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Petrolio

Unem, Spinaci: Bolletta energetica più bassa degli ultimi 30 anni

– Calo per le accise pari a 4,7 mld quest’anno –

“Il 2020 è stato un anno straordinario e difficile che ha avuto un impatto sul settore energetico sia a livello mondiale che a livello italiano che ha visto un declino del 10,6% dei consumi energetici rispetto all’anno precedente. A parte il carbone, chi ha pagato il prezzo più caro sono stati i prodotti petroliferi il cui core business è legato ai trasporti e verso cui le misure di lockdown hanno colpito il settore che paga un calo del 17,4%. Più contenuto il calo del gas mentre le rinnovabili mostrano un segno positivo”. In questo contesto “la bolletta energetica di quest’anno dovrebbe essere la più bassa degli ultimi 30 anni”, ha detto il presidente di Unem Claudio Spinaci aggiungendo che ci saranno perdite pari a 4,7 mld anche per le accise “cioè un -18% con un recupero di circa 3 mld nel 2021”.

I consumi complessivi di energia nel 2020 sono stati pari infatti a 142,4 MTep, con una riduzione del 10,6% (circa 17 milioni in meno) rispetto allo scorso anno, dovuta soprattutto alle misure di lockdown che si sono susseguite nel corso dell’anno e che hanno colpito in particolar modo il settore dei trasporti, date le forti limitazioni agli spostamenti di persone e merci. Per trovare un valore simile occorre tornare agli inizi degli anni ‘90. Tra le fonti più colpite il petrolio, che è diminuito del 17,4% e con un peso sul totale sceso al 33,5% rispetto al 37% del 2019. Il gas naturale, in calo del 7%, si conferma la prima fonte di energia con una quota vicina al 40%, favorito nella produzione termoelettrica sia dalla riduzione delle proprie quotazioni, nel corso dell’anno, che dall’andamento dei prezzi dei diritti di emissione (ETS). Il carbone fa invece segnare un calo del 30%, con volumi che sono circa un terzo rispetto a quelli di cinque anni fa. Le fonti rinnovabili, con un più 2,6%, sono le uniche ad avere fatto registrare un segno positivo, in larga parte dovuto all’aumento della produzione idrica e fotovoltaica, nonché alla priorità di dispacciamento nella copertura della domanda di energia elettrica.

“Quanto alle previsioni per il prossimo anno abbiamo fatto delle stime ottimistiche con una ripresa della mobilità già nella seconda metà di gennaio, una ripresa della didattica, un ricorso sempre più limitato allo smart working dal secondo trimestre e una ripresa parziale dal secondo trimestre 2021 del turismo nazionale che porterà a un miglioramento del contesto. E naturalmente nell’ultima fase dell’anno un maggior stimolo dell’economia e un avvio dei progetti legati al Recovery Fund. Quindi prevediamo quasi un recupero di quasi il 50% dei volumi persi rispetto a quanto perso nel 2020 soprattutto nei trasporti stradali”, ha precisato Spinaci.

“Concludo dicendo che a fronte di un -20% del grezzo importato ci sono state riduzioni diverse a seconda dell’area geografica: l’Africa ad esempio ha perso il 50% delle forniture con Libia al primo posto con un -72% recuperato dalle maggior importazioni da Usa e Norvegia incrementate dal 62% che mostra una enorme flessibilità del sistema italiano. Abbandonare la raffinazione significherebbe abbandonare un pezzo di competitività del paese”, ha concluso Spinaci.

(Il preconsuntivo completo, lo Studio Rie e l’intervento di Alberto Clò saranno visibili nella sezione ‘Agenzia di Stampa’)

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