Il 2024 è stato un anno record per le rinnovabili, secondo Irena. Gli emendamenti al dl bollette: bonus elettrodomestici forse, sì ad assicurazione per calamità, no incentivi auto aziendali. Trump annuncia: “Dazi del 25% su auto importate”. La rassegna Energia
L’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturale verrà prorogata, possibile l’estensione del bonus per elettrodomestici ma niente da fare per gli incentivi alle auto aziendali. Le rinnovabili hanno spinto sull’acceleratore nel 2024. La capacità green ha toccato i 4.448 gigawatt (Gw), ma i progressi compiuti sono ancora insufficienti rispetto al traguardo degli 11,2 terawatt necessario per allinearsi all’obiettivo globale di triplicare la capacità installata di energia rinnovabile entro 2030, secondo il report “Renewable Capacity Statistics 2025”. Il D-day per l’industria automotive Ue è sempre più vicina. Donald Trump ha annunciato tariffe del 25% su tutte le auto importate negli Usa. Un duro colpo per l’industria europea. Basti pensare che nel 2024 i produttori hanno spedito oltreoceano veicoli per 38,4 miliardi di euro. Numeri che conferiscono agli Usa il primato di principale mercato per l’export europeo di auto, con un quarto del totale delle esportazioni del settore. La rassegna Energia.
ENERGIA, GLI EMENDAMENTI AL DL BOLLETTE
“La proroga del termine di fine marzo per l’assicurazione obbligatoria delle imprese contro le calamità naturali ci sarà. Possibile, invece l’estensione del bonus elettrodomestici, ma nessuna speranza di rinvio per il nuovo regime fiscale per le auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti e l’estensione del bonus elettrodomestici. Le tre proposte parlamentari presentate come emendamenti al decreto bollette avranno sorti diverse. Sulle assicurazioni il governo è pronto a intervenire direttamente per concedere una proroga «limitata nel tempo», fanno sapere dal Mef. Per auto ed elettrodomestici, invece, il Parlamento dovrà trovare le coperture. Per gli sconti su frigo e lavatrici qualche speranza c’è, l’emendamento prima escluso come gli altri due è stato riammesso e sarà discusso. Molto più difficile sarà correggere la norma della Legge di Bilancio sulle auto aziendali. Per le coperture servirebbero 8 milioni, ma nonostante i tentativi fatti finora i fondi non sono saltati fuori. (…) L’effetto è rilevante: per un’Audi Q2 a benzina o diesel il valore fiscale annuo (su cui si pagano tasse e contributi) sale da 2.412 a 4.092 euro con il nuovo regime, mentre per una Tesla Model 3 il carico fiscale scende da 1.733 a 676 euro”, si legge su Il Corriere della Sera.
BOOM DELLE RINNOVABILI NEL 2024
“Crescita record per le fonti verdi nel 2024. La fotografia scattata dall’Agenzia Internazionale per le energie rinnovabili (Irena), all’interno del report “Renewable Capacity Statistics 2025”, indica un aumento molto significativo della capacità green lo scorso anno, con l’asticella che ha toccato . Solo nel 2024, spiega l’Irena, il livello complessivo è cresciuto di 585 gigawatt e rappresenta oltre il 90% dell’espansione totale della capacità e un tasso di crescita annuale del 15,1%, mai così alto nell’ambito della performance registrata dalle fonti alternative. «La continua crescita delle energie rinnovabili a cui assistiamo ogni anno è la dimostrazione che le energie rinnovabili sono economicamente sostenibili e prontamente utilizzabili – commenta il direttore generale di Irena, Francesco La Camera -. Ogni anno, si raggiungono nuovi record di capacità, ma continuiamo ancora ad affrontare le stesse sfide di grandi disparità regionali e del tempo che scorre implacabile verso l’imminente scadenza del 2030». (…) Secondo Irena, infatti, i progressi compiuti sono ancora insufficienti rispetto al traguardo degli 11,2 terawatt necessario per allinearsi all’obiettivo globale di triplicare la capacità installata di energia rinnovabile entro 2030. Per centrare questo target, la capacità rinnovabile dovrà accelerare la sua traiettoria e crescere del 16,6% l’anno fino al 2030. (…) Come negli anni precedenti, infatti, gran parte dell’aumento è stato registrato in Asia, dove la Cina ha dato il contributo maggiore (quasi il 64% della capacità globale aggiunta), mentre l’America Centrale e i Caraibi hanno contribuito in misura minore (solo il 3,2%). I Paesi del G7 e del G20 rappresentano, invece, rispettivamente il 14,3% e il 90,3% della nuova capacità nel 2024. I margini di miglioramento sono, quindi, notevoli, come osserva lo stesso La Camera. «Oggi, la competitività economica e la sicurezza energetica sono sempre più tra le principali preoccupazioni a livello mondiale”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“(…) Espandere rapidamente la capacità di energia rinnovabile significa cogliere le opportunità commerciali e garantire la sicurezza energetica in modo rapido e sostenibile – sottolinea il direttore generale dell’Agenzia -. Invito i governi a sfruttare il prossimo ciclo di determinazione dei Contributi determinati a livello nazionale (gli impegni assunti dai singoli Stati nell’ambito dell’Accordo di Parigi per ridurre le emissioni, ndr.) come opportunità per definire un piano chiaro dei loro obiettivi in materia di energie rinnovabili, e la comunità internazionale a rafforzare le collaborazioni a sostegno degli obiettivi dei Paesi del Sud del mondo». Il messaggio è chiaro: occorre lavorare per rafforzare i percorsi di sviluppo della capacità green e per ridurre le differenze geografiche, come suggerisce anche il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. «L’energia rinnovabile sta concludendo l’era dei combustibili fossili. Questa crescita da record crea posti di lavoro, abbassa le bollette per l’energia elettrica e purifica la nostra aria. Le energie rinnovabili giovano alle economie. Ma il passaggio all’energia pulita deve essere più rapido e più equo: tutti i Paesi devono avere la possibilità di beneficiare pienamente dell’energia rinnovabile e a basso costo». (…) a trainare la crescita record del 2024 sono state l’energia solare ed eolica che hanno continuato a registrare l’incremento più significativo (+451,9 GW di aumento solo per il primo) e insieme rappresentano il 96,6% di tutte le aggiunte nette di fonti rinnovabili nel 2024. La performance principale ha riguardato, come detto, la Cina che ha aggiunto 278 gigawatt all’espansione totale, seguita dall’India con 24,5 GW. A segnare, poi, una importante ripresa nel 2024 è stata l’energia idroelettrica (esclusa quella da pompaggio) che ha raggiunto i 1.283 GW (…) Quest’ultima ha inoltre contribuito a spingere anche il dato della bioenergia, la cui espansione è ripresa nel 2024 con un aumento di 4,6 GW di capacità (a fronte del +3 GW dell’anno prima). L’energia geotermica è, invece, aumentata di 0,4 GW, sostenuta dalla nuova Zelanda, seguita da Indonesia, Turchia e Stati Uniti. Il report di Irena segnala, infine, l’incremento dell’elettricità off-grid, con una crescita quasi triplicata nel 2024 (+1,7 gigawatt) e un livello pari ora a 14,3 GW”, continua il giornale.
TRUMP ANNUNCIA DAZI 25% SULLE IMPORTAZIONI DI AUTO E PUNTA LA GROENLANDIA
“Il presidente Donald Trump insiste sui dazi. E annuncia tariffe del 25% su tutte le auto importate negli Usa. “Procederemo con dazi permanenti del 25% su tutti i veicoli prodotti fuori dagli Usa», ha dichiarato ieri il presidente americano nello Studio Ovale. Le tariffe, quindi, si applicheranno anche alle auto importate da Canada e Messico, i due maggiori partner commerciali, legati da un accordo di libero scambio. Ma non è chiaro se colpiranno pure i componenti. Ursula von der Leyen, però, non si arrende. Pur dichiarandosi «profondamente rammaricata», la presidente della Commissione europea, afferma che «l’Ue continuerà a cercare soluzioni negoziate, salvaguardando al contempo i suoi interessi economici». E ribadisce che «le tariffe sono tasse: cattive per le imprese, peggio per i consumatori ugualmente negli Stati Uniti e nell’Unione europea». Secondo la Casa Bianca i dazi, invece, servono a raccogliere entrate per compensare i tagli fiscali promessi e rilanciare la manifattura domestica: Trump punta a raccogliere 100 miliardi di dollari. Ma per l’industria automobilistica – compresa quella Usa – l’impatto rischia di essere pesante. Anche le case statunitensi dipendono dalle catene di fornitura globali, perciò il risultato potrebbe essere un aumento dei prezzi al consumo e un rallentamento delle vendite. Con impatto su investimenti e crescita. (…) Ribadita inoltre la volontà di annettere la Groenlandia: «La prendiamo, ci serve». Sulle chat con i piani dei raid nello Yemen, smentito il segretario alla Difesa Hegseth. Sul fronte ucraino, incontro tra i presidenti Macron e Zelensky: promessi due miliardi di aiuti a Kiev. (…) La Groenlandia resta un chiodo fisso dell’amministrazione Trump. L’isola dei ghiacci nasconde tesori che non fanno gola solo al presidente degli Stati Uniti, ma anche a Cina e Russia. Sotto la calotta artica si trovano infatti abbondanti giacimenti di petrolio, gas, ferro, oro, uranio e altre risorse minerarie dalle quali estrarre le ormai note «terre rare», indispensabili per il funzionamento di nuove tecnologie, dagli smartphone alle pale eoliche. (…) L’inesorabile ritiro dei ghiacci, che negli ultimi dieci anni ha permesso un aumento del traffico navale del 37%, farà spazio a flussi commerciali ancora più massicci. Terra degli Inuit, secondo l’ultimo censimento può contare su poco meno di 57 mila abitanti che si concentrano soprattutto nelle città, tra cui la capitale Nuuk, e nella zona a Sud Est. Ospita la U.S. Space Base di Pituffik, base del ramo spaziale dell’esercito statunitense”, si legge su Il Corriere della Sera.
“Nonostante si discuta da tempo dell’indipendenza, fa parte del Regno di Danimarca (dove vivono 18 mila groenlandesi). L’Unione europea la considera territorio d’Oltremare e si regge su una forma di autogoverno dal 1979. Dipende da Copenaghen per quanto attiene a finanze, difesa e relazioni internazionali. Per non dimenticare i 600 milioni di euro che il Paese scandinavo versa ogni anno a beneficio del sistema sociale di un Paese le cui principali fonti di sostentamento sono la pesca e il turismo. Le elezioni anticipate dell’11 marzo per il rinnovo dei 31 seggi del Parlamento sono state vinte dai centristi liberali dei Demokraatit (Democratici) che hanno ottenuto il 30,3%, uno dei partiti più tiepidi quando si parla di indipendenza. Il secondo posto è andato a Naleraq (24,8%), partito che invece vorrebbe il distacco immediato da Copenaghen. Chiamato a formare il nuovo governo sarà il leader dei Democratici Jens-Frederik Nielsen che, non avendo ottenuto la maggioranza, si è più volte detto pronto a collaborare con tutti coloro i quali cerchino «unità». (…) Negli scacchi, la mossa della forchetta è l’attacco simultaneo da parte di una pedina a due pezzi avversari. Il giocatore che la subisce, si troverà nell’impossibilità di sottrarli entrambi alla cattura. È un’immagine che viene usata da molti media per spiegare l’esito dei negoziati di Riad, di facile presa in un Paese dove gli scacchi sono quasi una religione alternativa. «La Russia ha fatto agli Usa la forchetta per mangiarsi Zelensky». (…) Gli analisti di comprovata fede putiniana sottolineano quanto nel breve periodo sia importante screditare Zelensky davanti agli Usa. «Ora le sue richieste», scrive ad esempio Popov, «sono un problema esclusivo degli Usa. Come ha detto Lavrov, le garanzie per il cessate il fuoco possono essere esclusivamente il risultato di un ordine da Washington a Zelensky: fai così, e basta”, continua il giornale.