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Draghi

Sul price cap tutto rimandato a settembre. Draghi: C’è paura di ritorsioni dalla Russia

Nella lunga conferenza stampa del premier al termine del Consiglio Ue, il premier Draghi ha rassicurato che l’Italia è pronta per quest’inverno

Un Consiglio Ue incentrato sull’energia, come è normale che fosse, quello che si è chiuso poche ore fa a Bruxelles. L’Italia torna con un nulla di fatto per quanto riguarda il vertice straordinario di luglio proposto dal premier Mario Draghi ma una promessa. Tutto rimandato a settembre, in attesa di una serie di studi sul price cap da parte della Commissione europea, e a ottobre quando si terrà il prossimo Consiglio Ue, salvo emergenze.

ITALIA AL 25% DI DIPENDENZA DALLA RUSSIA

“Si è parlato molto di energia” durante il vertice, “su cosa fare con prezzi dell’energia così alti. Da questo punto di vista, per quanto riguarda gli stoccaggi, l’Italia sta andando molto bene e per quanto riguarda la dipendenza dal gas russo, l’anno scorso era al 40% oggi siamo al 25%. Quindi le misure che il governo ha messo in campo già dall’inizio della guerra cominciano a dare risultati altri fornitori di gas cominciano a sostituire il gas russo”, ha sottolineato il premier in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue.

LA FIAMMATA DELL’INFLAZIONE

A incalzare è soprattutto l’inflazione, provocata non solo dai prezzi energetici: “Come è successo sempre negli anni ’70 ogni volta che c’è stato un forte e protratto aumento di una materia fondamentale pian piano questi aumenti si sono sparsi ad altri beni. In particolare c’è un numero dato dalla presidente della Commissione: il 70% dei beni che sono presenti negli indici dei prezzi e che vengono acquistati dalla gente ha avuto un aumento di prezzo a seguito dell’aumento dei prezzi dell’energia – ha detto Draghi -. Ovviamente non ho fatto commenti sulla politica monetaria e l’energia conta ancora per il 40% di questi aumenti. Quindi se noi riusciamo a far qualcosa su quel fronte otteniamo un progresso in termini di contenimento dei prezzi e dei tassi di interesse. È per questo che avevo chiesto che si agisse subito su questo fronte”.

LO STUDIO SUL PRICE CAP DEMANDATO ALLA COMMISSIONE UE

“Naturalmente come sapete ci sono tanti timori su questo e alcuni paesi sono stati esitanti ad agire – ha chiarito il premier in merito al vertice che aveva proposto -. Ho chiesto un Consiglio straordinario a luglio ma giustamente mi è stato fatto osservare che non abbiamo ancora uno studio su cui discutere però quello che abbiamo ottenuto è che nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione che ha promesso uno studio sul controllo dei prezzi, il tetto al prezzo del gas e la riforma del mercato dell’elettricità che ora è calibrata sul prezzo del gas. Tutto questo per settembre, da discutersi nel Consiglio di ottobre e tutto sommato è un risultato soddisfacente per noi perché fino a poco tempo fa si pensava a un’ulteriore dilazione”.

Lo studio, ha poi continuato il premier, servirà a “individuare che tipo di tetto al prezzo del gas ci vuole. Naturalmente non può essere quello che si sta facendo in altri paesi dove gli importatori comprano il gas a prezzo di mercato che viene trasferito ai consumatori a un prezzo più basso e gli importatori vengono risarciti. Questo sistema che sussidia il prezzo del gas al dettaglio non si può fare nel caso di quasi di tutti i paesi perché la spesa sarebbe enorme. Noi facciamo un’altra cosa: aiutiamo coloro che devono pagare la bolletta attraverso una riduzione degli importi ma quello che stiamo vedendo è che grazie all’interconnessione di tutte le reti, si permette un sistema per cui sono gli altri paesi che vanno a comprare l’energia a prezzi più bassi, grazie al sussidio di quel paese. Forse non è la strada giusta”.

LA PAURA DELLA RUSSIA? IL TAGLIO C’È STATO

La situazione è comunque seria e c’è molta consapevolezza di questo, ha ricordato Draghi aggiungendo che tutti i paesi sono concordi nell’esigenza di un coordinamento come è stato fatto con nuovi fornitori, stoccaggi, piattaforme comuni. “Oggi la maggiore obiezione che si fa al tetto sul prezzo del gas è la paura che la Russia, in risposta, tagli ancora di più le forniture. Ma siamo in una fase in cui le forniture sono al 50% in Germania forse anche meno e i prezzi sono aumentati in maniera tale per cui Putin incassa più o meno le stesse cifre e l’Europa sta avendo difficoltà immense per la diminuzione dell’offerta gas”.

CI STIAMO PREPARANDO IN FUNZIONE DI QUESTO INVERNO MA SIAMO IN BUONA POSIZIONE

“Ci stiamo preparando in funzione di questo inverno, le misure che si stanno pensando assicurano che non ci sarà emergenza durante l’inverno. Tutte le misure danno un quadro che dal punto di vista dei volumi noi siamo in una buona posizione”, ha detto il presidente del Consiglio. “Ci sono molte asimmetrie per il prezzo dell’energia per il peso dell’ospitalità dei rifugiati ucraini, c’è un peso sull’impegno militare”, ha chiarito Draghi, “tante asimmetrie di cui tenere conto, insomma non solo noi siamo colpiti da queste asimmetrie”.

GERMANIA SI È AVVICINATA PROGRESSIVAMENTE A NOI, LO STESSO L’OLANDA

“La posizione della Germania è cambiata progressivamente muovendosi verso la nostra direzione. Da un’obiezione di principio ora c’è molta apertura tanto è vero che è passato un testo che fissa un appuntamento per questa discussione” sul price cap del gas. “Vedremo ora quello che è possibile fare, ma anche da altri paesi come l’Olanda”, ha precisato il premier. A chi gli chiedeva se ottobre fosse tardi per misure sul price cap ha risposto: “Forse soprattutto se avvengono altre cose sull’energia ma su questo il Consiglio europeo è stato aperto, per ora non si decide nessun Consiglio straordinario ma se la situazione dovesse aggravarsi è chiaro che ci potrebbe essere”.

UN NUOVO RECOVERY? POSSIBILE

La discussione si è incentrata anche su un possibile nuovo Recovery: “Ci sono resistenze da parte dei paesi cosiddetti frugali ma se n’è parlato da parte di diversi membri del Consiglio europeo, ma forse più che parlare di Recovery che fanno pensare ad aiuti bisogna avere una capacità da parte della Commissione di accedere al mercato in maniera autonoma rispetto ai paesi. Questo è quello che si chiede, come ha fatto la Commissione durante il Covid. Non è una situazione in cui c’è bisogno di aiuti ma di una capacità fiscale comune che faccia capire ai mercati che siamo tutti insieme”, ha detto Draghi.

PRICE CAP TEMA ANCHE DEL G7

Ad ogni buon conto di price cap si parlerà anche al G7. “Gli Stati Uniti sono consapevoli delle difficoltà che stiamo incontrando per le sanzioni che servono e sono efficaci nei confronti della Russia ma molto pesanti anche per noi – ha spiegato Draghi -. Gli Stati Uniti sono molto preoccupati del prezzo del petrolio, è in quel contesto che è venuto il suggerimento da parte della Yellen di avere un price cap al prezzo del greggio. È la cosa che tutti suggeriscono di fare in situazioni come queste. Nel caso dell’Europa per il gas che viene attraverso i tubi non ci sono clienti alternativi per la Russia quindi l’Europa ha un potere di mercato che deve esercitare attraverso il price cap e non lo fa perché c’è paura che la Russia tagli le forniture ma è già successo”, ha concluso Draghi.

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