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Gas

La via europea per combattere l’emergenza gas

von der Leyen: “È importante che tutti gli Stati membri riducano la domanda e risparmino di più. Serve solidarietà”

Sono passati cinque mesi dall’inizio della guerra in Ucraina. Mesi in cui l’emergenza energetica già in corso nel 2021 si è acuita settimana dopo settimana. Mesi in cui l’Unione europea ha dovuto aprire finalmente gli occhi sugli errori del passato: legarsi mani e piedi alle forniture russe di gas.

Un’emergenza che si ripercuote tanto ai piani alti degli Stati membri, sulle strategie di approvvigionamento, tanto ai piani bassi nelle tasche dei cittadini. Basti vedere le cifre sui tabelloni delle pompe di benzina, dove da mesi si formano file di auto pur di approfittare di qualche minima riduzione di prezzo.

IL PIANO UE

A fronte di questo quadro complesso, l’ultima mossa di Bruxelles della scorsa settimana è stata quella di approvare un documento per affrontare il prossimo inverno con anche un piano risparmi. Il nuovo regolamento fissa l’obiettivo per tutti gli Stati membri Ue di ridurre la domanda di gas del 15% tra il 1 agosto 2022 e il 31 marzo 2023. Secondo Bruxelles “agire ora può ridurre sia il rischio che i costi per l’Europa in caso di ulteriore o totale interruzione, rafforzando la resilienza energetica europea”.

Anche in questo caso, però, non sono mancate le critiche alla risposta comunitaria. Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Malta, Paesi Olanda, Polonia e Portogallo sono tra gli Stati che hanno affermato che Bruxelles non dovrebbe poterlo fare, senza prima dar voce – e possibilmente un veto – ai Paesi. Spagna e Portogallo, in virtù della minor dipendenza dal gas russo, hanno fatto trapelare il proprio malcontento per l’imposizione di un unico goal da raggiungere.

Qui in Italia, la crisi energetica ha dovuto fare i conti con la crisi di governo che ha portato alla fine dell’esecutivo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Tre giorni fa, con toni preoccupati, il ministro per gli Affari Esteri Luigi Di Maio ha tuonato: “Abbiamo un mandato ampio per cercare di affrontare la crisi internazionale, però obiettivi come il tetto massimo al prezzo del gas ce li possiamo dimenticare, perché è molto complicato ottenerlo con un Governo in carica per gli affari correnti”.

VON DER LEYEN ALLA DPA: SERVE UN’UE SOLIDALE

“È vero che alcuni Stati membri sono più colpiti da un’interruzione dell’approvvigionamento di gas russo rispetto ad altri. Ma anche gli Stati membri che difficilmente acquistano gas russo non possono sfuggire alle conseguenze di un possibile blocco delle forniture nel nostro mercato interno. Il mercato interno dell’Ue è al centro della nostra economia, le nostre economie sono strettamente interconnesse. Una crisi del gas colpirebbe quindi ogni singolo Stato membro in una forma o nell’altra”. Ha parlato così la numero uno della commissione europea Ursula von der Leyen all’agenzia tedesca Dpa.

“È quindi importante che tutti gli Stati membri riducano la domanda, che tutti risparmino di più e condividano con i membri più colpiti. La solidarietà energetica è un principio fondamentale dei nostri trattati europei. Il nostro regolamento esistente sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas prevede quindi già che gli Stati membri possano contare gli uni sugli altri. Lo strumento di emergenza che abbiamo proposto mercoledì integra questo regolamento e ora sta attraversando il consueto iter legislativo”, ha spiegato. “Sono sicura che i ministri dell’Energia che si riuniranno domani sono consapevoli delle proprie responsabilità. Vogliamo creare una rete di sicurezza per tutti in modo da poter superare in sicurezza i prossimi due inverni, tutti i 27 Stati membri insieme”.

Secondo von der Leyen, “I leader Ue hanno chiesto alla Commissione di prendere in considerazione un tetto massimo per il prezzo del gas importato. Attualmente lo stiamo facendo. Allo stesso tempo, siamo ben consapevoli delle difficoltà incontrate dalle famiglie a basso reddito”. Ecco perché già in ottobre, molto prima della guerra di Putin, abbiamo presentato un intero quadro di strumenti che gli Stati membri potrebbero utilizzare per contrastare l’aumento dei prezzi. E la stragrande maggioranza dei membri dell’Ue lo sta usando. Abbassano le tasse su elettricità ed energia, sovvenzionano le famiglie a basso reddito, incentivano la ristrutturazione per l’efficientamento di vecchi edifici, aiutano le aziende particolarmente colpite dall’aumento dei prezzi dell’elettricità”.

GAS, PREZZO IN RIALZO AL TTF DI AMSTERDAM

Intanto, il prezzo del gas ha aperto in crescita al mercato Ttf di Amsterdam, con un valore di vendita a 162 euro a Mwh. L’aumento registrato è così pari all’1,34%.

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