L’emendamento è un articolo unico (articolo 60 bis) diviso in sei paragrafi
“C’è un emendamento al decreto semplificazioni che spaventa le aziende italiane del polo energetico romagnolo, gli addetti nelle attività minerarie e di sfruttamento del sottosuolo e i sindacati. Un emendamento a matrice cinquestelle che, per finalità ambientali, sarebbe l’ennesima normativa per paralizzare l’uso dei numerosi giacimenti nazionali, a vantaggio – sostengono imprese, addetti e sindacati – delle importazioni con le petroliere cariche di greggio davanti alle nostre spiagge e con i metanodotti che deturpano i nostri litorali. E questo emendamento sarebbe definitivo, tombale, dopo le norme già introdotte in questi anni”. È quanto scrive il Sole 24 Ore
L’EMENDAMENTO
“L’emendamento è un articolo unico (articolo 60 bis) diviso in sei paragrafi in cui ricorrono locuzioni di segno negativo come ‘non si procede’, ‘non è più ammessa’, ‘limitata’, ‘non compatibile’, ‘non si dà luogo’. Un altro termine che ricorre lungo la pagina e mezzo di proposta di legge è Pitesai, improbabile sigla di Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, che significa mappa di dove si può sfruttare il sottosuolo e dove no. Questa mappa non esiste ancora”, sottolinea il quotidiano.
LE AZIENDE PREOCCUPATE
“Nei giorni scorsi contro l’emendamento si è espresso l’assessore emiliano-romagnolo Vincenzo Colla. Anche la Confindustria Romagna condivide il timore dell’assessore Colla ‘all’ipotesi di un terzo emendamento sulle estrazioni di gas che, limitandone ulteriormente l’operatività, potrebbe anche pregiudicare definitivamente le prospettive del settore in Italia’. L’associazione delle imprese romagnole contro il blocco delle attività aveva scritto al Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, già nell’inverno scorso insieme ai sindacati e agli altri attori economici del territorio”, prosegue il quotidiano.
II SINDACATO
“’Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. L’emendamento inserito nel decreto semplificazioni dal Governo sul tema delle trivellazioni rischia di affossare definitivamente l’attività di upstream (estrazione e produzione di idrocarburi) nel nostro paese con il bel risultato di provocare la dismissione della produzione industriale di un settore strategico per il Paese’, afferma il segretario generale della Filctem Cgil, Marco Falcinelli. ‘Gli impianti di Ravenna, di Gela e della Val d’Agri – prosegue Falcinelli – rischiano di chiudere e l’impatto negativo sul versante occupazionale colpirebbe non meno di 2omila persone tra diretti e indotto. Oltre che continuare a far precipitare il Paese in uno stato di assoluta dipendenza energetica dall’estero’”, conclude il quotidiano.