Secondo gli analisti i prezzi del petrolio potrebbero superare il record dei 147 dollari al barile raggiunto nel 2008
Il divieto all’import di petrolio russo potrebbe arrivare già oggi. Secondo alcune fonti di Bloomberg l’amministrazione Biden avrebbe deciso di procedere dopo la riflessione dei giorni scorsi e di estenderlo anche ad altre fonti energetiche come il carbone e il Gnl. Una conferma indiretta è arrivata dal segretario di Stato Usa Antony Blinken che da Tallin ha affermato essere “imperativo” che i paesi europei trovino il modo di porre fine alla loro dipendenza dall’energia russa, si legge su Sky News.
RISCHIO PREZZI RECORD
Fino al 40% del gas europeo proviene infatti dalla Russia, una dipendenza che è già stata messa a rischio durante i mesi invernali più freddi. Ma non solo. Circa 5 milioni di barili al giorno vengono escono dai confini russi, il secondo esportatore mondiale dopo l’Arabia Saudita. Circa la metà va all’Ue, che dipende dalla Russia per il 27% delle sue importazioni e circa il 15% del suo consumo totale. Ma quale sarebbe l’impatto sui pezzi? Dipende dalla realtà geopolitica. “Il massimo storico è stato di 147,50 dollari, raggiunto a luglio 2008, ma alcuni analisti pensano che questa soglia possa essere oltrepassata – si legge su The Guardian -. L’analista di materie prime di UBS Giovanni Staunovo ha affermato che una guerra prolungata potrebbe portare il prezzo al di sopra di quel record, a 150 dollari o più. Gli analisti della Bank of America hanno affermato che se la maggior parte delle esportazioni di petrolio della Russia fosse tagliata, il conseguente calo di 5 milioni di barili al giorno potrebbe spingere i prezzi fino a 200 dollari”.