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Teleriscaldamento

Teleriscaldamento, in Italia 100 TWh di calore di scarto disponibili

L’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano AIRU, in collaborazione con Utilitalia, presenta i risultati dello studio dei Politecnici di Milano e Torino sul potenziale di sviluppo del teleriscaldamento in Italia

Venerdì 2 ottobre si è svolto il digital event “Il futuro del teleriscaldamento in Italia” organizzato da AIRU – Associazione Italiana Riscaldamento Urbano, in collaborazione con Utilitalia – Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche. Nel corso dell’evento, trasmesso in diretta streaming e che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e degli operatori del settore, è stato presentato lo studio scientifico commissionato da AIRU ai Politecnici di Milano e Torino sul potenziale di sviluppo del teleriscaldamento efficiente in Italia e sui benefici ambientali ed energetici per il nostro Paese derivanti dall’implementazione di questa tecnologia.

Il PNIEC e le più recenti normative europee individuano nello sviluppo del teleriscaldamento efficiente uno degli strumenti principali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, in particolare se ottenuto attraverso il recupero del calore di scarto da attività produttive, dal settore terziario e da impianti di produzione di energia, oltre che da fonti rinnovabili come la geotermia e il solare termico.

In particolare, secondo quanto emerge dallo studio realizzato per AIRU dai Politecnici, a fronte di una domanda nazionale di calore di circa 330 TWh, attualmente le oltre 300 reti di teleriscaldamento esistenti nel nostro Paese distribuiscono all’utenza finale circa 9,3 TWh termici, con 1,7 milioni di tonnellate di CO2 di emissioni evitate ogni anno: ebbene, lo studio stima che a livello nazionale sono presenti oltre 100 TWh di calore di scarto pronti per essere veicolati tramite il teleriscaldamento efficiente, con un potenziale pari a 37,6 TWh, ossia oltre 4 volte la dimensione dei sistemi di teleriscaldamento oggi presenti.

Lo studio realizzato dai Politecnici – ha dichiarato il Presidente di AIRU Lorenzo Spadoni – è finalizzato a cogliere lo spirito delle politiche comunitarie sulla sostenibilità e ad intercettare le opportunità offerte da tutte le fonti di calore disponibili sul territorio, incluse le rinnovabili, che proprio attraverso le reti di teleriscaldamento possono essere recuperate e adeguatamente valorizzate. Come migliaia di esperienze in Italia ed in Europa dimostrano, il teleriscaldamento è una tecnologia sperimentata e flessibile, immediatamente disponibile per accompagnare la transizione energetica delle nostre città con rilevanti benefici ambientali sia sul fronte del contrasto alle emissioni di gas clima-alteranti, sia della lotta all’inquinamento nelle aree densamente popolate del nostro paese.

Come evidenziato durante i saluti iniziali dal Direttore Generale di Utilitalia Giordano Colarullo, “il teleriscaldamento è uno dei vettori fondamentali per la transizione verde, che è ormai la strada indicata con decisione anche dall’Unione europea. Per questo motivo, oggi più che mai, è necessario comprenderne l’importanza e supportarne la centralità nel percorso verso la decarbonizzazione intrapreso dal nostro Paese”.

All’evento organizzato da AIRU ha partecipato il Sottosegretario per lo Sviluppo economico Alessia Morani, che ha sottolineato il ruolo fondamentale del teleriscaldamento per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, soprattutto nei centri urbani. Il Sottosegretario – richiamando le più recenti disposizioni comunitarie in materia di efficienza energetica – ha rinnovato l’impegno del Governo per aggiornare gli strumenti di sostegno allo sviluppo del teleriscaldamento efficiente e completare il quadro normativo di riferimento per gli operatori del settore. Tra i temi all’attenzione, l’auspicata correzione del Superbonus recentemente introdotto dal decreto-legge Rilancio che, come noto, limita ai soli Comuni montani l’accesso al 110% in caso di allacciamento al teleriscaldamento efficiente.

Quest’ultimo punto è stato toccato anche dall’On. Luca Squeri che nel suo intervento si è soffermato sull’opportunità che il teleriscaldamento rientri a pieno titolo e senza restrizioni per tutto il territorio nazionale tra gli interventi ammessi al 110%: “la limitazione ai soli Comuni montani – ha detto Squeri – è un controsenso perché il teleriscaldamento efficiente è più efficace proprio nei contesti urbani laddove il problema degli inquinanti locali è più sentito”.

Lo studio dei Politecnici è stato particolarmente apprezzato dall’On. Chiara Braga, che ha definito il teleriscaldamento efficiente “un emblema dell’economia circolare”, affermando che tale tecnologia potrà giocare un ruolo importante nelle nostre città soprattutto per i benefici ambientali connessi, anche in previsione di una strategia nazionale delle aree urbane quale elemento importante per la promozione di politiche sostenibili dal punto di vista ambientale.

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