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Toshiba non costruirà più centrali a carbone

Toshiba non accetterà nuovi ordini per centrali a carbone e investirà 1,5 miliardi di dollari in progetti sulle fonti rinnovabili

Il conglomerato industriale giapponese Toshiba ha smesso di accettare nuovi ordini per la costruzione di centrali a carbone, spostando piuttosto il focus sui progetti per le energie rinnovabili.

GLI OBIETTIVI SULLE EMISSIONI

La decisione, come ricostruito da Argus, arriva dopo che l’azienda ha fissato nuovi target per la riduzione delle emissioni di gas serra, che saranno tagliate del 50 per cento (rispetto ai livelli dell’anno fiscale 2019-2020) entro il 2030-2031 e di oltre l’80 per cento entro il 2050-2051.

Toshiba però continuerà a portare avanti i progetti esistenti di costruzione, sostituzione e mantenimento delle centrali a carbone – dieci in tutto –, nel rispetto dei contratti già firmati.

IL PIANO DI INVESTIMENTI TOSHIBA

Da aprile del 2020 a marzo del 2023 Toshiba ha in programma di spendere circa 1,5 miliardi di dollari in progetti sulle fonti rinnovabili: una cifra superiore di circa cinque volte rispetto al budget annuale attualmente stanziato dall’azienda per l’intero settore energetico.

La spesa andrà a finanziare principalmente lo sviluppo di tecnologie per i pannelli solari, per la generazione dall’eolico e dall’idroelettrico e per lo stoccaggio attraverso le batterie.

Oltre a questo, Toshiba fa sapere che lavorerà anche allo sviluppo di tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio. L’azienda ha recentemente avviato un progetto dimostrativo alla centrale a biomasse Mikawa (dalla capacità di 50 megawatt), nella città giapponese di Fukuoka.

Toshiba punta ad ottenere ricavi dal settore delle rinnovabili per circa 6,1 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2030-2031, più del triplo di quanto ottenuto nel 2019-2020.

L’ANNUNCIO DEL GOVERNO GIAPPONESE

A fine ottobre il governo del Giappone ha annunciato di voler raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Per riuscirci, sta esaminando tutte le opzioni disponibili: le fonti rinnovabili (soprattutto l’eolico offshore), ma anche l’energia nucleare e l’idrogeno.

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