Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che gestisce la centrale, ha sottolineato che la causa dell’incendio alla torre di raffreddamento non può che essere un incendio doloso deliberato o la negligenza da parte delle forze di occupazione
Il mondo è allarmato dalle scene del fumo nero anomalo che da due giorni fuoriesce da una delle due torri di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, occupata dalle truppe russe da oltre due anni. Le torri sono ubicate ad un kilometro dall’impianto, che ospita 6 reattori.
Riguardo al fumo nero, il canale ufficiale di Telegram di Anton Gerashchenko, ex viceministro ucraino degli Affari Interni, ha pubblicato foto e video, presi da canali Telegram russi, che mostrano l’incendio alla centrale nucleare di Zaporzizhia.
L’INCIDENTE ALLA CENTRALE NUCLEARE DI ZAPORZIZHIA
Ecco cosa si sa finora dell’incidente alla centrale nucleare: nella sera di ieri, 11 agosto, l’amministrazione militare regionale di Nikopol ha riferito che la guarnigione russa ha appiccato il fuoco ad un gran numero di pneumatici per auto vicino alla torre di raffreddamento della centrale.
Gli occupanti russi hanno incolpato l’Ucraina, affermando che la centrale sarebbe stata attaccata da un drone di Kiev. Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che gestisce la centrale, ha sottolineato che la causa dell’incendio alla torre di raffreddamento non può che essere o un incendio doloso deliberato, o la negligenza da parte delle forze di occupazione.
L’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) ha detto di aver osservato un denso fumo scuro proveniente dalla zona settentrionale della centrale, dopo molteplici esplosioni. L’incendio sul territorio della centrale nucleare di Zaporzizhia sarebbe cessato, secondo un annuncio dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk. I livelli di radiazione nella regione di Nikopol sono entro i limiti normali.
UCRAINA, ARRESTATO PER CORRUZIONE IL VICEMINISTRO DELL’ENERGIA
Intanto il viceministro dell’Energia ucraino, Oleksandr Kheilo, è stato arrestato per aver preso una tangente di 500 mila dollari, secondo quanto riferito dal Servizio di sicurezza (Sbu), la Procura specializzata anticorruzione (Nabu) e il dicastero dell’Energia di Kiev.
Kheilo è accusato di aver promesso ai dirigenti delle imprese statali nel bacino carbonifero di Lviv-Volyn di trasferirgli gratuitamente le attrezzature minerarie delle miniere della regione di Donetsk, nell’area sud orientale del Paese. Secondo quanto riferito dai media ucraini, i dirigenti delle imprese statali nel bacino carbonifero si sono rivolti al viceministro per ottenere il permesso di trasferire attrezzature uniche e rare di una delle compagnie statali del carbone situata a Pokrovsky, una delle aree più calde del conflitto. Per ottenere il via libera, Kheilo avrebbe chiesto in cambio 500.000 dollari.
Nella vicenda sarebbero coinvolti tre complici: un commerciante di energia, l’amministratore delegato di una compagnia della regione di Mykolaiv e l’amministratore delegato di una compagnia mineraria della regione di Donetsk, proprietaria dell’impianto minerario da cui l’attrezzatura avrebbe dovuto essere evacuata.
Le forze dell’ordine hanno arrestato il rappresentante del ministero dell’Energia cogliendolo “sul fatto”, secondo quanto riportano i media ucraini. Il nome del rappresentante del ministero dell’Energia coinvolto non è stato reso noto, ma gli indagati sono quattro: Svitlana Grinchuk, Mykola Kolisnyk, Oleksandr Kheilo e Andarak Roman, tutti accusati di corruzione.