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USA Energia

Rischio dipendenza da shale oil Usa per il mondo?

L’allarme lanciato dall’Agenzia internazionale dell’Energia nel World Energy Outlook 2018. Crescono gas e rinnovabili ma il carbone è sempre la prima fonte di energia al mondo. Birol: Investire sistematicamente in tecnologie sostenibili per raggiungere gli obiettivi climatici

Consumi petroliferi in crescita nei prossimi anni, per effetto dell’aumento dei prodotti petrolchimici del trasporto su gomma e della domanda da parte del settore aviazione. Ma soddisfare questa crescita, nel breve termine, “significa che le approvazioni dei progetti petroliferi convenzionali dovranno raddoppiare rispetto agli attuali bassi livelli”. Altrimenti si rischia che il mondo diventi troppo dipendente dallo shale oil americano “che si è già espansa a ritmo record ma potrebbe aggiungere più di 10 milioni di barili al giorno da oggi al 2025, l’equivalente di un’altra Russia all’offerta globale in sette anni, un’impresa senza precedenti nella storia”. È quanto sostiene l’Agenzia internazionale dell’Energia nel World Energy Outlook 2018.

DAL GREGGIO SEGNALI CONTRASTANTI. CRESCONO IL GAS E LE RINNOVABILI

“Mentre la geografia del consumo energetico continua il suo storico spostamento verso l’Asia, World Energy Outlook 2018 trova segnali contrastanti sul ritmo e la direzione del cambiamento. I mercati petroliferi, ad esempio, stanno entrando in un periodo di rinnovata incertezza e volatilità” che può comprendere anche “un possibile deficit di approvvigionamento all’inizio del 2020” si legge nel rapporto. Allo stesso tempo la domanda di gas naturale “è in aumento, escludendo qualsiasi ipotesi di surplus, mentre la Cina emerge come un gigantesco consumatore. Il fotovoltaico – prosegue il rapporto dell’Aie – si sta facendo strada, ma altre tecnologie a basse emissioni di carbonio e soprattutto le politiche di efficienza richiedono ancora una grande spinta. In tutti i casi, i governi avranno un’influenza fondamentale nella direzione che prenderà il futuro sistema energetico. Nell’ambito delle politiche attuali e previste, sul modello del New Policies Scenario, la domanda di energia è destinata a crescere di oltre il 25% fino al 2040, richiedendo più di 2 trilioni di dollari all’anno di investimenti in nuove forniture energetiche”.

BIROL: IL DESTINO ENERGETICO MONDIALE DIPENDE DALLE DECISIONI DEI GOVERNI

“La nostra analisi mostra che oltre il 70% degli investimenti energetici globali sarà guidato dai governi e come tale il messaggio è chiaro: il destino energetico mondiale dipende dalle decisioni politiche -, ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie -. Creare le giuste politiche e gli incentivi adeguati sarà fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi comuni di garantire l’approvvigionamento energetico, ridurre le emissioni di carbonio, migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani e ampliare l’accesso di base all’energia in Africa e altrove”.

RINNOVABILI RAPPRESENTERANNO DUE TERZI DELLE CAPACITÀ AGGIUNTIVE AL 2040

“Nei mercati dell’energia, le rinnovabili sono diventate la tecnologia preferita, costituendo quasi due terzi delle capacità globali aggiunte al 2040, grazie al calo dei costi e alle politiche governative di sostegno. Questo sta trasformando il mix energetico globale, con una quota di rinnovabili nella produzione che nel 2040 salirà a oltre il 40%, dall’attuale 25%, anche se il carbone rimane la fonte principale seguita dal gas”, evidenzia ancora il rapporto dell’Aie. Che ricorda come “questa espansione comporta importanti benefici ambientali, ma anche una nuova serie di sfide che i responsabili politici devono affrontare rapidamente. Con una maggiore variabilità degli approvvigionamenti, i sistemi energetici dovranno fare della flessibilità la pietra angolare dei futuri mercati dell’elettricità per mantenere le luci accese. La questione è sempre più urgente, dato che i paesi di tutto il mondo stanno rapidamente aumentando la loro quota di energia solare fotovoltaica ed eolica, e richiederanno riforme di mercato, investimenti di rete e il miglioramento delle tecnologie di risposta alla domanda, come i contatori intelligenti e le tecnologie di stoccaggio delle batterie”. 

I DIVERSI SCENARI DELL’AIE

Anche i mercati dell’elettricità stanno subendo una trasformazione unica nel suo genere, con l’aumento della domanda derivante dall’economia digitale, dai veicoli elettrici e da altri cambiamenti tecnologici. L’analisi dell’Aie rileva che una “maggiore elettrificazione porterebbe a un picco della domanda di petrolio entro il 2030 e ridurrebbe l’inquinamento atmosferico locale nocivo. Ma avrebbe un impatto trascurabile sulle emissioni di Co2 senza maggiori sforzi per aumentare la quota di rinnovabili e fonti di energia a basse emissioni di carbonio”. Lo scenario di sviluppo sostenibile dell’Aie offre in questo caso un percorso per raggiungere in modo integrato i diversi obiettivi in materia di clima, qualità dell’aria e accesso universale. “In questo scenario, le emissioni globali di CO2 legate all’energia raggiungono il picco intorno al 2020 per poi entrare in un forte e sostenuto declino, pienamente in linea con la traiettoria necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici”. Ma la maggior parte delle emissioni legate alle infrastrutture energetiche sono già essenzialmente vincolate. In particolare, le centrali elettriche a carbone, che oggi sono responsabili di un terzo delle emissioni di CO2 legate all’energia, rappresentano più di un terzo delle emissioni complessive vincolate fino al 2040. La stragrande maggioranza sono legate a progetti in Asia, dove le centrali a carbone hanno in media solo 11 anni, con decenni di attività, rispetto ai 40 anni di età media negli Stati Uniti e in Europa.

BIROL: PER RAGGIUNGERE SERIAMENTE OBIETTIVI CLIMATICI OCCORRE INVESTIRE SISTEMATICAMENTE IN TECNOLOGIE SOSTENIBILI

“Abbiamo esaminato tutte le infrastrutture energetiche attuali e in fase di costruzione in tutto il mondo – come centrali elettriche, raffinerie, auto e camion, caldaie industriali e stufe domestiche – e abbiamo scoperto che rappresenteranno circa il 95% di tutte le emissioni consentite dagli obiettivi climatici internazionali nei prossimi decenni – ha detto Birol -. Questo significa che, se il mondo è seriamente intenzionato a raggiungere i suoi obiettivi climatici, allora, a partire da oggi, ci deve essere una preferenza sistematica per gli investimenti in tecnologie energetiche sostenibili. Ma dobbiamo anche essere molto più intelligenti sul modo in cui utilizziamo il nostro sistema energetico esistente. Possiamo creare un certo spazio di manovra ampliando l’uso del Carbon Capture Utilization and Storage, dell’idrogeno, migliorando l’efficienza energetica e, in alcuni casi, ritirandosi anticipatamente dal capitale sociale. Per avere successo, questo richiederà uno sforzo politico ed economico globale senza precedenti”.

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