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Antitrust

Antitrust, Rustichelli: Settore a più alto rischio inflattivo energia e carburanti

L’Autorità Antitrust ha chiuso undici procedimenti istruttori relativi a pratiche commerciali aggressive volte a indurre i consumatori ad accettare modifiche unilaterali peggiorative dei prezzi dell’energia elettrica e del gas

I benefici a favore delle imprese e dei consumatori derivanti dall’attività dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato nel periodo 2015-2023 sono stati pari a circa 8,4 miliardi di euro, di cui 710 milioni nell’ultimo anno. Lo ha detto il presidente dell’Agcm, Roberto Rustichelli nel suo intervento per la presentazione della Relazione dell’Antitrust alla Camera.

ENERGIA E CARBURANTI SETTORI CRUCIALI PER L’INFLAZIONE

Settori cruciali sono stati, tra gli altri, quelli di energia e carburanti: “In un contesto caratterizzato da eccezionali alterazioni delle catene del valore globali” un’area di intervento “ha riguardato le azioni di contrasto alle condotte illegittime che, in una fase già segnata da importanti tensioni inflazionistiche, possono acuire la vulnerabilità economico-finanziaria delle fasce più deboli della popolazione. Nel settore energetico sono state avviate tre istruttorie per prezzi eccessivamente gravosi dei servizi di teleriscaldamento, per i quali si sono registrati aumenti delle tariffe che non sembrano prima facie giustificabili con gli incrementi del costo delle materie prime”, ha detto Rustichelli.

“Inoltre, al fine di proteggere gli utenti dei servizi energetici dai rincari dei prezzi originati dal mutato contesto internazionale, il legislatore è intervenuto in via d’urgenza, sospendendo provvisoriamente l’efficacia delle clausole contrattuali che consentivano al fornitore di elettricità e gas di modificare unilateralmente, prima della scadenza, le condizioni generali relative alla definizione del prezzo, che era stato, viceversa, concordato in misura fissa”.

CHIUSI 11 PROCEDIMENTI ISTRUTTORI

“L’Autorità ha chiuso undici procedimenti istruttori relativi a pratiche commerciali aggressive volte a indurre i consumatori ad accettare modifiche unilaterali peggiorative dei prezzi dell’energia elettrica e del gas. I procedimenti chiusi con impegni hanno consentito il ripristino delle condizioni iniziali di contratto a favore di 500.000 consumatori ai quali sono stati restituiti oltre 115 milioni di euro”, ha proseguito Rustichelli. “Le condotte oggetto di procedimenti chiusi con accertamento dell’illecito hanno interessato 4,5 milioni di consumatori e micro-imprese, con un danno prudenzialmente stimato – sulla base dei consumi minimi calcolati da ARERA – di oltre 1 miliardo di euro. Nello stesso settore, si segnalano gli interventi tesi a garantire la correttezza delle offerte commerciali dirette ad acquisire sul mercato libero clienti provenienti dalla maggior tutela, in vista dell’imminente completamento del processo di liberalizzazione dei mercati al dettaglio dell’energia elettrica e del gas naturale”.

In particolare, “sono stati chiusi due procedimenti istruttori concernenti l’acquisizione sul mercato libero di nuovi clienti in assenza di una corrispondente manifestazione di volontà da parte dei consumatori mediante molteplici condotte (teleselling illecito, telemarketing aggressivo e imposizione di ostacoli al diritto di recesso) tese, nel loro complesso, all’attivazione di contratti non richiesti o ingannevolmente rappresentati”.

CARBURANTI POSSONO AVERE IMPATTO ECONOMICO SISTEMICO ESTREMAMENTE SIGNIFICATIVO SU CONSUMATORI E IMPRESE

L’Autorità ha inoltre continuato a monitorare i mercati dei carburanti per autotrazione, “in cui eventuali distorsioni della concorrenza possono avere un impatto economico sistemico estremamente significativo su consumatori e imprese. In particolare, è stata svolta un’indagine conoscitiva sulla dinamica dei prezzi dei carburanti ed è stata esaminata con un’approfondita istruttoria l’acquisizione, da parte di IP, degli asset di Esso in Italia, operazione autorizzata condizionatamente al rispetto di specifiche misure. È stata poi avviata un’istruttoria per una presunta intesa anticoncorrenziale tra le principali società petrolifere sulla cosiddetta “componente bio”, idonea a influire sui prezzi alla pompa”, ha affermato Rustichelli.

GOLDEN POWER SI È TRASFORMATO IN STRUMENTO DI MONITORAGGIO

Il presidente di Antitrust, nel corso della sua relazione, si è poi soffermato sulla Golden Power: “Non può non destare preoccupazione il fatto che in alcuni casi il golden power, da strumento eccezionale nato per il controllo degli investimenti provenienti da Stati che non garantiscono la reciprocità, si è trasformato in un meccanismo di generale monitoraggio dei beni considerati strategici e delle vicende societarie e patrimoniali che li interessano, anche in assenza di elementi extra-UE o perfino di elementi di trans-nazionalità”. Occorre dunque “prudenza per evitare l’abuso di uno strumento sì necessario, ma pur sempre distorsivo del mercato sotto il profilo della governance dell’impresa, che spesso diventa non contendibile, in tal modo scoraggiando l’innovazione e la disponibilità ad assumere rischi imprenditoriali”, ha ammonito il presidente dell’Authority.

IL PENSIERO DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI

Commento positivo alle parole di Rustichelli sono arrivare dall’Unione nazionale consumatori. “Bene, abbiamo sempre considerato l’Antitrust un presidio di fondamentale importanza per la tutela dei consumatori” ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, presente alla presentazione della relazione annuale. “Certo poi non è sempre agevole rendere effettiva questa tutela e ottenere che al singolo consumatore sia restituito il maltolto, ossia quanto indebitamente percepito da chi ha messo in campo pratiche scorrette. Non è sempre facile anche visti i tempi per arrivare al giudicato, tra ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato” ha proseguito Dona. “Anche per questo da anni chiediamo al legislatore di potenziare il potere sanzionatorio dell’Authority, togliendo i tetti alle sanzioni e stabilendo che le multe siano sempre superiori all’illecito guadagno, altrimenti non potranno vai avere una vera efficacia deterrente, cosa importante anche per prevenire gli illeciti e non solo per rimediare ad essi” ha concluso.

“Dal nostro osservatorio, oltre a confermare l’aumento delle pratiche scorrette verso i consumatori e i rincari ingiustificati delle tariffe, rileviamo come tali comportamenti vengano commessi anche da aziende municipalizzate o a partecipazione pubblica – ha aggiunto il presidente di Consumerismo No Profit, Luigi Gabriele – Aziende controllate o vigilate dagli enti locali o dal Ministero delle finanze si rendono responsabili dell’aggravio dell’inflazione nel Paese, rendendo la situazione ancora più precaria e difficile per milioni di famiglie. Per questo proponiamo al governo l’introduzione di una norma di rafforzamento dei poteri dell’Antitrust che non solo aumenti la vigilanza e il controllo in via prioritaria sulle aziende partecipate, ma che introduca anche sanzioni specifiche anche a carico degli amministratori responsabili di comportamenti lesivi dei diritti dei consumatori, come la riduzione dei loro compensi e, nel caso di particolari gravità, reati penali così come avviene in Francia in caso di obsolescenza programmata accertata o comportamenti lesivi della concorrenza e del mercato”

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