pubblicazione del decreto, si apre ora la fase operativa. Snam Rete Gas dovrà avviare la progettazione della nuova configurazione infrastrutturale, mentre Terna proseguirà con le attività per la realizzazione delle interconnessioni. Un ruolo cruciale spetterà all’ARERA, che entro 180 giorni dovrà definire il quadro regolatorio per il collegamento virtuale e garantire la perequazione delle tariffe del gas per gli utenti sardi, allineandole a quelle dell’ambito meridionale a partire dal 1° gennaio 2026.

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