Elkann: “Stellantis lavora sodo sull’elettrico”, boom green bond Enel, Italgas 1 miliardo per 2i Rete Gas. La rassegna stampa
Elkann dice che Stellantis sta lavorando sodo sull’elettrico e questo decennio dovrebbe essere quello della crescita per il gruppo Exor. Italgas aumenta la capitalizzazione di 1 miliardo di euro per acquisire 2i Rete Gas. Enel, ha ricevuto richieste per i green bond pari a circa 3 volte l’offerta, con ordini per un importo complessivo che ha sfiorato i 5,6 miliardi di dollari. Riparte a Taranto ‘iter per ottenere l’Autorizzazione integrata ambientale necessaria a far partire gli impianti.
ELKANN: “STELLANTIS LAVORA SODO SULL’ELETTRICO, SERVE COMPETITIVITÁ”
“Il primo decennio del Duemila «è stato quello della lotta per la sopravvivenza». Il secondo «quello della stabilizzazione dei risultati raggiunti». Il terzo decennio, quello che stiamo vivendo adesso, «dovrà essere quello della crescita». Il presidente di Exor, John Elkann disegna così gli ultimi 25 anni del gruppo Fiat-Fca-Stellantis, dalla festa per il centenario dell’azienda, fondata a Torino nel 1899, fino a oggi. Lo fa in un podcast condotto da Nicolai Tangen (ad di Norges Bank, fondo sovrano norvegese). Per un’ora Elkann ha risposto sui principali temi di attualità delle aziende del gruppo Exor.A partire da Stellantis, quella con più dipendenti e con più strutture produttive nel mondo. Due gli aspetti in discussione in queste settimane. Il primo è quello della concorrenza cinese in Europa, uno dei cavalli di battaglia dell’ad, Carlo Tavares”, si legge su La Stampa.
“«Stellantis – sottolinea Elkann – aveva 14 marchi, ora sono 15 con Leapmotor: l’abbiamo annunciato di recente, è la nostra azienda di auto completamente elettriche in Cina». Elkann conferma che sui propulsori elettrici Stellantis è impegnata: «Stiamo lavorando sodo. Dobbiamo essere competitivi in fatto di costi. Le batterie sono molto importanti e dobbiamo assicurarci che, sia nella chimica sia nell’assemblaggio delle batterie, si riescano a trovare soluzioni competitive». (…) «La 500 elettrica costruita a Torino è un modello di incredibile successo». Alla domanda dell’intervistatore su quali auto utilizzi personalmente Elkann risponde: «Ho una 500 elettrica e come grande automobile una Jeep Wagoner. Mia moglie invece guida Alfa, Ferrari e Maserati». Sempre sul tema Stellantis, Elkann ha voluto respingere le polemiche sulle retribuzioni dei manager: «Le nostre politiche di remunerazione sono variabili e completamente allineate ai risultati. Quindi, se si eccelle in quanto società, tutti coloro che in essa lavorano, dall’ad a ogni dipendente, ne beneficiano. Se guardiamo al 2023, la retribuzione complessiva è stata molto gratificante per tutti». Elkann ha ripercorso gli anni difficili del gruppo: «Nel 2004 eravamo in una situazione molto difficile. (…) Le probabilità che non ce la facessimo erano estremamente alte. Alla fine come famiglia abbiamo investito e abbiamo rinegoziato con le banche per avere margini di manovra. Abbiamo avuto la fortuna di nominare Sergio come ad»”, continua il giornale.
“In più punti dell’intervista Elkann parla di Sergio Marchionne: «Abbiamo collaborato per 14 anni. Ha dato all’azienda una nuova vita con il cambio di prospettiva che ha portato nel 2007 al lancio della 500, cinquant’anni dopo la sua prima uscita». Il presidente di Stellantis parla poi dei suoi maestri: «Ho avuto la fortuna fin da giovane di trascorrere molto tempo con Warren Buffett a Omaha o con la famiglia Wallenberg a Stoccolma. E anche di lavorare con persone di grande esperienza come Gianluigi Gabetti, il collega di mio nonno che ho conosciuto da molto giovane».”, continua il giornale.
“(…) Due i brand che attirano l’interesse degli osservatori stranieri. Il primo è la Ferrari: «Non è un’azienda che vende auto, vende un modo di vivere», spiega Elkann. E aggiunge: «Guidare la nuova Ferrari elettrica è un’esperienza incredibile. Sarà qualcosa di completamente diverso da quel che ci si potrebbe aspettare. Per noi l’auto elettrica è una tela bianca che ci permette di utilizzare nuove tecnologie. Da un’enorme ottimismo e coraggio sapere che i nostri motori del futuro non saranno solo elettrici e ibridi ma anche totalmente elettrici». Ferrari sarà anche il brand della nuova barca che sta costruendo Giovanni Soldini: «Sarà pronta nel 2026». (…) L’ultima considerazione è per le società familiari: «Le società quotate a controllo familiare garantiscono stabilità e visione di lungo termine. Credo che costituiscano un’ottima combinazione tra il mercato e la stabilità garantita da una famiglia”, si legge sul quotidiano.
GAS, AUMENTO 1 MILIARDO ITALGAS PER ACQUISIZIONE 2I RETE GAS
“Circa 3 miliardi a debito, fino a 1 miliardo ottenuto da una manovra sul capitale (molto probabilmente un aumento) e un altro miliardo ricavato dalle probabili cessioni che saranno richieste dall’Antitrust. Da alcuni giorni, secondo Radiocor, Italgas ha avuto accesso alla data room di 2i Rete Gas, su cui tratta in esclusiva con i soci di controllo (F2i e Finavias, leggi Ardian) per rilevarne il 100%, ma il mercato già ragiona sulle possibili geometrie dell’operazione. È ovvio che per il momento si tratta solo di ipotesi – peraltro passibili di aggiustamenti, anche rilevanti, in corso d’opera – che tuttavia trovano conferme tra banche d’affari e figure autorevoli che seguono da vicino il dossier”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.
“(…) I punti di partenza, al di là del profondo significato industriale della fusione sottolineato dal Ceo di Italgas, Paolo Gallo, sono tre. Innanzitutto, il valore complessivo dell’offerta: lo stesso Gallo, nelle scorse settimane, aveva parlato di una Rab di 2i Rete Gas di 4,9 miliardi, ma la cifra contenuta nella proposta non vincolante di inizio maggio supererebbe i 5,2 miliardi. Anche qui, ovviamente, tutto dipenderà dalla due diligence, partita non senza qualche difficoltà. In secondo luogo, c’è il tema del rating, «preservarlo è la cosa più importante – ha sottolineato il Ceo – e per questo troveremo la combinazione più efficiente possibile in termini di asset allocation», anche perché – ha garantito – la dividend policy non cambierà. Infine, altrettanto cruciale, è la disponibilità del socio di controllo Cdp Reti a sostenere l’operazione, (…) sotto la guida dell’ad Dario Scannapieco, alla creazione e valorizzazione di campioni nazionali”, continua il giornale.
“Uno dei nodi principali sarà certamente l’Antitrust. Italgas può contare su circa 7,2 milioni di punti di riconsegna (in parole povere, contatori) in tutta Italia, 2i Rete Gas su 4,9 milioni: ci saranno sovrapposizioni, gli esperti del settore arrivano a ipotizzarne per oltre 1 milione di contatori. Dipenderà anche dalle interlocuzioni con l’Autorità, ma la stima è che la cessione di questi asset, ai quali potrebbero essere interessati fondi di private equity o operatori industriali focalizzati sulla distribuzione gas come Ascopiave, potrebbe fruttare fino a 1 miliardo di euro”, continua il giornale.
“(…) L’operazione che – ha comunque già precisato il gruppo – sarà fronteggiato mediante ricorso ad un prestito bridge garantito da Jp Morgan, il cui rifinanziamento potrà avvenire tramite una combinazione di strumenti di equity, debito o “equity like”. Il tema è calibrarne il mix: lo schema che sembra oggi più plausibile ruoterebbe attorno a un aumento di capitale tra 900 milioni e 1 miliardo e un ricorso al debito per circa 3 miliardi. L’eventuale ricapitalizzazione sarebbe certamente sostenuta pro quota da Cdp Reti, primo socio con il 26%. Diverso discorso per il secondo azionista che è Snam con un 13,5% già definito «asset opportunistico», (…) Il Ceo di Snam Stefano Venier ha chiarito che la società manterrà invariata l’esposizione finanziaria in Italgas, da guardare però «in euro» e non in percentuale, nel caso in cui il deal con 2i Rete Gas andasse a buon fine. Un’apertura a una possibile diluizione, anche se il dossier in futuro potrebbe vedere ulteriori riflessioni”, si legge sul quotidiano.
SOSTENIBILITÁ, PIÙ DI 5,6 MILIARDI RICHIESTE BOND ENEL
“Partenza con richieste record per le obbligazioni Enel. Ieri Enel Finance International, una società finanziaria controllata dal gruppo guidato da Flavio Cattaneo, ha lanciato un «Sustainability-Linked Bond» in due tranche indirizzato agli investitori istituzionali dei mercati Usa e internazionali per un importo di 2 miliardi di dollari, equivalenti a circa 1,9 miliardi di euro. L’emissione, garantita da Enel, ha ricevuto richieste in esubero per circa 3 volte l’offerta, con ordini per un importo complessivo che ha sfiorato i 5,6 miliardi di dollari. (…) L’obbligazione è strutturata in 2 tranche, una prima da 1,25 miliardi al tasso fisso del 5,125% e scadenza il 26 giugno del 2029 e una da 750 milioni a a 15 anni, con il tasso fisso del 5,5% e scadenza il 26 giugno del 2034. Il bond, destinato agli investitori istituzionali, ha un taglio minimo di 200mila dollari e dopo il collocamento potrà essere acquistato anche da investitori non specializzati”, si legge su Il Corriere della Sera.
“(…) «L’esito del collocamento — ha commentato Stefano De Angelis, cfo del gruppo Enel — sia in termini di domanda sia di costo di emissione ottenuto dimostra ancora una volta la fiducia degli investitori nella nostra strategia di sostenibilità finanziaria e ambientale nonché nel sustainability-linked bond, uno strumento importante a supporto del raggiungimento degli obiettivi strategici di Enel, che mirano alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, con la confermata ambizione di raggiungere zero emissioni entro il 2040. Continueremo a investire i in reti, energia rinnovabile e clienti finali». (…) Il nuovo Sustainability-Linked Bond contribuisce ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi di Enel legati all’indebitamento lordo totale del gruppo derivante da fonti di finanziamento sostenibile, fissato a circa il 70% entro il 2026. All’emissione è stato assegnato un rating provvisorio di BBB da Standard & Poor’s, BBB+ da Fitch e Baa1 da Moody’s. L’operazione è stata supportata da un sindacato di banche, nell’ambito del quale hanno agito in qualità di joint-bookrunners: Barclays, BNP Paribas, Bank of America, Citigroup, Credit Agricole, Goldman Sachs, Hsbc, IMI – Intesa Sanpaolo, J.P. Morgan, Mizuho, Morgan Stanley, Mufg, Société Générale, Smbc e Wells Fargo”, continua il giornale.
ILVA, RIPARTE CANTIERE PER AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
“In Acciaierie d’Italia riparte il cantiere dell’Autorizzazione integrata ambientale, in sigla Aia, necessaria all’esercizio degli impianti. Attualmente l’ex Ilva è in proroga con l’Aia scaduta lo scorso 23 agosto. In vista di questo termine, a febbraio 2023 Acciaierie, allora gestita da ArcelorMittal in maggioranza e da Invitalia in minoranza, ha presentato istanza al ministero dell’Ambiente. (…) Adesso, invece, il riesame dell’Aia è partito ed è a Taranto per tre giornate il gruppo istruttore guidato dal ministero dell’Ambiente e composto tra gli altri da Regione Puglia e Comuni di Taranto e Statte”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.
“(…) Marcello Fonseca, nominato da poche settimane dai commissari, ha illustrato i progetti inseriti nella domanda di Aia, la quale non riguarda i futuri forni elettrici. Secondo alcune fonti tecniche, la gran parte degli interventi indicati dovrebbe comunque essere sottoposta a Valutazione d’impatto ambientale. L’amministrazione straordinaria ha intanto predisposto la Valutazione d’impatto sanitario della fabbrica dopo aver insediato un tavolo tecnico. Iniziativa che in abbinata al ritiro da parte dei commissari dei contenziosi legali aperti dalla precedente gestione, ha riaperto la strada dell’Aia. (…) i commissari hanno detto che loro intenzione è quella di collaborare partendo dalla messa a punto della Valutazione di impatto sanitario, strumento utile per capire quali impatti ha la produzione dell’acciaio sulla salute pubblica e sulle comunità dei territori più vicini all’insediamento industriale. E incontrando il gruppo istruttore Aia, Fonseca ha sottolineato che rispetto al passato, adesso si è aperto un nuovo capitolo e che da parte della società c’é ampia disponibilità a collaborare”, continua il giornale.
“La questione ambientale resta infatti per l’ex Ilva un fronte delicato nel rapporto con Taranto e con le istituzioni locali. Nei giorni scorsi il Mase, ricevuta una segnalazione dall’Ispra relativa ad un’ispezione di fine novembre 2023, ha diffidato AdI sullo smaltimento delle polveri dei filtri Meros applicati all’impianto di agglomerazione, poiché conferite in discarica anziché essere trasportate in impianti specifici autorizzati. (…) Inoltre, Procura della Repubblica e Carabinieri del Noe hanno in corso un’indagine sulle emissioni di benzene, inquinante che viene dalla cokeria. Ma proprio sul benzene Arpa Puglia ha detto il 17 giugno in Regione che, dopo gli aumenti progressivi degli scorsi anni, senza tuttavia mai sforare il limite di legge di 5 microgrammi per metro cubo d’aria come media annuale, adesso si registra un’inversione di tendenza grazie anche alle manutenzioni in corso e alla produzione drasticamente ridotta”, continua il giornale.