Drastico taglio alla dipendenza dal gas russo, scesa dal 45% al 12% in pochi anni. L’energia pulita fa risparmiare 100 miliardi ai consumatori, ma i prezzi per l’industria restano una spina nel fianco.
L’Unione Europea sta vincendo la sua scommessa sul clima, con un calo delle emissioni di gas serra che la mantiene in rotta per centrare gli obiettivi del 2030, il tutto mentre recide i legami energetici con la Russia e fa crescere la propria economia. È quanto emerge dal quadro complessivo presentato oggi dalla Commissione Europea nel suo rapporto annuale sullo Stato dell’Unione dell’Energia, accompagnato dai dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA). I documenti evidenziano i progressi significativi nella transizione verde, ma lanciano anche un monito: per tagliare il traguardo, la velocità del cambiamento dovrà aumentare notevolmente.
UN’ECONOMIA DECARBONIZZATA CHE CRESCE
I dati confermano un trend ormai consolidato: la crescita economica europea è sempre più slegata dalle emissioni inquinanti. Le stime provvisorie per il 2024 indicano un’ulteriore riduzione delle emissioni nette di gas serra del 2,5% rispetto al 2023, portando il taglio totale al 37,2% rispetto ai livelli del 1990. Nello stesso periodo, il PIL dell’Unione è cresciuto del 71%. Questa dissociazione dimostra che le politiche climatiche non solo sono compatibili con lo sviluppo, ma possono essere un motore di competitività e innovazione.
RINNOVABILI ED EFFICIENZA: MOTORI DELLA TRANSIZIONE (MA NON BASTA)
Il cuore di questa trasformazione risiede nel boom delle energie pulite e nel calo dei consumi. La maggior parte dell’elettricità prodotta nell’UE proviene ormai da fonti non fossili, con una quota di rinnovabili che nel 2024 ha raggiunto il 47% del mix elettrico grazie all’installazione di ben 77 GW di nuova capacità. Anche l’efficienza energetica sta dando i suoi frutti: i consumi finali continuano a diminuire, con un calo del 3% rispetto al 2022, guidato soprattutto dal settore residenziale. Tuttavia, per centrare gli obiettivi energetici del 2030 (almeno il 42,5% di rinnovabili nel mix energetico totale), i rapporti avvertono che il ritmo di installazione e i miglioramenti nell’efficienza dovranno accelerare in modo significativo nei prossimi anni.
SICUREZZA ENERGETICA: LA GRANDE FUGA DALLA RUSSIA
L’azione coordinata a livello europeo ha prodotto risultati straordinari sul fronte della sicurezza e dell’indipendenza energetica. La dipendenza dal gas russo è crollata dal 45% delle importazioni nel 2021 ad appena il 12% ad agosto 2025. Un successo replicato anche per petrolio e carbone, quest’ultimo completamente azzerato. Questa strategia non solo ha un valore geopolitico, ma anche economico: si stima che i consumatori europei abbiano risparmiato 100 miliardi di euro tra il 2021 e il 2023 grazie alla produzione da nuovi impianti solari ed eolici.
I NODI IRRISOLTI: TRASPORTI, SUSSIDI E ADATTAMENTO IN RITARDO
Nonostante i successi, persistono delle aree critiche. Il rapporto dell’AEA evidenzia che le emissioni dei trasporti sono addirittura aumentate, confermando il settore come uno dei più difficili da decarbonizzare. Allo stesso modo, mentre i sussidi ai combustibili fossili sono diminuiti rispetto ai picchi della crisi energetica, la loro persistenza continua a distorcere gli incentivi a investire nella transizione. Sul fronte dell’adattamento, inoltre, sebbene tutti i paesi europei abbiano adottato strategie nazionali, l’attuazione concreta delle misure e il monitoraggio della loro efficacia restano deboli e devono essere rafforzati per far fronte a rischi climatici, come siccità e ondate di calore, ormai sempre più intensi.
LA SFIDA FUTURA: OBIETTIVO 2040 E INVESTIMENTI MILIARDARI
Il prossimo decennio sarà decisivo. Con l’obiettivo climatico del 2040 per una riduzione del 90% delle emissioni in fase di negoziazione, la Commissione stima che per raggiungerlo l’UE dovrà mobilitare la cifra colossale di 695 miliardi di euro all’anno in investimenti energetici dal 2031 al 2040. Sarà fondamentale potenziare le reti, accelerare l’elettrificazione e promuovere l’innovazione per costruire un settore delle tecnologie pulite competitivo a livello globale, trasformando i Piani Nazionali per l’Energia e il Clima in vere e proprie strategie di investimento credibili.


