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Studio CED

Usa tagliano i costi del fotovoltaico. Con tre anni di anticipo

Sei anni fa gli Usa lanciavano il Sunshot Initiative, il programma pubblico di ricerca per tagliare i costi del fotovoltaico

 

Obiettivo centrato e con netto anticipo rispetto alle previsioni. Nel 2011, il Department of Energy statunitense (DoE) si era posto l’obiettivo di arrivare ad avere impianti fotovoltaici di grande taglia installati e connessi a meno di 1 $ per watt. E tutto questo entro il 2021. Con tre anni di anticipo l’iniziativa sul solare, voluta dall’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Obama è diventata realtà. Lo rende noto il dipartimento statunitense dell’Energia (Doe), spiegando che tale costo è sceso sotto un dollaro per watt, 6 centesimi per kilowattora (kWh), grazie soprattutto al rapido calo dei prezzi dei pannelli fotovoltaici.

Daniel Simmon, responsabile del dipartimento energia statunitense, con delega alle energie rinnovabili ha dichiarato “Con il marcato declino dei prezzi del solare, è tempo di affrontare ulteriori sfide”. Nuove sfide che si concentreranno su “il rafforzamento dell’affidabilità e della resilienza della rete elettrica con l’integrazione dell’energia solare”.

Sono previsti investimenti per 82 milioni di dollari in ricerca e sviluppo. Di questi 62 milioni andranno esclusivamente ai sistemi di concentrazione solare.

Sunshot

Nonostante le politiche ambientali di Donald Trump, scettico verso i cambiamenti climatici e verso le energie rinnovabili, la transazione energetica non si potrà fermare.  E a dimostrarlo sono i fatti.

Donald Trump ha firmato nei mesi scorsi un provvedimento in cui si raccomanda all’Ente per la Protezione Ambientalee a tutte le agenzie interessate una revisione dei regolamenti vigenti.

L’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) cercherà di eliminare il Clean Power Plan di Obama, ovvero quell’insieme di leggi che prevede l’investimento di miliardi di dollari per promuovere fonti di energie rinnovabili, con l’obiettivo di diminuire le emissioni di gas serra, entro il 2030, del 32% rispetto a quelli del 2005. Precisiamo che il Clean Power Plan non era ancora entrato in vigore. Tra i provvedimenti, anche l’eliminazione della moratoria di Obama sulle concessioni di sfruttamento delle terre federali per l’estrazione di carbone, stabilita per evitare che fosse troppo facile costruire nuove miniere.

Dunque, Trump vorrebbe invertire la rotta, facendo tornare in auge il carbone. Ma quanto avviene dimostra che la volontà di Trump non può essere (almeno per ora) esaudita. Numerose le aziende che investono nel gas, fonte fossile pulita, con l’obiettivo di guidare una trasazioen energetica che porti ad un sistema a basse emissioni.

 

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