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Snam, il piano 2020-24 punta tutto sulla decarbonizzazione

Alverà (Snam): “Si apre una nuova fase della storia di Snam”. Confermato il gas in Sardegna e l’avvio imminente di Tap

Investimenti in crescita per la decarbonizzazione del sistema e lo sviluppo nel lungo termine, ed evoluzione verso una gestione di portafoglio con focus sulle opportunità derivanti dal sector coupling, dalle politiche net zero e dalla crescente centralità dei gas verdi. L’obiettivo? Raggiungere le emissioni nette zero al 2040. Sono questi i numeri del Piano 2020-2024 da circa 7,4 miliardi di euro di investimenti (rispetto ai 6,5 miliardi del piano 2019-2023) di Snam, presentato dall’amministratore delegato Marco Alverà e approvato dal Consiglio di Amministrazione presieduto da Nicola Bedin.

ALVERÀ: SI APRE UNA NUOVA FASE DELLA STORIA DI SNAM

“Il piano 2020-2024 – ha commentato Alverà – apre una nuova fase della storia di Snam, che nella sfida climatica è ben posizionata per avere un ruolo di abilitatore della transizione energetica, con una visione di lungo termine coerente con il proprio purpose e gli obiettivi europei. Snam sarà una delle prime società energetiche a raggiungere la neutralità carbonica nel 2040 e darà un ampio contributo alla decarbonizzazione del sistema attraverso lo sviluppo dei gas verdi e in particolare dell’idrogeno. Il riposizionamento dell’azienda avvenuto in questi ultimi anni e le azioni previste nel nuovo piano, anche grazie alle competenze delle nostre persone e alla sempre maggiore digitalizzazione – ha proseguito il managet – , ci mettono nella giusta condizione per cogliere le opportunità derivanti dalla transizione energetica. Abbiamo visibilità sulle nostre infrastrutture ‘future proof’, siamo tra i pionieri nello sviluppo dell’idrogeno e cresciamo rapidamente negli altri business che stanno rafforzando tutta la catena del valore dei gas verdi. Stiamo diventando un operatore internazionale, con un focus sulle aree del mondo più rilevanti per lo sviluppo del gas naturale in sostituzione dei combustibili più inquinanti e per la transizione energetica. Con questa strategia, abbinata alla nostra flessibilità finanziaria e all’accesso ai mercati a costi competitivi, offriamo ritorni interessanti per i nostri azionisti. Sempre più i concetti di sostenibilità economica, ambientale e sociale sono parte integrante del modello di business di Snam, in cui i fattori ESG guidano le scelte a beneficio di tutti gli stakeholder”, ha ammesso Alverà.

GAS IN SARDEGNA, TAP E KUWAIT

Nel corso della call di presentazione, il manager Snam ha confermato che l’azienda porterà “il gas in Sardegna. Verrà fatto con le bettoline a depositi costieri per i fabbisogni locali. Per aree più remote si utilizzeranno della autobotti. L’ottima notizia è che si parte con gli investimenti in Sardegna e si può dire addio al Gpl”.

“Inoltre – ha aggiunto – continuiamo a investire in tecnologia. Snam sta diventando il Tso più avanzato al mondo sotto questo punto di vista, anche per l’esportazione nel mondo”. Sulle M&A “nel mondo delle utility non vedo grandi sinergie, chi l’ha fatta ha distrutto valore. Noi invece stiamo generando valore con le piccole acquisizioni realizzate negli ultimi anni. Le grandi acquisizioni devono pagare un premio e poi non riesci a ripagarlo con le sinergie”, ha aggiunto il manager. “Il mondo dell’Oil&Gas è caratterizzato da un livello di partnership molto più spinto. Se guardiamo al mondo delle utilities i progetti sono o dell’uno o dell’altro, se guardo a Tap è un progetto con Socar, Enagas, Fluxys, insomma sei soci un modello di successo che vedremo trasferirsi anche al mondo delle utilities che avranno un approccio meno domestico, e meno regionale. Su Tap comunque tutto è pronto e il gas arriverà presto. Il solo fatto che il Tap ci sia a prescindere dei volumi che sono ancora piccoli e che resteranno minori al potenziale ha già portato per la prima volta in tantissimi anni finalmente ad avere in Italia un prezzo del gas più basso rispetto ai paesi de Nord Europa”. Le operazioni commerciali sono iniziate infatti la scorsa settimana. Il progetto è stato completato nei tempi previsti anche grazie all’approccio integrato di Snam, che oltre a essere azionista di TAP ha realizzato in soli 21 mesi l’interconnessione da 55 km alla rete nazionale e contribuito con le proprie competenze e il proprio know-how all’intero progetto, favorendo il dialogo con i territori e tutti gli stakeholder. “Per quanto riguarda Desfa e il Kuwait tutto sta andando molto bene”, ha precisato Alverà.

SINERGIE CON TERNA

“Vediamo importanti sinergie a livello operativo sugli scenari gas ed elettrici con Terna, siamo stati tra i primi a proporre sinergie gas elettricità, poi stiamo sviluppando tecnologie per gestire la rete poi c’è l’area del sector coupling che darà molta flessibilità utilizzando la rete come se fosse un grande batteria. C’e’ poi il settore idrico su cui stiamo ragionando ma non c’e’ nulla di concreto”, ha aggiunto Alverà.

IL PROTOCOLLO CON FERROVIE

Con Ferrovie stiamo lavorando molto bene abbiamo sottoscritto un protocollo per inserire” i treni a idrogeno “nel Recovery. Siamo i primi in Europa ad aver firmato un accordo del genere sia con chi gestisce la rete sia con chi li produce”.

OBIETTIVO NET ZERO CARBON E IMPEGNO CRESCENTE IN AMBITO ESG

Snam si impegna a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040, in linea con il target di contenimento del riscaldamento globale entro 1,5° C previsto dall’Accordo di Parigi, consolidando così ulteriormente la propria leadership nei fattori ESG (ambiente, sociale e governance).

Inoltre, Snam innalza al 50% al 2030 (su base anno 2018) il target di riduzione delle emissioni di CO₂ equivalente Scope 1 e Scope 2 (dirette e indirette energetiche), rispetto al precedente obiettivo di -40% su base anno 2016. Quasi la metà della riduzione complessiva delle emissioni deriverà dal progetto delle centrali dual fuel, mentre la quota restante sarà raggiunta grazie all’abbattimento delle emissioni di metano del 45% entro il 2025 (su base anno 2015), in linea con gli obiettivi UNEP (UN Environment Programme), con cui è stato sottoscritto un protocollo.

Significativo anche l’impegno di Snam sulle emissioni indirette Scope 3 (emissioni al di fuori del diretto controllo dell’azienda, per Snam riconducibili principalmente a fornitori e partecipate), un ambito nel quale la società ha rafforzato le iniziative di collaborazione con le partecipate e avviato lo sviluppo di ulteriori progetti congiunti con i fornitori per raggiungere una progressiva e significativa riduzione.

L’abilitazione dell’infrastruttura a trasportare crescenti quantità di gas rinnovabili e le nuove attività nella transizione energetica consentiranno a Snam di contribuire anche alla riduzione generale delle emissioni per il sistema: nel 2024 l’azienda permetterà di evitare emissioni per oltre 600.000 tonnellate di CO₂ equivalente, grazie anche alla produzione di biometano, alle iniziative di efficienza energetica e ai progetti di mobilità sostenibile a CNG e LNG.

I fattori ESG sono sempre più integrati nelle strategie e nella gestione dell’azienda. A tal proposito, Snam ha elaborato e pubblicato una “scorecard” su 13 aree con 22 obiettivi materiali e quantitativi per fornire agli stakeholder una visione olistica dell’impegno e della crescente sensibilità in ambito ESG, consentendo loro di monitorarne i risultati. In tema ambientale, ad esempio, è previsto dal 2021 al 2023 l’incremento della produzione di biometano da 18 a 141 milioni di smc nonché l’aumento da 16 a 43 mila tonnellate di CO₂ risparmiate da attività di efficienza energetica. In ambito sociale, è previsto un focus potenziato su dipendenti, supply chain, sicurezza e comunità: ad esempio, attraverso l’aumento della percentuale di donne in posizioni executive e middle management dal 19,3% del 2019 al 25,5% del 2023, e un incremento delle imprese sociali accreditate nella vendor list del 20% al 2023. In ambito governance, nel 2023 almeno il 40% dell’attività del Consiglio di Amministrazione sarà dedicata a tematiche ESG e sul 100% delle terze controparti saranno svolte due diligence reputazionali.

Snam è inoltre intenzionata a riflettere in statuto il proprio corporate purpose (“Energia per ispirare il mondo”), orientato alla creazione di valore nel lungo termine per gli azionisti tenendo conto degli interessi degli stakeholder rilevanti e in coerenza con le nuove raccomandazioni del Codice di Corporate Governance, anche al fine di istituzionalizzare l’impegno della società nel favorire e promuovere il processo di transizione energetica in coerenza con le nuove iniziative che si intendono intraprendere. Il Consiglio di Amministrazione si è riservato di assumere ogni deliberazione al riguardo in una prossima occasione.

I NUOVI TREND DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA E IL RUOLO DI ABILITATORE DI SNAM

Il raggiungimento degli obiettivi climatici globali determinerà nei prossimi 30 anni significativi investimenti nella decarbonizzazione del settore energetico. A oggi numerosi paesi, che rappresentano oltre il 50% delle emissioni globali, hanno annunciato o stanno elaborando obiettivi di neutralità climatica. Si prevede quindi un nuovo “superciclo” di investimenti pubblici e privati da circa 100-150 trilioni di dollari per l’innovazione dei sistemi energetici, da cui deriveranno nuove opportunità di creazione di valore per gli operatori lungo l’intera filiera. Grandi prospettive di sviluppo riguarderanno i gas verdi, in particolare l’idrogeno, che possono potenzialmente raggiungere oltre il 25% del mix energetico globale al 2050.

L’IDROGENO

L’Europa ha assunto una posizione di leadership nel settore, soprattutto grazie alla Hydrogen Strategy lanciata nel luglio scorso dalla Commissione Ue, e ai piani nazionali avviati o di prossimo avvio di paesi come la Germania, la Francia, il Regno Unito, la Spagna e il Portogallo. Le linee guida della strategia italiana per l’idrogeno, poste in consultazione pubblica il 24 novembre, prevedono investimenti fino a 10 miliardi di euro al 2030 con 5 GW di capacità di elettrolizzatori installata e un primo target del 2% del mix energetico, con una previsione di crescita attesa fino al 20% nel 2050.

L’idrogeno verde, in particolare, si ritiene potrà essere competitivo in pochi anni in vari settori – a partire dal trasporto ferroviario e pesante – grazie alla progressiva e già evidente riduzione del costo di produzione delle energie rinnovabili, abbinata alla contestuale riduzione del costo degli elettrolizzatori. Il modo più efficiente per trasportare idrogeno verde è rappresentato dall’infrastruttura gas. A livello europeo, infatti, gli interventi necessari per riconvertirla a idrogeno sono limitati, con costi pari a 10-25%di quelli previsti dalla costruzione ex novo di una nuova rete.

In questi anni, Snam si è riposizionata per beneficiare dei nuovi mega-trend della transizione energetica, grazie ad infrastrutture che saranno cruciali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, alla presenza nei business della transizione energetica, alla crescita internazionale e grazie ad un approccio disciplinato agli investimenti.

“Siamo tra i pionieri nello sviluppo dell’idrogeno”, ha segnalato Alverà. La posizione di Snam “beneficia di infrastrutture che sono già al 70% hydrogen ready e che saranno abilitanti della transizione energetica”. La prospettiva, al 2050, “è di trasportare gas interamente decarbonizzato per fare dell’Italia un hub europeo dell’idrogeno – ha evidenziato la società -. In aggiunta, Snam è impegnata nel costruire posizioni di mercato lungo la catena del valore, sia nell’idrogeno che nel biometano. Anche l’efficienza energetica è una leva importante per ridurre i consumi e l’impatto ambientale. In un futuro a emissioni nette zero, le rinnovabili ricopriranno un ruolo centrale rispetto a molte delle attività di Snam, e in questo contesto assumeranno rilevanza strategica. L’azienda intende inoltre fare leva sulle proprie competenze distintive rilevanti per segmenti adiacenti, quali l’acqua. Questi ambiti di possibile opportunità non sono ricompresi in arco piano”.

INVESTIMENTI PER 7,4 MILIARDI DI EURO PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA E LA TRANSIZIONE ENERGETICA

Snam ha previsto un incremento degli investimenti di quasi 1 miliardo di euro rispetto ai 6,5 miliardi del piano 2019-2023, portandoli a circa 7,4 miliardi nel periodo 2020-2024. Rispetto al piano precedente, la crescita è riconducibile sia al core business delle infrastrutture regolate (6,7 miliardi di investimenti) sia alle nuove attività della transizione energetica (oltre 0,7 miliardi di investimenti, quasi raddoppiati rispetto al precedente piano).

Il 50% degli investimenti previsti a piano è dedicato all’infrastruttura “hydrogen ready” (sostituzioni e sviluppo degli asset con standard “hydrogen ready”). Gran parte degli investimenti previsti a piano è finalizzata alla decarbonizzazione per raggiungere l’obiettivo di neutralità carbonica al 2040 e cogliere le opportunità offerte dalla transizione energetica. Circa il 40% di questi impieghi è allineato ai criteri della tassonomia europea, in via di finalizzazione.

Gli investimenti nell’infrastruttura riguardano principalmente le sostituzioni per l’ammodernamento della rete, anche in ottica “hydrogen ready”, per quasi 1.200 km. Sono inoltre previsti l’avvio della conversione di centrali di compressione in ibride gas/elettrico, e la realizzazione della pipeline virtuale in Sardegna e dei primi tratti di rete. Il piano di investimenti prevede anche nuovi allacciamenti legati alla transizione energetica (245 impianti di CNG/LNG e 50 di biometano), in forte aumento rispetto agli ultimi anni, e altre 100 connessioni alla rete.

LA DIGITALIZZAZIONE

Il piano prevede circa 500 milioni di euro di investimenti in digitalizzazione – dal controllo delle attività da remoto all’adozione di IoT, cloud ed edge computing – per consentire a Snam di diventare la società di trasporto gas più tecnologicamente avanzata al mondo e garantire sempre maggiore sicurezza e sostenibilità delle attività operative. In particolare, l’integrazione di sistemi IoT e machine learning permetterà di trasmettere, analizzare e storicizzare quasi real-time una quantità di dati giornaliera 100 volte superiore a quella attuale. Nel corso del 2021 sarà avviato il primo distretto del futuro (TecHub) a Bologna, dotato delle tecnologie più avanzate. Le attività includeranno, tra le altre, il monitoraggio in tempo reale dei consumi, l’utilizzo di droni e satelliti per l’ispezione della rete, l’individuazione georeferenziata e in tempo reale di eventuali fuoriuscite e la manutenzione predittiva.

I NUOVI BUSINESS DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA: INVESTIMENTI QUASI RADDOPPIATI A 720 MILIONI

Snam ha creato negli ultimi anni un’ampia e diversificata piattaforma di attività (efficienza energetica, produzione e infrastrutture di biometano, mobilità sostenibile, idrogeno lungo tutta la value chain) per essere un ‘system integrator’ in grado di offrire soluzioni green e contribuire allo sviluppo dei gas rinnovabili.

Per il periodo 2020-2024 gli investimenti di Snam nelle attività per la transizione energetica ammonteranno a circa 720 milioni di euro, quasi raddoppiati rispetto al precedente piano, con un contributo all’EBITDA annuo di 150 milioni di euro al 2024.

STRATEGIA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE E CONSOCIATE

Snam ha ulteriormente rafforzato la propria posizione di leader nelle infrastrutture energetiche a livello internazionale nel corso del 2020, grazie all’acquisizione della partecipazione in ADNOC Gas Pipelines nel corso del 2020, al consolidamento della presenza in Cina e all’ingresso in India e Israele.

Il cash return medio annuale sull’investimento iniziale dall’acquisizione al 2024 è atteso a circa il 10% per gli asset operativi.

I NUMERI E GLI OBIETTIVI AL 2024

Nel periodo 2020-2024, il posizionamento lungo tutta la catena del valore della transizione energetica, il continuo miglioramento dei risultati del core business e delle nuove attività, la maggiore internazionalizzazione e il forte presidio di ottimizzazione della struttura finanziaria consentiranno a Snam di ottenere una crescita sostenibile dei principali indicatori. In particolare, è previsto un incremento medio annuo (con base 2019): dell’utile netto del 2,5%; dell’utile netto per azione del 3,2%; dell’EBITDA del 3,3%; del dividendo per azione (DPS) del 5% fino al 2022, con ulteriore 2,5% di crescita minima nel 2023-2024.

Il valore degli asset regolati (RAB) crescerà di oltre il 2,5% medio annuo nel periodo 2020-2024. Le necessità di sostituzione della rete implicano una crescita almeno in linea con questo trend tra il 2024 e il 2040.

La guidance sull’utile netto del 2021 è di una crescita del 3% circa rispetto alla guidance 2020.
Per il 2021 Snam si attende un livello di indebitamento a fine anno pari a circa 13,5 miliardi di euro, tenuto conto degli investimenti previsti nell’anno di € 1,4 miliardi. La RAB raggiungerà 21 miliardi di euro nel 2021.

Questi obiettivi pongono le basi per una ulteriore accelerazione della crescita nel lungo periodo grazie al fabbisogno di sostituzioni per l’ammodernamento della rete e all’ulteriore sviluppo delle piattaforme di transizione energetica.

RAFFORZAMENTO DEL PIANO DI EFFICIENZA

Snam prevede di rafforzare il piano di efficienza lanciato nella seconda metà del 2016, con oltre 70 milioni di euro di risparmi attesi al 2022. Dall’avvio nel 2016, il programma di efficienza ha comportato un taglio dei costi relativi al perimetro core di circa il 20%, consentendo l’avvio delle attività nella transizione energetica senza penalizzare le performance del gruppo.

OTTIMIZZAZIONE DELLA STRUTTURA DI DEBITO E FOCUS SULLA FINANZA SOSTENIBILE

L’attività di ottimizzazione della struttura finanziaria condotta negli ultimi cinque anni ha portato a una riduzione del costo medio del debito lordo dal 2,4% del 2016 a un valore medio dell’1,2% lungo l’orizzonte di piano (rispetto all’1,4% del piano precedente), grazie alle azioni compiute per cristallizzare il più possibile le attuali favorevoli condizioni di mercato e il miglioramento dello scenario di tassi e credit spread rispetto al piano precedente. Possibili ulteriori risparmi potrebbero derivare da ottimizzazioni di tesoreria, nonché ulteriori diversificazioni di fonti e aumento di strumenti di finanza sostenibile.

POLITICA DEI DIVIDENDI: POSSIBILE AUMENTO NELL’ARCO DEL PIANO

Snam conferma l’impegno a garantire agli azionisti una remunerazione attrattiva e sostenibile e il pagamento di un acconto sul dividendo. È confermata la crescita del dividendo per azione del 5% fino al 2022, con un’ulteriore crescita minima del 2,5% nel periodo 2023-2024. Snam prevede che per l’esercizio 2020 possa essere distribuito nel 2021 un dividendo complessivo pari a 0,2495 di euro per azione (di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento a gennaio 2021 come deliberato dal Consiglio di Amministrazione dello scorso 4 novembre, mentre il restante 60% a saldo con pagamento a giugno, da sottoporre all’Assemblea degli Azionisti che approverà il bilancio di esercizio 2020). Snam prevede la “possibilità di aumentare i dividendi se cose fuori piano legate a maggiori sussidi all’idrogeno e maggiori sussidi sulla Rab potranno essere accelerate”, ha detto Alverà, in conferenza stampa. I valori “sono il nostro minimo non prevede acqua, rinnovabili, M&A. Dopodiché gli incentivi saranno di vario tipo, alla produzione in coerenza con quanto detto da Patuanelli sull’incentivo all’idrogeno verde, poi mi aspetto incentivi per supportare gli elettrolizzatori e mi aspetto anche degli incentivi per convertire chi consuma carbone nelle acciaierie”.

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