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Un Titan dai piedi d’argilla, l’Apple iCar sbanda ancora

“Project Titan”, il programma di sviluppo avviato diversi anni fa dalla multinazionale di Cupertino per entrare nel mercato delle quattro ruote subirà un dimagrimento. Che succede all’Apple iCar

Da Project Titan a Project Titanic il passo potrebbe essere davvero breve. Lo sta scoprendo a proprie spese il Colosso di Cupertino che ha investito cifre stellari per finanziare la favolistica Apple iCar, sempre più futuribile anziché futuristica.

COSA SUCCEDE ALL’APPLE iCAR

Secondo l’agenza Bloomberg, che in merito avrebbe sentito persone vicine al dossier Titan voluto da Tim Cook per sfondare nella mobilità elettrica, il debutto del veicolo EV della Mela morsicata sarebbe stato rinviato di circa un anno, quindi dal 2025 al 2026. Ma, quel che è peggio, è che lo slittamento dell’uscita non coinciderà per l’auto elettrica di Cupertino con un potenziamento tecnologico. Anzi, al contrario, il progetto Titan parrebbe fortemente ridimensionato.

Niente più guida autonoma di livello 5, ovvero il massimo ipotizzabile da accompagnare con la conseguente assenza di pedali o volante. Gli ingegneri stipendiati da Cook si sarebbero accorti che, al momento, le attuali tecnologie, nonostante i passi avanti fatti nel campo dell’IA, non consentirebbero di avere entro due anni auto che si guidano da sole senza consentire l’intervento umano.

IL FUGGI FUGGI DA PROJECT TITAN

Negli ultimi mesi del resto si erano moltiplicate le voci di corridoio circa un vero e proprio fuggi fuggi dall’Apple iCar. Eric Rogers, a capo del sistema radar dell’auto, Alex Clarabut e Stephen Spiteri, a fine 2021 avevano lasciato il loro posto d’oro dentro l’azienda di Cupertino per tentare la sorte nei ranghi della startup di taxi volanti Joby Aviation Inc. E non erano stati i soli. Un campanello d’allarme circa la fattibilità della Apple iCar?

APPLE iCAR AUTONOMA SOLO IN AUTOSTRADA

Ora, sempre secondo fonti di stampa, Apple avrebbe deciso che il sistema informatico di bordo, denominato Denali come la montagna più alta del Nord America, potrà governare l’auto elettrica soltanto in autostrada. Sola nota positiva è che il ridimensionamento del progetto potrebbe comportare una sensibile diminuzione dei listini: Apple iCar sarebbe dovuta costare oltre 120 mila dollari mentre con la riduzione della tecnologia di bordo potrebbe essere presentata a meno di 100 mila. Il rischio, però, è che debutti già vecchia, sorpassata per esempio da Tesla.

In realtà la stessa Tesla, pur continuando a credere nella guida autonoma (soltanto lo scorso ottobre l’ad Elon Musk ha dichiarato che avrebbe presto rilasciato una versione aggiornata del software “Full Self-Driving” che consentirà ai clienti di recarsi “al lavoro, a casa di amici, al negozio di alimentari senza toccare il volante”) deve ora vedersela perfino con indagini del Dipartimento di Giustizia Usa che potrebbero perfino avere profili penali, almeno secondo Reuters.

Il principio che l’IA impari da sé mentre è in strada, del resto, non sta dando buoni frutti. Un report pubblicato dalla National Highway Traffic Safety Administration — l’agenzia federale che fa capo al Dipartimento dei Trasporti e si occupa proprio di capire come aumentare la sicurezza stradale — sostiene che il pilota automatico di Tesla fosse attivo in 273 sinistri avvenuti in 12 mesi, il 70% del totale registrato da tutti i veicoli che stanno sperimentando tecnologie simili. E dato che in tanti, troppi casi ci è scappato il morto, anche i legislatori più permissivi stanno ora iniziando a mettere paletti.

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