Energivore chiedono prezzo unico Ue per elettricità. Tap sotto processo. Scholz: incentivi Ue per auto elettriche. Birol: “Nel 2025 record nucleare”. La rassegna Energia
Le aziende energivore tremano per l’aumento dei prezzi dell’energia e chiedono il prezzo unico Ue per l’elettricità. Assofond, Assovetro, Assocarta, Assomet, Confindustria Ceramica, Federbeton, Federchimica, Federacciai stanno lavorando a una Lettera aperta indirizzata a Parlamento, Governo e Regioni per meccanismi di decoupling del prezzo dell’elettricità dal gas e l’attuazione della Gas Release. Il Tap ha permesso all’Italia di svincolarsi da Putin ma ora rischiano di essere condannati a pagare migliaia di euro. Infatti, la Procura ha chiesto 3 anni i carcere e 66 mila euro di multa per otto dei 18 imputati nell’ambito di un processo per presunto inquinamento della falda. Il cancelliere uscente della Germania, Olaf Scholz, ha proposto di introdurre un pacchetto di incentivi per l’acquisto di auto elettriche uguale in tutti i 27 Paesi dell’Ue. “Il 2025 sarà un anno record per il nucleare”, a dirlo è Davos Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’Energia, il quale sottolinea che “il nucleare sia una delle risposte ai problemi legati alla sicurezza energetica, al cambiamento climatico e alla competitività”. La rassegna Energia.
ELETTRICITA’, ENERGIVORE CHIEDONO PREZZO UNICO UE
“Aziende energivore in allarme per i prezzi dell’energia. Il confronto con gli altri Paesi è stato riportato anche ieri su queste pagine: in Italia all’ingrosso si pagano 108,5 euro al MWh, il 38% in più rispetto alla Germania, il 72% in più della Spagna, l’87% in più della Francia. Ora Assofond, Assovetro, Assocarta, Assomet, Confindustria Ceramica, Federbeton, Federchimica, Federacciai sono al lavoro per pubblicare una Lettera aperta nei prossimi giorni: un appello a Parlamento, Governo e Regioni per avere meccanismi di decoupling del prezzo dell’elettricità dal gas, nonché l’attuazione della Gas Release, dopo il plauso per l’Energy Release. (…) «Ci troviamo in una situazione mai vista, con i prezzi che vanno alle stelle mentre allo stesso tempo la domanda di mercato è in drastico calo», sottolinea il presidente di Assofond Fabio Zanardi: «Nel 2022, all’apice della crisi energetica, avevamo una domanda solida e l’importante sostegno dei crediti d’imposta che ci hanno permesso di superare i momenti di maggiore difficoltà. Oggi non siamo ormai più in grado di sostenere il gap di competitività. Nei tre mesi immediatamente successivi alla pausa estiva la produzione delle fonderie è calata del 12% rispetto allo stesso periodo del 2023, con punte superiori al 30% per alcuni comparti. (…) Nicola Zampella, direttore generale di Federbeton, parla di un mercato italiano del cemento in crescita del 2-3% nel 2025, «tuttavia paradossalmente la nostra produzione potrebbe scendere per la scarsità delle quote Ets. (…) «È urgente la Gas Release. E serve un mercato unico europeo dell’elettricità. Valorizziamo il ruolo dell’Italia come hub energetico per l’area Sud dell’Europa – per il gas, lo stoccaggio della CO2 e le rinnovabili – in una strategia che comprenda il nucleare di nuova generazione e quello di fusione», sottolinea Francesco Buzzella, presidente di Federchimica”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“«Oggi spediamo il 20% dei maceri in Asia», aggiunge Lorenzo Poli, presidente di Assocarta: «Serve il disaccoppiamento dell’elettricità, serve un prezzo europeo per la manifattura, per gli energivori. Ma non solo: facciamo rimanere il materiale in Italia. E valorizziamo termicamente gli scarti, che altrimenti vanno all’estero». «L’Energy Release è l’inizio del disaccoppiamento. Perché nello stesso schema non inseriamo anche una parte di energia idroelettrica delle centrali per cui si sta valutando il rinnovo della concessione senza gara?» sottolinea Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, che sul prezzo unico dell’elettricità osserva”, continua il giornale.
ENERGIA, IL TAP CI HA SALVATO DA PUTIN
“Con 10 miliardi di metri cubi di gas trasportati, il Tap ha consentito all’Italia di liberarsi da Vladimir Putin. Eppure la procura di Lecce vuole mettere in galera chi lo ha realizzato. Mentre il decennale iter burocratico del gasdotto ha superato indenne decine di tribunali civili, vincendo tra Tar, Consiglio di Stato e Cassazione tutti i ricorsi presentati dalla Regione Puglia e dai sindaci del territorio, resta pendente il processo penale. Sette anni dopo il rinvio a giudizio, lunedì scorso è arrivata la requisitoria del pm con la richiesta di 3 anni di carcere e 66 mila euro di multa per otto dei 18 imputati per presunto inquinamento della falda. Il processo nasce dalle denunce del sindaco di Melendugno e dei suoi colleghi, alcuni parlamentari M5s e le associazioni No Tap. La procura le accolse sequestrando il cantiere, prima che venisse dichiarato strategico dal governo Renzi. Il presidente della regione Michele Emiliano festeggiò l’intervento della procura come la vittoria della sua linea: “Le preoccupazioni della Regione Puglia hanno trovato un fondamento evidente, ci sarà un processo e noi ci costituiremo parte civile. Su Tap noi abbiamo avuto ragione, Renzi e Calenda torto. Chiederemo un risarcimento miliardario per il danno d’immagine causato alla Puglia con la costruzione del gasdotto a Melendugno, la cui procedura di localizzazione oggi viene dichiarata illegittima dalla procura di Lecce. Se dovessero essere condannati, ci risarciranno miliardi di euro perché il danno è enorme e il vantaggio è nullo per la Puglia”. (…) Secondo la pubblica accusa i lavori di preparazione, di costruzione del terminal di ricezione, del microtunnel e di posa dei tubi, sarebbero avvenuti in assenza di permessi. La procura riteneva non fossero valide nemmeno le autorizzazioni di varianti in corso d’opera concesse dal ministero dello Sviluppo economico (ora Mimit) e relative all’espianto degli ulivi nella località Le Paesane”, si legge su Il Foglio.
“Altri presunti illeciti comprendevano l’assenza di impermeabilizzazione dei cantieri di San Basilio e lo scarico di acque reflue industriali, che avrebbero portato alla contaminazione della falda acquifera con sostanze pericolose. Nel decreto che disponeva il giudizio erano sette i capi d’imputazione. Dopo sette anni dal rinvio a giudizio è rimasta in piedi solo l’accusa di inquinamento ambientale relativa alla contaminazione da cromo della falda superficiale di San Basilo, punto d’approdo in Europa del gasdotto. (…) A conclusione del dibattimento il pm ha chiesto l’assoluzione per l’azienda Tap dall’illecito amministrativo, contestando solo condotte individuali in cooperazione, attribuibili ai vertici delle società ma non a vantaggio di Tap. Si tornerà in aula il 10 febbraio con le arringhe degli avvocati e delle parti civili.(…) Una sorta di tassa per Tap, dopo che per anni tutti gli enti locano hanno rifiutato di sedersi al tavolo delle compensazioni. I giudici decideranno sull’inquinamento, eppure da quando è arrivata Tap, Melendugno è diventata bandiera blu”, continua il giornale.
AUTO ELETTRICA, GERMANIA VUOLE EUROBONUS
“La ricetta tedesca per non fermare la transizione verso una mobilità a trazione elettrica nel Vecchio Continente? Costruire un pacchetto di incentivi all’acquisto di auto che sia uguale in tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea. Questa è la soluzione secondo Olaf Scholz, il cancelliere uscente, e per il Partito Socialdemocratico. (…) L’idea nella testa di Scholz sarebbe quella di estendere un meccanismo del genere a livello della Ue. Non un contributo finanziario, come quello riconosciuto nelle varie campagne di sostegno all’acquisto, ma un meccanismo che renda più leggero il peso del fisco sulle quattro ruote. (…) Secondo il cancelliere l’Unione starebbe già studiando un pacchetto da applicare negli Stati: un sistema che potrebbe far parte del piano che sarà redatto alla fine del dialogo strategico, che si aprirà a fine mese a Bruxelles, sul futuro dell’industria dell’auto. Potrebbe in alternativa trovare spazio nel Clean industrial act a fine febbraio”, si legge su La Repubblica.
ENERGIA, BIROL (AIE): “NEL 2025 SARA’ RECORD NUCLEARE”
“Davos Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’Energia sostiene che «il nucleare sia una delle risposte ai problemi legati alla sicurezza energetica, al cambiamento climatico e alla competitività». (…) «Dopo l’incidente di Fukushima nel 2011, l’interesse globale per il nucleare era calato significativamente. Ma tre anni fa avevamo previsto un ritorno del nucleare e oggi posso confermare che è in corso un forte rilancio. Nel 2025, la generazione di elettricità nucleare sarà la più alta nella storia, con un incremento del 5% rispetto al 2024». (…) «Attualmente sono in costruzione 70 gigawatt di nuove centrali nucleari, il numero più alto degli ultimi trent’anni. Inoltre, stanno emergendo i piccoli reattori modulari (SMR), che prevediamo saranno sul mercato entro il 2030. Entro il 2040, i loro costi saranno comparabili a quelli dell’energia idroelettrica, eolica offshore e delle grandi centrali nucleari».
(…) L’obiettivo strategico deve essere il passaggio alle energie rinnovabili, al nucleare e all’efficienza energetica”, si legge su Il Corriere della Sera.
“«L’Europa deve diversificare le sue fonti energetiche. Storicamente, ha commesso l’errore di dipendere troppo da un unico Paese, come la Russia per gas, petrolio e uranio. Ora deve evitare di cadere nella stessa trappola con la Cina per i minerali critici. Nel breve termine, l’Europa avrà un’opportunità importante grazie alla grande disponibilità di gas naturale liquefatto (Lng) che arriverà sul mercato tra il 2026 e il 2028, abbassando notevolmente i prezzi». (…) l’obiettivo strategico deve essere il passaggio alle energie rinnovabili, al nucleare e all’efficienza energetica. Questa transizione deve essere gestita proteggendo le industrie tradizionali, fondamentali per l’occupazione e l’economia». (…)«Credo nell’Europa e nel suo potenziale. Abbiamo affrontato con successo crisi come quella finanziaria del 2008, la pandemia e la crisi energetica post-Russia. Con una strategia chiara e un’Europa unita, possiamo continuare a essere una fonte di ispirazione globale grazie ai nostri valori economici, sociali, umani e culturali»”, continua il giornale.