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Green Economy

Stati Generali Green Economy, cosa hanno detto Amendola, Costa, Misiani, Muroni e Ronchi

Stamattina si è tenuta la sessione plenaria di apertura degli Stati generali della Green Economy 2020, dal titolo “Il Green Deal al centro del piano di rilancio per l’Italia”.
Alla discussione, moderata dalla giornalista Donatella Bianchi, hanno partecipato Edo Ronchi (presidente del Consiglio nazionale della Green economy), Vincenzo Amendola (ministro per gli Affari europei), Rossella Muroni (vicepresidente della commissione Ambiente della Camera), Antonio Misiani (viceministro dell’Economia) e Sergio Costa (ministro dell’Ambiente).
Nel suo intervento introduttivo, di presentazione della Relazione 2020 sullo stato della Green economy, Ronchi ha spiegato che ”durante la pandemia anche la green economy ha sofferto. Il riciclo ha sofferto per il calo dei prezzi e per la difficoltà di trovare sbocchi di mercato per le materie prime seconde. I nuovi investimenti green sono rallentati. Il consumo di energia rinnovabile ha tenuto, ma la potenza installata dei nuovi impianti rinnovabili è diminuita: si parla di quasi il 40 per cento in meno rispetto al 2019. Sono molto calate la sharing mobility e il trasporto pubblico. Ci sono stati rallentamenti negli interventi di rigenerazione urbana”.
”Siamo convinti che il rilancio della green economy è necessario per far ripartire l”Italia. La green economy è un”occasione storica per riqualificare lo sviluppo dell”Italia. È terreno fertile per l’innovazione e la digitalizzazione, e per la crescita dell”occupazione. Senza la green economy non si hanno la neutralità climatica né l”economia circolare. La green economy è una leva decisiva per migliorare e rilanciare le città”.
La digitalizzazione, per Ronchi, “può essere ancorata a criteri green”, ad esempio per la “diffusione di soluzioni innovative in materia di efficienza energetica”.
“Il Green Deal europeo è una straordinaria spinta per la green economy italiana. L”iniziativa Next Generation EU è fondata sul Green Deal: l”obiettivo della neutralità climatica al 2050 e il target di riduzione delle emissioni del 55 per cento al 2030 sono driver fondamentali e sono accompagnati dalla strategia di decarbonizzazione del settore industriale e dei trasporti e dal nuovo piano d”azione per l”economia circolare.
Ronchi ha sostenuto che “il riscaldamento globale è una crisi peggiore della pandemia. L”Italia è particolarmente vulnerabile alla crisi climatica: nel 2008 sono stati registrati 142 eventi climatici estremi, diventati 1668 nel 2019″.
”C”è la possibilità di una svolta climatica. Sono maturate le condizioni tecnologiche e quindi economiche per affrontare tale svolta in modo economicamente sostenibile. Chi parte prima nella transizione può acquisire vantaggi di mercato e costringere le aziende o i governi arretrati ad inseguire”. Ma negli ultimi in Italia “la crescita della quota di fonti rinnovabili è notevolmente rallentata”; il paese però è in una buona posizione per quanto riguarda il tasso di circolarità e per il riciclo dei rifiuti urbani. Su questo, dice Ronchi, ”bisogna stabilire delle quote obbligatorie per l”utilizzo di materie prime seconde nei prodotti”.
Il settore agroalimentare italiano è di elevata qualità, ha detto Ronchi. La superficie agricola biologica è il 15,5% di quella totale, ma l”obiettivo europeo del 25 per cento entro il 2030, indicato da Farm to Fork, “è ancora lontano”.

Nel suo intervento alla sessione plenaria di apertura degli Stati Generali della Green Economy 2020 Vincenzo Amendola, ministro degli Affari europei, ha ricordato che ”già l”11 dicembre 2019 la Commissione europea ha scelto il Green Deal” per una radicale trasformazione dei modelli economico, industriale e di consumo. ”Durante il periodo COVID questa scelta è stata messa in discussione. Invece l”accordo del 21 luglio”, con il fondo Next Generation EU, ”ha confermato tale visione”.
Amendola ha parlato di due ”transizioni gemelle: quella dell”economia sostenibile e dell”economia digitale”. Nei 76 miliardi che arriveranno dall”Europa all”Italia ”daremo priorità all”economia verde e circolare, alla decarbonizzazione dei cicli industriali; daremo impulso alla mobilità sostenibile”.
Amendola ha sottolineato le problematiche del dissesto idrogeologico e menzionato la necessità di una ”strategia idrica nazionale per ridurre lo spreco d”acqua”. Dopodiché ha parlato di ”coinvolgere il settore bancario per far sì che gli investimenti verdi diventino una leva economica per l”egemonia europea a livello globale. Il mondo economico si sta orientando verso un”economia di segno diverso”.
In chiusura del suo intervento, Amendola ha accennato alla border-adjustment tax ”per riequilibrare le importazioni da quei paesi che producono dove le regole sulle emissioni” sono meno rigide.
Rossella Muroni, vicepresidente della commissione Ambiente della Camera, ha riconosciuto che ”non siamo stati, negli ultimi 10-15 anni, abbastanza coerenti per fare delle scelte. La transizione non conosce mezze misure, non abbiamo più tempo: la crisi climatica va oltre a quella, contingente, legata al COVID”.
”Con Next Generation EU l”Europa ci dà un metodo. Dobbiamo evitare di pensare che i soldi dell”Europa saranno a pioggia. L”Europa ha scelto una strada precisa: ambiente e digitalizzazione. Ci vuole coerenza”.
”Il lavoro fatto sulla PAC non mi convince. Sulla PAC si è investito sulla produzione di per sé, in maniera generalizzata. I sussidi e gli investimenti vanno spostati sul fronte della sostenibilità ambientale”.
Bisogna anche ”spostare i sussidi statali dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili. Siamo già in fortissimo ritardo. Il ministro Costa fa bene a rivendicarlo”.
”Abbiamo bisogno di investire fortemente nella pubblica amministrazione. Serve più efficienza e nuovi saperi: non si fa la lotta al dissesto idrogeologico se la pubblica amministrazione non mette insieme competenze diverse. È necessario uno sforzo formativo: le università in questo hanno un ruolo importantissimo”.

Antonio Misiani, viceministro dell”Economia, ha detto che ”la sostenibilità può e deve essere una straordinaria opportunità per l”apparato produttivo e per creare buoni posti di lavoro nel nostro paese. Abbiamo iniziato a farlo con la legge di bilancio del 2020, la prima realmente ambientalista nella storia del paese. E continuiamo a farlo: anche le scelte del decreto Rilancio vanno nella direzione della sostenibilità ambientale”.
”Il Superbonus 110% è la testimonianza della direzione verso cui il governo vuole che il paese vada: il Superbonus è una misura conveniente per le famiglie, che risparmieranno sulle bollette; è una misura vincente per l”economia perché dà lavoro all”edilizia; è una misura vincente per l”ambiente perché il patrimonio immobiliare italiano è vecchio, energivoro e responsabile di emissioni e sprechi”.
”Questo nuovo modello di sviluppo porta con sé la necessità di una pluralità di scelte. Bisogna fare scelte in settori strategici. Bisogna creare una filiera industriale per le fonti rinnovabili, che manca”.
”L”Italia sarà il principale beneficiario del programma Next Generation EU. Abbiamo una responsabilità nel buon uso di queste risorse nei confronti delle nuove generazioni”. Ma ”la transizione non è un pranzo di gala”, ha ricordato Misiani. ”Dobbiamo rendere il sistema fiscale più favorevole alla sostenibilità ambientale”. E ”garantire compensazioni alle categorie che rischiano di essere perdenti in questa transizione”.
Sergio Costa, ministro dell”Ambiente, ha dichiarato che il PNIEC (Piano nazionale integrato energia e clima) ”dovrà essere rivisitato” per adeguarsi ai nuovi target europei sulla riduzione delle emissioni.
”Ridurre le emissioni del 55 per cento al 2030, per arrivare alla decarbonizzazione al 2050, significa cambiare il paradigma produttivo ed emissivo dell”Italia in pochi anni”.
Sul Superbonus, ”l”intento del governo è portarlo il più avanti possibile: è un motore per l”economia ma dà anche risposte di rigenerazione energetica ad un patrimonio edilizio che per il 75 per cento. I criteri ambientali minimi stanno diventando una best practice dentro la pubblica amministrazione.
Sull”End of Waste ha ricordato la recente firma di quello per la carta da macero: ”ci aspetta quello per costruzioni e demolizioni. Significa dare nuova vita a quelli che chiamavamo rifiuti e che diventano materie prime seconde”.
”A noi piacerebbe un decreto legge sul dissesto idrogeologico: il paese ha bisogno di una norma unica con decretazione d”urgenza”.
”È importante intervenire sui sussidi ambientalmente dannosi che devono diventare sussidi ambientalmente favorevoli. Ma nessuno deve rimanere indietro: la transizione deve essere equa e giusta”.

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