Le aziende elettriche premono invece per non bloccare il settore utilizzando anche il vecchio sistema attualmente in vigore
Una delle conseguenze dello scioglimento anticipato delle Camere in vista della tornata elettorale che le aziende elettriche rimpiangono di più è l’impossibilità di bandire una nuova asta per le rinnovabili entro quest’anno. Un’asta, scrive il quotidiano “Cinco Dias”, che molte società del settore aspettavano, allettate dalla bozza del piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) che conteneva l’assegnazione di 3.000 MW all’anno fino al 2030 varato dall’esecutivo lo scorso 22 febbraio.
IL PIANO PREVEDE 3.000 MW ALL’ANNO DI NUOVA CAPACITÀ RINNOVABILE FINO AL 2030
Il Piano prevede infatti 3.000 MW all’anno di nuova capacità rinnovabile per sostituire la produzione di carbone (che sarà completamente scomparsa nel 2030) e quattro delle sette centrali nucleari attualmente in funzione in Spagna, la cui chiusura è prevista intorno a quel periodo (per un totale di più di 4.000 MW), secondo quanto stabilito dal PNIEC. Finora si sono tenute tre aste per le rinnovabili, una nel 2016 e due nel 2017, in cui 8.000 MW sono stati assegnati attraverso un meccanismo molto contestato tra le aziende del settore, non essendo utilizzato in nessun altro paese del mondo. In particolare, è stato messo all’asta un incentivo per l’investimento effettuato durante tutta la vita dell’impianto.
NELLA BOZZA DI PNIEC PREMIO ASSEGNATO IN BASE ALL’ENERGIA GENERATA
Al fine di porre rimedio ad un modello che è stato criticato dal settore, la bozza di piano sul cambiamento climatico, che è in fase di consultazione pubblica, stabilisce che il premio venga assegnato non per la potenza, come è stato fino ad ora, ma per l’energia generata. Cioè, sarà assegnato a coloro che sono disposti a produrre al prezzo più basso. Pertanto, il testo stabilisce che “i quadri retributivi saranno concessi attraverso procedure competitive in cui il prodotto da mettere all’asta sarà l’energia elettrica da generare e la variabile su cui sarà offerta sarà parametrata è il prezzo retributivo di tale energia”.
AZIENDE DISPOSTE A UTILIZZARE ANCHE IL VECCHIO MODELLO DI INCENTIVI
Dato che la legge non vedrà la luce dopo lo stop al governo ma che al contempo è essenziale effettuare delle aste secondo il nuovo modello, le grandi aziende energetiche del paese hanno chiesto al ministero di convocarle per andare avanti almeno con il vecchio sistema ancora in vigore. Ciò per evitare di “buttare” un intero anno vista anche la paralisi raggiunta dal settore anche nel mercato dei contratti bilaterali.