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Stellantis

Tutti i numeri della crisi di Stellantis

Tra i dati più negativi quelli che riguardano le vendite, soprattutto nel secondo trimestre, in cui sono state consegnate 1,4 milioni di unità, in calo del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno

Nella mattinata di oggi Stellantis ha diffuso i dati finanziari preliminari e non sottoposti a revisione contabile relativi del primo semestre 2025, da cui emerge uno scenario di crisi, figlio anche dell’attuale panorama geopolitico e normativo.

I RISULTATI (NEGATIVI) DI STELLANTIS NEL PRIMO SEMESTRE 2025

Nel primo semestre di quest’anno Stellantis ha registrato una perdita netta di 2,3 miliardi di euro, a fronte di ricavi netti per 74,3 miliardi. I flussi di cassa dalle attività operative sono negativi per 2,3 miliardi di euro, mentre il free cashflow industriale è negativo per 3 miliardi di euro.

LE PRINCIPALI RAGIONI DELLA CRISI

Tra i principali elementi hanno provocato le perdite significative per la casa automotive italo-francese ci sono 3,3 miliardi di euro di oneri netti al lordo delle imposte, dovuti alla cancellazione di programmi, alla svalutazione di piattaforme e all’impatto dell’abolizione della sanzione CAFE negli Stati Uniti e a costi di ristrutturazione.

Questi oneri sono stati esclusi dall’AOI (utile operativo rettificato) in conformità con le definizioni contabili adottate dalla società. A ciò vanno aggiunti i costi industriali in aumento, gli effetti sfavorevoli del mix geografico e l’andamento negativo dei tassi di cambio. Senza contare l’impatto dei dazi USA, che pesato per 300 milioni a causa delle “tariffe sostenute e la perdita di produzione già programmata legata all’attuazione del piano di risposta dell’azienda”.

PER STELLANTIS VENDITE IN CALO DEL 6%

Numeri negativi anche per quanto concerne le vendite, soprattutto nel secondo trimestre, in cui sono state consegnate 1,4 milioni di unità, in calo del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il calo è dovuto soprattutto all’impatto dei dazi USA e alle conseguenti interruzioni nella produzione.

I risultati peggiori riguardano il mercato nordamericano, con 109.000 veicoli in meno consegnati (-25%). Le vendite totali sono scese del 10%, anche se Jeep e Ram, i marchi più redditizi, hanno riportato un incremento complessivo del 13%.

I DATI IN EUROPA E NEGLI ALTRI MERCATI

In Europa le consegne sono diminuite di 50 mila unità (-6%) e riflettono il momento di transizione dei modelli. Su tutti, lo stop temporaneo alla Fiat 500 ICE, in attesa del modello mild-hybrid e dei progressivi lanci dei nuovi modelli della piattaforma Smart Car. Le quattro nuove auto Smart Car – Citroën C3 e C3 Aircross, Opel/Vauxhall Frontera e Fiat Grande Panda – hanno incrementato le consegne del 45% rispetto al trimestre precedente, registrando +25.000 unità.

Risultati positivi invece nelle altre regioni: 71.000 unità in più consegnate su base annua (+22%) e una crescita del 30% in Medio Oriente e Africa. Dati soddisfacenti soprattutto in Turchia, Egitto, Algeria e Marocco. Infine, Stellantis ha registrato una crescita del 20% in Sudamerica, con un aumento di 43.000 unità, soprattutto grazie ad Argentina e Brasile, mercati in cui l’azienda non sta risentendo della crisi.

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