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Una nuova guerra del gas: l’America sfida la Russia

Navi di gas americano attraccano in Europa. Cambiano gli scenari geo-strategici e la Russia potrebbe perdere il dominio del mercato

 

L’America sbarca sul mercato europeo del gas: a giugno la nave cisterna “Clean Ocean” ha attraccato in Polonia per la sua prima consegna ad un Paese dell’Europa dell’Est. La stessa nave è attesa in Lituania, ex repubblica sovietica. Russia, Norvegia, Algeria e Qatar dovranno dunque fare i conti con Lng a stelle strisce.

Il mercato attuale

A dominare l’attuale mercato europeo del gas è la Russia con Gazprom, grazie a costi di estrazione e di trasporto molto bassi: 13 Paesi dell’Unione dipendono da Mosca per il 75%. La Russia già a partire dal 2015 ha aumentato le esportazioni di Gas nel Vecchio Continente dell’8,2% al record di 158,6 miliardi di metri cubi, puntando ad una crescita costante anche nel 2016. Aumento di esportazione verso l’Europa anche per la Norvegia e l’Algeria.

Mosca controlla il 35% del fabbisogno del Vecchio continente, per un totale di 122 miliardi di metri cubi, mentre la Norvegia assicura all’Europa 107 miliardi. Seguono Algeria, Qatar e Libia.

L’arrivo degli americani

Già lo scorso anno le navi cisterna di metano a stelle e strisce (viene rigassificato alla consegna) partite da Sabine Pass, il terminal al confine tra Texas e Louisiana gestito da Cheniere Energy, sono approdate in Asia, in Africa e in Europa (al Vecchio Continente è stata consegnata una quota minoritaria, pari a meno del 13% del totale).

Lo scorso giugno 2017  la nave cisterna “Clean Ocean” ha attraccato in Polonia per la sua prima consegna ad un Paese dell’Europa dell’Est. La stessa nave è attesa tra non molto anche in Lituania dove verrà effettuata la prima fornitura di metano Usa a una ex repubblica sovietica.

L’obiettivo è aumentare l’esportazione di 105 miliardi di metri cubi entro il 2020.

Usa vs Russia: è la guerra del gas?

E’ facile dunque immaginare che in questo contesto, un nuovo ingresso sul mercato, potrebbe alimentare una nuova guerra, tra l’America e la Russia. Gli Usa lo scorso anno, con un voto del Congresso che risale al 2014, hanno dato il via all’export di gas naturale liquefatto (Lng) in tutto il mondo, Europa compresa.

Gli Usa dunque contribuiranno a liberale l’Europa da ostaggio energetico russo, sul fronte gas. Facciamo riferimento, alle passate guerre del gas: nel 2008 per le dispute in Ucraina, Gazprom tagliò le forniture e l’annessione della Crimea del 2014 ha aumentato i timori dell’Europa di dipendenza dalla Russia.

E dunque mentre Bruxelles, potrebbe ben vedere l’arrivo degli americani (l’Ue sarà meno dipendente dalla Russia), Mosca deve attuare una strategia vincente per poter mantenere inalterate le proprie quote di mercato.

La risposta Russa

gazpromLa Russia non sta certo a guardare. Gazprom, per tenersi le quote mercato, potrebbe optare per una nuova riduzione dei prezzi. Secondo i dati del Wall Street Journal, infatti, il gas Usa avrebbe un costo di 6,29 dollari per milione di «British termale unit» (unità di misura utilizzata in questo commercio), mentre quello russo di 4,86 dollari.

Non solo. La Russia punta sul Nord Stream 2, condotta di fornitura europea da circa 1200 chilometri che passa sotto il Baltico, aggirando l’Ucraina. Grazie all’infrastruttura sarà possibile concentrare l’80% dell’export di gas russo in Europa su un canale unico.

 

 

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