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La Science-Based Targets Initiative sospende lo sviluppo dello standard sulle emissioni di petrolio e gas

L’ente di valutazione degli obiettivi climatici aziendali ha confermato di aver sospeso lo sviluppo dello standard sulle emissioni per petrolio e gas a causa dello “sviluppo significativo e ad alta intensità di risorse” che ancora richiedeva

Shell e altri importanti gruppi energetici hanno abbandonato un tentativo, durato 6 anni, di definire una strategia a zero emissioni nette, dopo essere stati informati che lo standard avrebbe imposto loro di interrompere lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas. Lo riporta il Financial Times, citando alcuni documenti visionati.

Dalla fine dello scorso anno Shell, la norvegese Aker BP e la canadese Enbridge hanno tutte abbandonato il gruppo consultivo di esperti della Science-Based Targets Initiative.

LA SCIENCE-BASED TARGETS INITIATIVE

L’iniziativa Science-Based Targets, un importante ente di valutazione degli obiettivi climatici aziendali, ha confermato di aver sospeso lo sviluppo dello standard per il petrolio e il gas a causa dello “sviluppo significativo e ad alta intensità di risorse” che ancora richiedeva.

“Questa è l’unica ragione alla base della nostra decisione di tornare allo sviluppo dello standard per il petrolio e il gas, con tempistiche precise che saranno determinate man mano che finalizzeremo il nostro programma di lavoro futuro”, ha dichiarato un portavoce del gruppo.

I PIANI DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DELLE AZIENDE

Nel marzo scorso l’ente aveva proposto nuove regole per aiutare meglio le aziende a definire piani di riduzione delle emissioni di alta qualità. Le aziende hanno abbandonato l’iniziativa poiché, secondo le bozze di standard visionate dal Financial Times, le aziende non avrebbero dovuto sviluppare “nuovi giacimenti di petrolio e gas” una volta presentato un piano climatico, o a partire dalla fine del 2027, a seconda di quale evento si fosse verificato per primo.

L’iniziativa ha sospeso i lavori sullo standard per petrolio e gas citando “considerazioni sulla capacità”, ma ha negato che ciò fosse collegato alle dimissioni dell’industria petrolifera e del gas, affermando che “non c’è alcun fondamento reale per queste affermazioni”, si legge nel rapporto del Financial Times.

SHELL: “GLI STANDARD SULLE EMISSIONI DOVREBBERO RIFLETTERE CAMBIAMENTI SOCIALI ED ECONOMICI REALISTICI”

Shell ha affermato di sostenere metodologie basate sulla scienza e di ritenere che gli standard dovrebbero riflettere “cambiamenti sociali ed economici realistici”, consentendo al contempo la flessibilità necessaria per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette.

“In assenza di uno standard per l’intero settore, Shell ha utilizzato scenari di 1,5°C sviluppati per il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite per definire i suoi obiettivi, il che a nostro avviso dimostra l’allineamento con l’Accordo di Parigi”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda.

LA POSIZIONE DELLE AZIENDE

Shell ha dichiarato al Financial Times di aver deciso di ritirarsi dalla SBTI dopo aver visto una bozza di standard che “non rifletteva in modo sostanziale il punto di vista del settore”, mentre Aker BP ha detto di aver abbandonato il comitato consultivo dopo aver ritenuto “limitata” la sua “capacità di influenzare” lo standard. Enbridge non ha risposto ad una richiesta di commento da parte dell’agenzia Reuters.

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