Meloni: “Nel settore automobilistica continua a mancare un solido e inequivocabile riferimento alla neutralità tecnologica, nonostante l’ultimo Consiglio europeo di marzo abbia richiamato questo concetto alla base dei principi di un mercato unico e più competitivo, altro risultato che l’Italia può rivendicare con orgoglio”
Nessun pericolo dalla chiusura della Stretto di Hormuz per l’Italia. Serve però una maggiore pressione nei confronti della Russia. Ma soprattutto servono linee comuni a sostegno del settore automobilistico europeo, un fronte sul quale l’Italia sta lavorando con Francia e Germania. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante le Comunicazioni al Parlamento in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2025.
“MONITORIAMO SITUAZIONE A HORMUZ, MA CI SIAMO ASSICURATI APPROVVIGIONAMENTI ENERGETICI NECESSARI”
“Stiamo monitorando la situazione dello Stretto di Hormuz, uno stretto strategico per l’economia globale in grado di condizionare il prezzo del petrolio e dell’energia a livello mondiale ma i ogni caso ci siamo assicurati di garantire all’Italia gli approvvigionamenti energetici necessari”, ha detto la premier.
“PRONTI A ESERCITARE PRESSIONE CON 18ESIMO PACCHETTO SANZIONI SU PETROLIERE ED ENERGIA”
“In questa fase penso sia importante esercitare sulla Russia una pressione coordinata, siamo pronti a farlo con il 18esimo pacchetto sanzionatorio attualmente in discussione a Bruxelles che si concentra sulla flotta ombra di petroliere riconducibili alla Russia che vengono utilizzate per aggirare le sanzioni e più in generale sul settore energetico e bancario”, ha sottolineato Meloni.
“SUPERARE ASPETTI SURREALI GREEN DEAL, GARANTIRE NEUTRALITÀ TECNOLOGICA. AL LAVORO CON PARIGI E BERLINO”
“Sappiamo che auto è un settore che sta attraversando una crisi profonda che ci impone di rispondere con coraggio. Il Governo lo sa molto bene, da tempo insistiamo sulla necessità di un radicale cambio di rotta, di un piano per garantire il futuro del settore a partire dal superamento degli aspetti più surreali del Green Deal. È grazie anche al nostro impegno instancabile, dimostrato tra l’altro dal non paper promosso per una nuova politica europea per l’automotive che la Commissione ha presentato un piano d’azione di cui ora è necessario garantire una rapida attuazione. Occorre un quadro normativo chiaro, prevedibile, un vero sostegno alla filiera europea compresa quella per la produzione di batterie. Occorre assicurare condizioni di parità con i mercati interazionali per esempio attraverso accordi con partner affidabili”, ha chiarito la presidente del Consiglio.
“Abbiamo sostenuto la decisione di introdurre flessibilità per consentire ai produttori di automobili di evitare costose multe ed evitare fenomeni di pooling, vale a dire l’alleanza di comodo con altri costruttori spesso stranieri per compensare le emissioni di CO2 che comportano inevitabili danni alla competitività dell’industria europea”, ha aggiunto Meloni.
“Nel settore automobilistica continua a mancare un solido e inequivocabile riferimento alla neutralità tecnologica, nonostante l’ultimo Consiglio europeo di marzo abbia richiamato questo concetto alla base dei principi di un mercato unico e più competitivo, altro risultato che l’Italia può rivendicare con orgoglio – ha proseguito la premier -. Occorrerà quindi insistere nell’ambito della più generale revisione della normativa sull’automotive affinché tutte le tecnologie utili al processo di decarbonizzazione vengano prese in considerazione, tra cui i biocarburanti, e-Fuels, l’idrogeno”.
“In questo senso annuncio che sto lavorando insieme al presidente francese Macron e al cancelliere tedesco Merz per definire delle linee comuni a sostegno del settore automobilistico europeo, penso che le nostre tre nazioni lavorando insieme possano su questo fornire uno stimolo importante alla riflessione in corso”, ha concluso Meloni.