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Ravenna

Trivelle, Ravenna chiede al Mise di aprire un tavolo di crisi

Il documento sulle problematiche delle trivelle dovrebbe essere pronto nel giro di un paio di giorni, sottoscritto da tutte le associazioni datoriali e sindacali e dalle istituzioni del Ravennate e inviato dal prefetto al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli

“Un documento ufficiale per chiedere lo stato di crisi per il distretto dell’offshore nell’Alto Adriatico, con l’obiettivo però non di ammainare la bandiera sul più importante sito del l’oil&gas tricolore, ma di aprire un confronto nazionale, supportato da numeri e analisi tecniche, sul ruolo del gas per la transizione energetica del Paese e la necessità di rilanciare la relativa filiera made in Italy: è l’atto su cui da ieri pomeriggio sta lavorando il prefetto di Ravenna, Enrico Caterino, dopo l’incontro di ieri mattina con tutte le forze economiche e sociali del territorio”. È quanto riferisce il Sole 24 Ore.

IL DOCUMENTO

“’Il documento dovrebbe essere pronto nel giro di un paio di giorni, sarà poi sottoscritto da tutte le associazioni datoriali e sindacali e dalle istituzioni del Ravennate e contiamo sia inviato dal prefetto al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli entro la fine di questa settimana o, al massimo a inizio della prossima’, spiega Tomaso Tarozzi, vicepresidente di Confindustria Romagna e presidente della delegazione ravennate, all’uscita dalla Prefettura”.

SINDACATI E ISTITUZIONI TUTTI D’ACCORDO

“’Tutti i solleciti inviati fin qui al Mise da me in quanto rappresentante del Comune di Ravenna, da Confindustria e dai sindacati per chiedere di convocare un tavolo di crisi dell’oil&gas sono rimasti sempre senza risposta’, ricorda il sindaco Michele de Pascale, che ieri era seduto in prefettura con esponenti di tutti i colori tra le forze politiche, imprenditoriali e sindacali, con un’unica eccezione: i grillini. ‘Dobbiamo alle scelte demagogiche dei Cinquestelle questa crisi – sottolinea Emanuele Scerra, segretario Femca Cisl Romagna – perché anche nei Piani energia e clima da loro firmati è scritto nero su bianco che la domanda di gas continuerà ad aumentare in Italia nei prossimi 3o anni per sostituire le fonti fossili inquinanti e accompagnare la transizione energetica verso fonti rinnovabili, su cui siamo tutti concordi. I grillini ci dicono però che il gas va solo importato, anche se ce n’è in Italia, ma non dobbiamo sfruttarlo, pagando invece di più gas importato ed estratto con tecnologie più inquinanti e meno sicure di quelle italiane e cancellando industrie e posti di lavoro nel nostro Paese, la cui leadership per know-how e competenze è riconosciuta a livello mondiale’. Da qui la decisione delle tre sigle confederali di avviare’ l’iter per proclamare lo stato di agitazione”.

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