Per cercare di rassicurare il nuovo governo della Groenlandia, Greenland Minerals dice che l’uranio non è fondamentale nel progetto Kvanefjeld sulle terre rare
Greenland Minerals, l’azienda mineraria australiana dietro al progetto estrattivo di Kvanefjeld, in Groenlandia, ha detto che il deposito di uranio presente nel sito – che dovrebbe contenere il secondo più grande giacimento di terre rare al mondo – non ha “grande” importanza.
LE ELEZIONI IN GROENLANDIA
Il commento è legato alla recente vittoria del partito di sinistra Comunità Inuit alle elezioni groenlandesi del 6 aprile, contrario al progetto Kvanefjeld proprio per il contenuto di materiale radioattivo, assieme alle terre rare. La sorte del progetto è ora incerta, visto che Comunità Inuit – che ha ottenuto il 37 per cento dei voti – potrebbe vietarlo.
IL RUOLO DELL’URANIO
Greenland Minerals ha fatto sapere che avvierà dei colloqui con il nuovo governo della Groenlandia. Nel tentativo di rassicurare Comunità Inuit e l’opinione pubblica locale, in gran parte preoccupata per l’impatto ambientale della miniera, l’azienda ha voluto specificare che l’uranio non ha un grande valore economico per il progetto, che si focalizza sull’estrazione di terre rare.
Tuttavia, Greenland Minerals ha anche detto che i ricavi provenienti dalla vendita dell’uranio e degli altri sottoprodotti aiuterebbero a contenere i costi di produzione delle terre rare.
COSA FA GREENLAND MINERALS
Greenland Minerals opera in Groenlandia dal 2007 e l’anno scorso ha ottenuto l’approvazione preliminare per l’apertura di una miniera a Kvanefjeld. Ha già investito oltre 100 milioni di dollari in operazioni preparatorie e ha collaudato le tecnologie di lavorazione delle terre rare attraverso la società cinese Shenghe Resources, che detiene la maggioranza delle sue azioni.
LA GROENLANDIA E LE TERRE RARE
Secondo lo Geological Survey, un’agenzia del governo statunitense, il sottosuolo della Groenlandia contiene i più grandi depositi non sfruttati al mondo di terre rare. Si tratta di un insieme di diciassette metalli dal grande valore strategico, fondamentali per la produzione di dispositivi elettronici, veicoli militari ma anche di tecnologie per le energie pulite, come le turbine eoliche o le batterie.
L’approvvigionamento delle terre rare è una grossa questione di sicurezza nazionale visto che la Cina ne controlla da sola l’80% dell’offerta globale: più che l’estrazione di questi metalli, Pechino ne domina i processi di lavorazione.
L’INDIPENDENZA DALLA DANIMARCA
Lo sfruttamento delle terre rare potrebbe contribuire a migliorare le prospettive economiche e occupazionali della Groenlandia, rafforzandone nel contempo le rivendicazioni politiche: l’isola già possiede una larga autonomia ma ambisce all’indipendenza dalla Danimarca, dalla quale dipende sia politicamente che economicamente (da Copenaghen arrivano gli aiuti finanziari che sorreggono per gran parte il bilancio groenlandese).