Ogni anno nel mondo vengono perforati solo circa 800 pozzi geotermici rispetto agli oltre 100.000 pozzi petroliferi.
Con la transizione globale verso l’energia pulita in pieno svolgimento, le tradizionali fonti di energia rinnovabile come il solare e l’eolico sono state, come era prevedibile, al centro dell’attenzione. Sfortunatamente, all’interno del fenomeno, è mancata in modo evidente una importante fonte di energia rinnovabile: l’energia geotermica.
UNA FONTE SOTTOUTILIZZATA
Nonostante i suoi numerosi evidenti vantaggi, l’energia geotermica – che sfrutta il calore all’interno della crosta terrestre – è molto sottoutilizzata negli Stati Uniti. Nel 2019, gli Stati Uniti hanno generato circa 18.300 GWh da fonti geotermiche. Anche se a prima vista questo sembra impressionante, ecco il bello: questa cifra corrisponde solo allo 0,4% della produzione di energia degli Stati Uniti.
Le cifre non sono molto migliori per l’Europa, con solo 1,5 GW dei 209 GW di capacità elettrica del continente geotermico. Ogni anno nel mondo vengono perforati solo circa 800 pozzi geotermici rispetto agli oltre 100.000 pozzi petroliferi.
L’Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti afferma che le centrali geotermiche emettono circa il 99% in meno di anidride carbonica e il 97% in meno di composti solforati che causano piogge acide rispetto alle centrali elettriche a combustibili fossili di dimensioni simili. Inoltre, le centrali geotermiche sono spesso dotate di scrubber per rimuovere l’idrogeno solforato naturalmente presente nei serbatoi geotermici. Non sorprende quindi che un paese come l’Islanda, che ricava circa due terzi della sua energia primaria da fonti geotermiche, abbia solo un terzo delle emissioni di gas serra pro capite degli Stati Uniti.
Ma la stessa tecnologia che ha alimentato il boom dello shale negli Stati Uniti potrebbe contribuire a sbloccare l’intero potenziale delle risorse geotermiche statunitensi ed europee.
NEGLI USA PREVISTI INVESTIMENTI PER 165 MLN DI DOLLARI
A giugno, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha annunciato un investimento di 165 milioni di dollari nella ricerca e nello sviluppo dell’energia geotermica. L’iniziativa Enhanced Geothermal del DOE mira a ridurre il costo dei progetti EGS a 45 dollari per MWh entro il 2035, aumentando così notevolmente la competitività (e l’attrattiva) dell’energia geotermica. Inoltre, è inclusa la legge bipartisan sulle infrastrutture del 2021 84 milioni di dollari per la ricerca sui progetti EGS.
IN EUROPA È ATTIVO IL PROGRAMMA GEORISK
In Europa, il progetto GEORISK, finanziato dall’UE, ha lavorato per registrare e mitigare i rischi associati ai nuovi progetti geotermici nel tentativo di attrarre investimenti privati nel settore. GEORISK è una collaborazione su larga scala tra le principali parti interessate del settore geotermico in tutta Europa. Il team ha sviluppato un nuovo strumento che classifica i rischi dei progetti proposti, compresi i pericoli esterni derivanti da fattori naturali o causati dall’uomo, i rischi dovuti alle incertezze del sottosuolo e potenziali problemi tecnici. Il progetto ha aiutato i paesi europei a sviluppare quadri di mitigazione del rischio finanziario per i progetti geotermici, richiesti dalla nuova direttiva UE sulle energie rinnovabili.
Secondo Dumas, segretario generale del Consiglio europeo per l’energia geotermica , a causa dell’attuale crisi energetica che colpisce l’Europa, è possibile che i governi di tutta l’UE riducano la loro dipendenza dal gas e aumentino l’uso di risorse rinnovabili, come quella geotermica. ” C’è un tale slancio, ma se perdiamo questo slancio, non realizzeremo mai una transizione energetica “, ha detto.
IL LIBRO BIANCO DELLA BRITISH GEOLOGICAL SURVEY SULLA GEOTERMIA
Il British Geological Survey (BGS) e Arup, una società britannica di consulenza ingegneristica, hanno recentemente sviluppato un Libro bianco intitolato ” The case for deep geothermal energy — unlocking investment at scale in the UK “, finanziato dal governo del Regno Unito. Il Libro bianco mira a valutare le opportunità per la costruzione di progetti geotermici profondi in tutto il paese per aiutare a diversificare il mix di energie rinnovabili della Gran Bretagna.
Per sviluppare sistemi geotermici profondi, infatti, le aziende devono scavare pozzi profondi per raggiungere fonti di calore a temperature più elevate a profondità superiori a 500 m. Esiste un potenziale significativo per sviluppare queste risorse nel Regno Unito, ma le complesse operazioni di perforazione hanno un costo elevato, che finora ha scoraggiato gli sviluppatori.
MIGLIORANO LE TECNOLOGIE E SI ABBASSANO I COSTI
Tuttavia, dato che le tecnologie stanno migliorando, grazie a maggiori finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo nel settore delle energie rinnovabili, si prevede che aumenteranno anche il numero di aree in cui lo sfruttamento geotermico risulterà economicamente sostenibile. La maggior parte delle risorse geotermiche profonde del Regno Unito si trovano in profondi bacini sedimentari in tutto il paese.
Il Libro bianco raccomanda al governo di promuovere l’energia geotermica come una delle risorse energetiche rinnovabili del Regno Unito per aumentare la fiducia degli investitori e promuovere la consapevolezza della fonte energetica. L’istituzione di un organismo di regolamentazione potrebbe anche sostenere lo sviluppo di nuovi progetti, mentre un sistema di licenze potrebbe contribuire a razionalizzare i progetti futuri.
QUI ITALIA: I PRIMI A PARTIRE MA SETTORE ANCORA DI NICCHIA
In Italia si è sviluppata la prima centrale geotermica al mondo a Larderello nel 1911. Ma se l’Italia ha molte potenzialità, vista la sua collocazione in un territorio vulcanico, non si può dire che queste potenzialità siano state sviluppate.
Il nostro paese ha un potenziale energetico sulla geotermia di 5.800-116.000 terawattora, secondo i dati Enel Green Power (rispetto a un fabbisogno elettrico annuo di circa 317 TWh), ma ne ricava appena 6 TWh da questa fonte innovativa.
Si tratta, insomma, di una tecnologia di nicchia ma sembra che il governo voglia dargli spazio, come sta accadendo in altri paesi: non l’aveva inclusa nel Fer1, il decreto di incentivazione sulle rinnovabili del 2019, ma le ha dato spazio nel decreto Fer2
PICHETTO: QUADRO REGOLATORIO STABILE CONSENTIRÀ SVILUPPO INVESTIMENTI
“Il governo, sia in attuazione degli impegni assunti a livello comunitario per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 sia per fronteggiare la crisi energetica scaturita dal conflitto russo-ucraino, sta ponendo in campo ogni possibile misura per sostenere la più ampia diversificazione energetica attraverso lo sviluppo e la diffusione di impianti di produzione di energia rinnovabile” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo a un question time alla Camera i primi di agosto.
“Con riguardo specifico alla Geotermia – ha aggiunto Pichetto – si evidenzia che, grazie alla presenza storica di tale tecnologia in Italia, esistono competenze industriali e scientifiche avanzate sia in ambito geologico sia per quanto attiene la conversione dell’energia. L’Italia è infatti tra i leader europei con una potenza nominale superiore a 800 MW e una produzione elettrica annua di circa 6 TWh, con ulteriori prospettive di crescita in termini di potenza installata e di energia prodotta al 2030, come previsto anche nell’aggiornamento del PNIEC. Si rileva pertanto l’importanza del contributo di tale tecnologia, anche alla luce delle innovazioni tecnologiche che consentono di garantire un minor impatto della stessa in termini emissivi. Non a caso, tale tecnologia è ricompresa anche nel novero degli impianti che saranno oggetto di incentivazione nel c.d. decreto FER 2.
PROROGATE SCADENZE CONCESSIONI GEOTERMICHE
La proroga del termine di scadenza delle concessioni geotermiche al 31 dicembre 2025 avvenuta con la conversione del decreto-legge 51 del 2023 consentirà di avviare un tavolo tecnico al ministero con tutti i soggetti interessati al fine di valutare gli opportuni interventi, anche di carattere normativo, volto a garantire al settore un quadro regolatorio stabile che – ha concluso il ministro – possa consentire lo sviluppo di investimenti, con ricadute positive sia per lo sviluppo e la tutela ambientale dei territori coinvolti, sia in termini di un maggior apporto alla decarbonizzazione del Paese”.
PLAUDE IL SETTORE
“Accogliamo con un plauso le parole del Ministro Pichetto Fratin sulla geotermia in risposta all’altrettanto valida interrogazione degli Onorevoli Rossi e Zucconi che si è svolta ieri alla Camera dei Deputati. È fondamentale che lo sviluppo della geotermia, che oltre ad avere enormi prospettive di crescita è una delle poche fonti rinnovabili programmabili e continuative, resti al centro del dibattito per la decarbonizzazione e la sicurezza energetica del nostro Paese”, ha dichiarato Ernst Gostner, amministratore delegato di Fri-El Green Power, azienda pioniera nello sviluppo di parchi eolici in Italia, e di Fri-El Geo. “Fri-El Geo, con il progetto Pangea, ha identificato oltre 100 possibili installazioni geotermiche nel solo bacino della Pianura Padana. Se dovesse venire ultimato con le sue cento installazioni in tutto, di cui tredici già in pipeline e 6,6 miliardi di euro di investimenti, l’energia generata permetterebbe di evitare il consumo di 9,6 miliardi di metri cubi di gas naturale e l’emissione di 17,3 milioni di tonnellate di CO2 nel solo nord Italia, ad oggi tra le aree più inquinate d’Europa”, spiega Gostner. “Come sottolinea il Ministro, un quadro regolatorio stabile è essenziale per poter investire ed operare, soprattutto al di fuori della Toscana dove la geotermia ha una presenza storica e consolidata. Pertanto assicuriamo fin d’ora la nostra piena disponibilità a partecipare al tavolo tecnico che il MASE intende avviare”.