Non solo: le ambiziose normative climatiche europee, a partire dalla tassa sul carbonio alle frontiere (CBAM), rappresentano una “grave minaccia” per l’accordo commerciale transatlantico e rischiano di far saltare l’intero negoziato, secondo Chris Wright, Segretario all’Energia dell’amministrazione Trump, in un’intervista esclusiva al Financial Times
Gli Stati Uniti lanciano un ultimatum all’Europa: se volete che Washington inasprisca le sanzioni contro la Russia, dovete smettere di comprare il suo petrolio e il suo gas, che finanziano la “macchina da guerra” di Vladimir Putin. Non solo: le ambiziose normative climatiche europee, a partire dalla tassa sul carbonio alle frontiere (CBAM), rappresentano una “grave minaccia” per l’accordo commerciale transatlantico e rischiano di far saltare l’intero negoziato.
A lanciare il doppio, duro avvertimento a Bruxelles è Chris Wright, Segretario all’Energia dell’amministrazione Trump, in un’intervista esclusiva al Financial Times. Le sue parole, rilasciate prima dei colloqui di questa settimana a Bruxelles con la sua controparte europea, delineano una posizione negoziale estremamente rigida da parte di Washington.
LA CONDIZIONE PER NUOVE SANZIONI: STOP ALL’ENERGIA RUSSA
Mentre Bruxelles fa pressione su Washington per sanzioni economiche più severe contro Mosca, Wright ha messo in chiaro la condizione americana. “Se gli europei tracciassero una linea e dicessero: ‘Non compreremo più gas russo, non compreremo più petrolio russo’, ciò avrebbe un’influenza positiva sull’adozione di sanzioni più aggressive da parte degli Stati Uniti? Assolutamente sì”, ha dichiarato.
Secondo il segretario, l’Europa dovrebbe invece rivolgersi ai combustibili fossili americani, acquistando GNL e benzina per rispettare i termini dell’accordo commerciale che impone all’UE di comprare 750 miliardi di dollari di energia statunitense entro il 2028. “Volete avere fornitori di energia sicuri che siano vostri alleati, non vostri nemici”, ha aggiunto, sottolineando che tagliare le entrate energetiche russe è fondamentale per porre fine alla guerra in Ucraina. Una posizione in linea con quella del Segretario al Tesoro, Scott Bessent, che ha dichiarato che gli USA sono “pronti ad aumentare la pressione sulla Russia” a patto che l’Europa faccia lo stesso.
NONOSTANTE LE PRESSIONI, L’EUROPA COMPRA ANCORA GAS RUSSO
Nonostante l’obiettivo di eliminare gradualmente l’energia russa entro il 2028, nel 2024 il gas di Mosca rappresentava ancora il 14% delle importazioni di combustibili fossili dell’UE. Secondo il think tank Ember, questo dato, sebbene in calo rispetto ai livelli pre-invasione, segna un aumento del 18% rispetto al 2023, dovuto principalmente alle maggiori spedizioni di GNL russo. Paesi come Ungheria e Slovacchia, inoltre, continuano a opporsi al piano, acquistando gas via gasdotto a prezzi più bassi.
IL GREEN DEAL EUROPEO NEL MIRINO DI TRUMP
Wright, definito dai critici il “fracker in capo” di Trump e un negazionista del cambiamento climatico, ha poi sferrato un attacco frontale alle politiche climatiche di Bruxelles. Normative come il CBAM, il regolamento sul metano e la direttiva sulla due diligence (CSDDD) creerebbero “enormi rischi legali” per le aziende statunitensi e, se non subiranno “modifiche sostanziali”, minacciano di far fallire l’intero accordo commerciale.
“L’obiettivo ‘Net Zero 2050’ è solo un colossale disastro ferroviario… È solo un mostruoso programma di impoverimento umano e ovviamente non c’è modo che si realizzi”, ha affermato Wright con toni durissimi, ricordando che Trump ha già ordinato il ritiro degli USA dall’Accordo di Parigi.
La sua posizione è supportata da alcune grandi aziende americane. Il mese scorso, Exxon ha definito la direttiva CSDDD una minaccia che espone le aziende a “sanzioni schiaccianti”, chiedendo all’amministrazione di usare i negoziati commerciali per contrastarla.
LA VISIONE DI WRIGHT: “L’EUROPA SI STA IMPOVERENDO”
Il segretario all’Energia ha concluso la sua intervista con una critica feroce al modello europeo, affermando che la “visione esagerata e attivista del cambiamento climatico” e la burocrazia “pesante” dell’UE hanno minato la sua sicurezza energetica, causato la deindustrializzazione e fatto impennare i prezzi per i cittadini.
Questa “crociata”, ha sostenuto, ha causato una divergenza di ricchezza tra Europa e Stati Uniti negli ultimi 15 anni. “Sono un anglofilo. Amo il ruolo dell’Europa nella storia”, ha concluso, definendo “straziante” vedere il continente ridurre la sua influenza nel mondo e le opportunità per i suoi cittadini.